Caso Bucca: la nota della Federazione Italiana Scherma

Caso Bucca: la nota della Federazione Italiana Scherma

 

Riportiamo integralmente la nota ufficiale emessa dalla Federazione Italiana Scherma in merito alle notizie uscite nei giorni scorsi sul caso che ha visto coinvolto l’arbitro Emanuele Bucca.

La Federazione Italiana Scherma, in merito alle notizie pubblicate nei giorni scorsi da alcuni organi di stampa e riguardanti un suo tesserato, l’arbitro Emanuele Bucca, precisa di aver dato mandato ai propri legali al fine di tutelare l’immagine della FIS rettificando e/o smentendo circostanze non rispondenti al vero che sono state riportate in alcuni articoli gravemente diffamatori.

Nell’intera vicenda raccontata nel primo articolo del quotidiano Repubblica, ricostruita mediaticamente con inaccettabili imprecisioni oggetto di apposite contestazioni nelle sedi competenti, la Federazione Italiana Scherma ha agito sempre nel pieno rispetto dei suoi compiti, primo fra tutti rispettando l’indipendenza della giustizia endofederale, con tempestività e responsabilità, adoperandosi per la puntuale trasmissione delle notizie di presunti illeciti alle competenti autorità e per l’accertamento dei fatti, dunque nel rispetto di leggi, regolamenti, ruoli e persone, con la finalità unica della verità.

Prima Federazione a dotarsi di un regolamento di Safeguarding Policy, servizio immediatamente attivato anche nella circostanza finita all’attenzione delle cronache, la FIS ha operato con l’attenzione e la scrupolosità che il caso imponeva. Ed è stata la Federscherma – benché non vi sia stato alcun accertamento dei fatti da parte dell’autorità giudiziaria ordinaria per mancanza di denuncia, quindi in assenza di qualsivoglia giudizio di responsabilità – ad attivare le autorità sportive competenti affinché eventuali responsabilità potessero emergere o essere chiarite.

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Grave e falso è il messaggio fatto passare secondo cui la sanzione di un mese di sospensione per l’arbitro Bucca, a seguito del “patteggiamento senza incolpazione”, sia stata applicata nonostante un parere negativo della Procura generale del CONI.

Vi è prova documentale dell’esatto contrario. La giustizia sportiva della Federazione ha provveduto a ratificare l’accordo solo dopo aver ricevuto un parere favorevole da parte del Procuratore Generale del CONI, il quale, sollecitato solo successivamente da enti esterni, ha sorprendentemente deciso di comunicare una sua – inaspettata – disapprovazione, solo quando il patteggiamento era stato oramai ratificato e, pertanto, definitivamente passato in giudicato.

La Federazione Italiana Scherma, che ha fatto e sempre farà della trasparenza e del senso di responsabilità le linee guida delle sue azioni, rivendica il fatto che la trasparenza può trovare un ostacolo solo laddove sia necessario tutelare la presunta vittima, come è accaduto nel caso oggetto dell’attenzione mediatica per il quale è stato valutato opportuno non dare riscontro dell’accordo fra l’incolpato e la procura proprio al fine di tutelare la persona vittima dal presunto illecito.

Riguardo altre eventuali vicende, riferite dalle cronache e che escano dal campo della giustizia sportiva, la FIS non esercita alcuna prerogativa che non sia determinata da notizie ufficiali provenienti dalla Procura ordinaria e dalla polizia giudiziaria da essa delegata, non essendo autonomamente in possesso di notizie – che, durante la fase delle indagini preliminari, come è noto, sono sottoposte al segreto istruttorio e non sono suscettibili di comunicazione – potendo solo valutare le situazioni, per quanto di sua competenza, una volta informata dall’autorità giudiziaria circa gli specifici addebiti.
Particolarmente grave, inoltre, è la falsa notizia, riportata dai quotidiani, secondo cui la FIS sarebbe stata già a conoscenza del procedimento penale che vede l’arbitro Bucca indagato dalla Procura di Rimini. È stato documentato come la prima notizia del riferito suo illecito, comunicata alla Federazione dai familiari della persona presuntivamente offesa, risale al giorno 6 aprile del corrente anno, ovvero a distanza di diversi mesi dall’avvenuto noto patteggiamento accordato al tesserato dalla giustizia federale. Ed anche in quest’ultima occasione, tutt’altro che inerte e silente, la Federazione ha puntualmente sollecitato la Procura Generale del CONI affinché ottenesse senza ulteriore ritardo tutte le necessarie conferme da parte della magistratura Inquirente ordinaria, così da poter adottare le conseguenti eventuali determinazioni in sede disciplinare.

La FIS dunque ribadisce con forza il rigore e la correttezza del proprio operato, così come il suo ruolo di portatrice di valori sani, che afferma e diffonde quotidianamente attraverso lo sport.

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