Il Mondiale torna a 3 anni di distanza dall’ultima edizione. In Ungheria tre anni fa una manifestazione di altissimo livello. Per l’Italia una rassegna ricca di medaglie ma senza ori.
La Magia prima del Grande Buio. Budapest 2019 aveva avuto tutti i crismi per essere l’antipasto perfetto dei Giochi Olimpici di Tokyo, apparecchiando sulle pedane della Syma Hall uno spettacolo di prim’ordine che avrebbe trovato la sua sublimazione sulle pedane giapponesi. Da quel Mondiale sono passati tre anni e il Mondo è nel frattempo completamente cambiato: la pandemia di coronavirus ha bloccato tutti in un limbo di straniante incertezza, mentre da quattro mesi a questa parte le vicende belliche sul fronte ucraino hanno portato le loro scorie tossiche anche nello sport con la sparizione completa dai radar della Russia.
Italia senza ori – Per l’Italia fu un’edizione agrodolce. Da una parte un bottino di medaglie comunque molto ricco, con 7 bronzi e un argento, dall’altra uno 0 alla voce ori che non si era mai più ripetuto per oltre trent’anni dopo l’ultima volta datata 1987. Vista con il senno di poi, avvisaglie di quanto sarebbe accaduto a Tokyo nelle Olimpiadi rinviate di un anno causa pandemia. In casa Italia tenne anche banco la querelle di Arianna Errigo, ai tempi ancora nel pieno del suo progetto di cercare la qualificazione tanto nel fioretto quanto nella sciabola: da una parte la campionessa muggiorese che rivendicava il suo diritto, risultati alla mano, di disputare entrambe le gare, dall’altra la posizione Federale ferma sulla soluzione mono arma.
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Nathalie, Olga e altre regine – Al femminile è stato il mondiale di Nathalie Moellhausen, che a 33 anni trova la sua giornata magica e si fa il regalo più bello prima di lasciarsi andare a lacrime di gioia che è impossibile trattenere. Oro individuale con il Brasile a 10 anni esatti di distanza da quello vinto a squadre con l’Italia ad Antalya. La rassegna iridata di Budapest è stata anche nel segno di Inna Deriglazova, che fa doppietta fra individuale e a squadre, e di Olga Kharlan, al quarto sigillo iridato conquistato sulle stesse pedane in cui aveva conquistato il primo 6 anni prima. A deciderlo la sfida più attesa, il confronto diretto con la rivale di sempre Sofya Velikaya protagonista di un dualismo che eventi che con lo sport non hanno nulla a che spartire potrebbe aver chiuso senza concedere la possibilità di ulteriori repliche.
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Gergely profeta in patria – Al maschile l’Ungheria ha potuto festeggiare il titolo mondiale di Gergely Siklosi nella spada maschile, mentre la Corea ha come al solito monopolizzato la sciabola maschile sia con il titolo individuale di Oh Sanguk sia con quello a squadre firmato dall’imbattibile quartetto completato da Gu Bongil, Kim Junghwan e Kim Junho al termine di un match stellare contro i padroni di casa. Bene anche la Francia, all’oro con Enzo Lefort e con gli spadisti nella prova a squadre.
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Foto Bizzi