Il Mondiale era l’unico trofeo individuale a mancare dalla bacheca di Aron Szilagyi. Che nell’anno dei record, chiude il suo cerchio. Ma le sfide potrebbero non essere ancora terminate.
Aron Szilagyi è campione del Mondo di sciabola maschile. Sin qui nulla di strano, anzi. A stupire , piuttosto, è l’idea che il fuoriclasse ungherese fino a ieri avesse ancora quella lacuna nel suo palmares e che l’unica casellina alla voce medaglie iridate individuali fosse colorata di bronzo. Storia del 2013, di un Mondiale in casa in cui, da fresco campione Olimpico di Londra 2012, era la star più attesa e dove invece ha trovato sulla sua strada un Alexei Kovalev in stato di grazia.
In questi nove anni sono arrivate altre due medaglie d’oro a Cinque Cerchi e un oro Europeo. Ma anche tante amarezze in una gara che sembrava per lui stregata, compresa quella casalinga del 2019 dove non c’è stata nemmeno la consolazione del gradino più basso del podio. Il cerchio lo ha chiuso al Cairo, atto finale di una stagione cominciata con lentezza e culminata con l’accelerazione finale la cui ciliegini è rappresentata dal trionfo di lunedì 18 luglio. Il trentaduenne di Budapest, dopo il terzo trionfo olimpico si è preso tutto il tempo necessario per godersi i frutti del successo poi, quando ha capito che tutto era pronto per tornare e per farlo nel migliore dei modi, ha chiuso tutti i conti che aveva in sospeso e messo i tasselli giusti per completare il mosaico.
A maggio è calato a Padova, suo giardino di casa dove è fra i più amati e tifati dal pubblico, deciso a mettere la terza firma sul Luxardo e portarsi a casa il Trofeo. Detto, fatto. Vittoria con brivido finale, complice un mai domo Gu Bongil che ha provato fino all’ultimo a rovinargli la festa prima di alzare bandiera bianca sul 15-14. Evitando ad Aron una beffa atroce in coda a una gara in cui, in alcuni tratti, il magiaro è parso fare un altro sport.
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A rovinargli la festa ci ha provato anche la scheggia impazzita Maxime Pianfetti. Al Cairo il francese è andato a un soffio dal colpaccio, e a dirla tutta non sarebbe stato nemmeno uno scandalo dopo la bellissima gara messa giù dal ventitreenne di Tarbes per guadagnarsi il biglietto con vista sul gradino più alto del podio. Ma se dall’altra parte c’è un Aron Szilagyi che fino a quel momento ha concesso poco o nulla agli avversari, soffrendo il giusto soltanto con il cinese Xu Yingming nel secondo assalto e nell’ormai classico braccio di ferro contro Sandro Bazadze in semifinale, per fare l’impresa serviva davvero l’elezione da parte degli Dei della scherma. I quali però, noblesse oblige, hanno scelto ancora una volta uno dei loro preferiti.
Piuttosto resta da chiedersi quali possano essere le prossime sfide messe nel mirino dal cannibale ungherese e dove possa trovare nuove motivazioni. Si potrebbe pensare al quarto oro Olimpico di fila a Parigi, che dista soltanto due anni. O, perché no, un tentativo di back to back iridato da tentare l’anno prossimo a Milano, per eguagliare quanto fatto da Stanislav Podzniakov fra 2006 e 2007 e poi mai più riuscito ad alcun sciabolatore. Ma prima però, c’è un impegno più prossimo da onorare e una nuova occasione per arricchire ulteriormente la sua bacheca: “Sono molto felice di aver vinto la medaglia d’oro ai Mondiali” ha detto al sito della Federazione Ungherese “ma non posso rispondere immediatamente alla domanda su quali saranno le mie motivazioni per il futuro. In realtà, sì: dopodomani inizia la gara a squadre!”.
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Foto Bizzi