Lo storico titolo a squadre maschile è la perfetta rivincita di un individuale da dimenticare. Bene le ragazze. Il bilancio dell’Europeo di Antalya per l’Italia della spada.
Un oro che vale la Storia e due argenti. Dario Chiadò può lasciare soddisfatto Antalya al termine del suo primo Europeo da CT dell’Italia della spada. Felice sì, per quanto fatto vedere da ragazze e ragazzi sulle pedane turche, ma pronto a tenere tutti sull’attenti perché il lavoro da fare all’orizzonte è ancora tanto in vista dell’appuntamento con il Mondiale. Il Cairo dista ancora un mese e c’è ancora tutto il tempo per affinare ulteriormente i dettagli e far riprendere condizione a chi, come Mara Navarria, ancora non è al top della forma.
Ragazze d’argento (e bronzo) – Rossella Fiamingo è finalmente tornata quella spadista che ha incantato (e trionfato) nel triennio magico 2014-2016. Del resto avvisaglie in tal senso si erano già avute durante la stagione di Coppa del Mondo, in cui la siciliana era tornata con regolarità nei quartieri alti delle classifiche. Per lei doppia medaglia d’argento, individuale – dove ha fermato in semifinale proprio Navarria – e a squadre. Nell’atto finale le azzurre hanno dovuto cedere a una Francia solida e ben organizzata, facendo i conti anche con una condizione fisica precaria di quasi tutte le componenti: dalla già citata Navarria con ancora qualche fastidio al ginocchio operato a febbraio a Federica Isola che era stata male il giorno prima, passando per Alberta Santuccio costretta da un problema fisico a saltare la finale.
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Un gruppo tosto – La gara migliore nel format in cui durante la stagione i ragazzi avevano più faticato come antidoto alla peggior gara nel format in cui durante la stagione avevano fatto bene. Il cammino di Gabriele Cimini, Davide Di Veroli, Andrea Santarelli e Federico Vismara ad Antalya è un apparente paradosso. Ma in realtà è la dimostrazione della grande forza di un gruppo che ha saputo reagire perfettamente alla giornata storta patita nella prova individuale spingendosi fin sopra al tetto d’Europa nella prova a squadre. Due capolavori contro Svizzera e Francia, inframezzati fra il prologo con la sempre insidiosa Repubblica Ceca e la gran chiusura trionfale contro Israele che ha portato in Italia il titolo continentale oltre 23 anni dopo l’ultima volta. Ovvero quando Davide Di Veroli, classe 2001, ancora non era nato. Il romano è stato il finalizzatore di un lavoro di squadra perfetto, in cui tutti gli azzurri anche nei momenti più bui (si pensi a quando la Francia sembrava essere scappata via sul +8) hanno saputo dare il loro apporto alla causa senza mai smettere di credere alla grande impresa.
Alzare l’asticella – Ma i gruppi di Chiadò non intendono fermarsi qui. Perché la vittoria di Antalya ha caricato a pallettoni i ragazzi mentre le ragazze vogliono sfruttare l’onda lunga di Antalya per provare ad alzare nuovamente l’asticella e salire ancora di un gradino. Fra poco meno di un mese sapremo se la caccia al tesoro avrà dato i proprio frutti.
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Foto Pavia/Bizzi Team