Parigi nel mirino

Scherma - Il Challenge International de Paris di fioretto diventa anche femminile

La Francia è stata una delle assolute protagoniste del Mondiale di scherma del Cairo e mette nel mirino le Olimpiadi di Parigi 2024.

 

In Francia un Mondiale così non lo ricordano da tempo. O forse, non l’hanno mai vissuto. Per trovare un bottino simile a quello messo a segno al Cairo nell’ultima edizione, bisogna tornare indietro al 2014 quando a Kazan i transalpini chiusero a quota 7 con tre ori. Ma in Egitto quelli che fra due anni saranno i padroni di casa dei Giochi Olimpici si sono superati, aumentando di una unità tanto il totale complessivo quanto quello dei metalli più luccicanti. Presto naturalmente per fare previsioni: a Parigi 2024 mancano esattamente due anni (le gare di scherma scatteranno il 27 luglio), di mezzo c’è un altro mondiale cruciale e, soprattutto, ancora non si può definire con precisione lo scenario in cui le Olimpiadi si svolgeranno. Banalmente, se nel frattempo le acque a livello internazionale si saranno calmate e se la Russia sarà tornata alle competizioni.

Ma intanto, in casa FFE ci si gode la grande prestazione della squadra e le tante belle notizie arrivate dall’Egitto ben oltre il dato numerico dei 4 ori, 2 argenti e altrettanti bronzi valsi la vittoria del medagliere. “Questo risultato ci pone anche in posizione di leadership in vista delle qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi” ha detto Bruno Gares, Presidente della Federazione Francese di Scherma.

Le mani sul fioretto individuale – Due dei quattro ori sono arrivati dal fioretto individuale. Una novità assoluta, quella della doppietta, in casa francese complice anche e soprattutto il fatto che a parte Marie-Chantal Demaille nel 1971 nessuna fiorettista francese era riuscita nell’impresa di laurearsi campionessa del Mondo. La vittoria di Ysaora Thibus, quindi è stata anche la fine di un digiuno durato più di 50 anni, ma più di ogni altra cosa la consacrazione della trentunenne della Guadalupa, stella di un settore  che fatica a trovare ricambi a un quartetto – completato da Anita Blaze, Solene Butruille e Pauline Ranvier – capace comunque di lottare sempre per le medaglie. A Thibus ha replicato il giorno dopo Enzo Lefort, che ha ripreso al Cairo il discorso iniziato tre anni fa a Budapest, riconfermandosi ancora una volta al vertice della disciplina.

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Tradizione confermata (e la nuova dimensione di Cannone) – Non poteva mancare all’appello la spada maschile. Del resto una squadra che, pur nelle sue continue evoluzioni e coi suoi cambiamenti di cast, è stata in grado di vincere 11 Mondiali negli ultimi 20 anni difficile non parta coi favori dei pronostico. Il numero appena citato è forse la riprova migliore della forza della tradizione della spada d’oltralpe e dà ancora più pregio all’argento vinto dagli Azzurri al Cairo. L’ultima versione di questa vera e propria Équipe de rêve si declina nei nomi di Yannick Borel, Alexandre Bardenet, Alex Fava e, buon ultimo e strappo alla regola del ferreo ordine alfabetico, Romain Cannone. Quest’ultimo è la vera e propria rivelazione della stagione: un anno magico il suo, cominciato il 25 luglio con il titolo Olimpico a Tokyo e chiuso 365 giorni dopo con la doppia affermazione iridata. Un vero e proprio salto in una nuova dimensione per lui, che fin da subito ha rifiutato categoricamente l’etichetta di “sorpresa” che la rocambolesca vittoria in Giappone aveva fatto recapitare frettolosamente addosso a lui. Dimostrando sul campo il suo vero valore, con una grande stagione di Coppa del Mondo conclusa da Numero 1 e impreziosita da un successo di tappa. Il tutto prima del gran finale con l’oro iridato.

Maxime Pianfetti, una delle rivelazioni al Cairo (Foto: Bizzi)

Ragazze solide – Se il gruppo maschile è una corazzata, quello della spada femminile è comunque un quartetto capace di lottare con grande costanza per le posizioni di vertice. Campionesse d’Europa ad Antalya, messe sotto scacco da Rossella Fiamingo ai Mondiali e poi beffate da una priorità che per due volte è stata amara per Auriane Mallo. Ma quello completato da Josephine Jacques Andre Coquin, Lauren Rembi e Marie Florence Candassamy è un quartetto che ha tutte le carte in regola per togliersi tante soddisfazioni.

Prove di futuro – Le pedane egiziane hanno anche portato alla luce nomi nuovi su cui in futuro la Francia potrà contare. Nella sciabola maschile la rivelazione è stata Maxime Pianfetti, arrivato a una sola stoccata dal negare ad Aron Szilagyi il suo personalissimo Grand Slam. Con la sua scherma divertente e imprevedibile, Pianfetti rappresenta la nouvelle vague (assieme a Elliot Bibi e ai fratelli Sebastien e Jean Philippe Patrice) di quest’arma che a Parigi è chiamata a riscattare un buco nero fatto di due mancate qualificazioni a Londra 2012 e Tokyo 2020. Sarah Noutcha e Anne Poupinet non hanno fatto sentire la mancanza di Manon Brunet e delle altre veterane medagliate a Tokyo, contribuendo all’argento della squadra di sciabola femminile e hanno messo sul piatto le loro fiches per giocarsi un posto verso l’Olimpiade casalinga.

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Foto Bizzi