Effettivi contati, la difficoltà di compattare psicologicamente un gruppo la cui testa inevitabilmente è da tutt’altra parte. Malgrado ciò il ct della Nazionale ucraina di sciabola femminile Andrea Terenzio punta tutto sulla voglia di fare bene delle ragazze ai prossimi Mondiali del Cairo.
«Al Cairo sarà tosta, perché siamo molto indietro nel ranking, ma sono convinto che le ragazze ce la metteranno tutta». Mentre ci concede questa intervista, Andrea Terenzio si trova a Tirrenia, dove assieme alle nazionali di Italia e Francia, l’Ucraina di sciabola femminile sta preparando il Mondiale del Cairo. Una rassegna che il Maestro foggiano della Virtus Scherma Bologna si prepara a vivere in maniera del tutto particolare in qualità di ct delle ragazze capitanate da Olga Kharlan, ruolo che ricopre dallo scorso maggio.
Malgrado il poco tempo avuto per lavorare assieme e le tante difficoltà che inevitabilmente una situazione di emergenza come quella che le ucraine stanno vivendo da quattro mesi a questa parte porta con sé, Terenzio ha raccolto ad Antalya già una preziosissima medaglia di bronzo europea e approccia con serenità alle sfide iridate.
Il lavoro che lo attende da qui alla partenza per il Cairo è molto, soprattutto a livello psicologico. Ma, di contro, parte dalla certezza che Olena Voronina, Yuliia Bakastova, Olena Kravatska e Olga Kharlan daranno il tutto per tutto sulle pedane egiziane per provare a regalare un sorriso al loro Paese.
Mancano poco meno di quindici giorni al Mondiale, come procede la preparazione e qual è lo spirito del gruppo?
Ovviamente l’umore è altalenante. Proprio in questi ultimi giorni ci sono stati dei bombardamenti parecchio violenti in Ucraina e per questo è davvero difficile per loro affrontare gli allenamenti con la massima serenità. Ad ogni modo le ragazze ce la stanno mettendo davvero tutta e si stanno impegnando al massimo per affrontare il Mondiale. Purtroppo siamo indietro nel ranking e questo vuol dire trovarsi ad affrontare subito un assalto molto difficile contro la prima o la seconda della classifica per entrare nelle otto.
Agli ultimi Europei di Antalya avete conquistato una bella medaglia di bronzo. Cosa ha significato e cosa vi ha dato questo risultato?
Venivamo da gare andate piuttosto male e fra le ragazze non c’era molta fiducia in vista di Antalya. Proprio per questo abbiamo lavorato tanto sull’approccio mentale. E agli Europei hanno dimostrato di poter tenere testa alle squadre più forti sul continente, anche alla Francia poi medaglia d’oro contro cui hanno perso soltanto a 43. Inoltre questa gara sa anche di riscatto per il precedente quadriennio olimpico andato male (l’Ucraina ha mancato la qualificazione a squadre a Tokyo dopo l’argento di Rio, ndr).
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Sensazioni per il Mondiale, al netto delle potenziali insidie di tabellone da te già elencate?
Siamo abbastanza sereni perché comunque il nostro è ancora un cantiere aperto. Siamo consci dei nostri limiti ma anche dei nostri punti di forza e le ragazze andranno al Mondiale pronte per dare tutto. Peraltro la gara del Cairo sarà la tara di quello che è il punto del nostro lavoro: se dovessimo battere la prima o la seconda del ranking vorrà dire che è stato fatto già un bel salto di qualità, in caso contrario analizzeremo il gap che ancora ci tiene lontano dalle migliori e capiremo come colmarlo.
Come state approcciando a questo importante appuntamento?
Adesso siamo in ritiro a Tirrenia assieme a Italia, Francia e altre nazionali. Poi faremo qualche giorno di allenamento qui a Bologna e il 15 partiremo per il Mondiale.
Sei in carica da pochi mesi come ct: che situazione hai trovato e come hai impostato il tuo lavoro?
La difficoltà principale è stata quella di creare un gruppo di lavoro. Un po’ perché la ragazze erano sparse per il Mondo, un po’ perché alcune di loro hanno smesso, fra cui Alina Komashcuk. A Bologna erano arrivate in 7, ma tre di loro hanno smesso, mentre Olena Voronina si allena in Germania ma di fatto facendo solo la parte atletica perché non ha un club dove tirare quotidianamente e fa fatica a restare al passo con le altre. Quindi ho dovuto ricompattare il gruppo, dal momento che in pratica non aveva un orizzonte ben preciso riguardo al futuro.
A questo punto la soluzione per le convocazioni è stata pressoché obbligata…
A Bologna ho quattro ragazze fisse, di cui una è al terzo anno Cadetti e che non ha fatto gli Europei. Come quarta ho chiamato la Voronina che però come detto è di stanza in Germania e ogni tanto viene ad allenarsi con noi. Al momento sono riuscito a compattare questo esiguo gruppetto di quattro persone, ma mi piacerebbe poter creare un gruppo di sei/sette ragazze per poter avere più profondità di scelta in vista anche del cammino di qualificazione alle Olimpiadi che parte l’anno prossimo. Un po’ per tutelarmi in caso di infortuni o indisponibilità, un po’ perché c’è un’altra cosa che mi piacerebbe fare ma per il post 2024.
Ovvero?
Vorrei lasciare una sorta di eredità a questo gruppo. Mi piacerebbe poter lavorare con qualche giovane, perché molto facilmente dopo i Giochi di Parigi tre delle quattro che ora compongono la squadra smetteranno e chiaramente vorrei fare in modo tale di non dover ripartire completamente da zero una volta iniziato un nuovo quadriennio.
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Come sta Olga Kharlan? C’è la possibilità di vederla lottare anche per la medaglia individuale al Cairo?
In questo momento sta facendo un po’ fatica a trovare il proprio equilibrio soprattutto a livello emotivo, ma per me resta una campionessa con una quantità infinita di risorse mentali e schermistiche. Lei, così come le altre ragazze del resto, hanno tantissima rabbia dentro per quello che sta accadendo nel loro Paese. Quello che stiamo facendo è cercare di incanalare quella rabbia in modo tale che possa essere il più funzionale possibile al suo percorso agonistico. Però in questo momento è in grande crescita e sta pian piano ritrovando confidenza con tutta una serie di azioni e di movimenti che all’inizio faticava a sentire suoi. In genere la vedo sia mentalmente che fisicamente pronta, serve solo ritrovare quelle risorse che le permettano di rimanere un attimo più lucida anche in momenti più delicati dei match.
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Foto Pavia/Bizzi Team