Da una parte i volti nuovi come quelli di Anna Bashta e Misaki Emura, protagoniste della passata stagione e a caccia di conferme. Dall’altra le veterane Olga Kharlan e Manon Brunet, pronte a riprendersi lo scettro. Ma attenzione anche a ritorni eccellenti, mine vaganti e giovani in rampa di lancio.
Rivoluzione o restaurazione? A pochi giorni dal via della nuova stagione, il circuito della sciabola femminile si interroga su quello che lo attende da qui al prossimo luglio, quando ci sarà il Gran Finale con i Mondiali di Milano. L’ultima annata, segnata dalle tante assenze fra maternità (Cecilia Berder e Anna Marton) e altri motivi purtroppo tristemente noti e dipendenti da fattori che con lo sport non dovrebbero aver nulla a che fare, ha rimischiato le carte portando alla ribalta qualche volto nuovo e incoronando Anna Bashta come regina di Coppa del Mondo e Misaki Emura come nuova campionessa del Mondo.
Sono soprattutto i loro due volti a rappresentare la “rivoluzione”, mentre se si pensa alla “restaurazione” i nomi che vengono in mente, perlomeno finché non ci saranno le condizioni per permettere il reintegro delle russe senza spiacevoli effetti collaterali, sono quelli di Olga Kharlan e Manon Brunet. Per entrambe una stagione, quella passata, non priva di difficoltà soprattutto per la quattro volte campionessa del Mondo ma con la voglia di tornare a riprendersi il posto che appartiene loro per titoli in bacheca e talenti.
Fra questi due poli, tante altre potenziali protagoniste, fra ritorni eccellenti dopo la maternità, insidiose mine vaganti e giovani pronte a spiccare il volo verso la definitiva esplosione.
ANNA BASHTA (AZERBAIJAN)
Fra le doti imprescindibile di ogni buon schermidore, quella che non può mai mancare è la capacità di fare la scelta giusta al momento giusto. Quando nel 2019 arrivò la chiamata della Federazione Azera per andare a gareggiare con la sua licenza, Anna Bashta da Togliatti, Russia, non ci ha pensato su due volte ed è saltata al volo sul treno favorita anche dai buoni rapporti fra la vecchia e quella che sarebbe diventata la nuova federazione di appartenenza. La scelta giusta al momento giusto, e non soltanto perché i fatti degli ultimi sette mesi hanno fatto completamente sparire dai radar le sue ex compagne di squadra – con cui aveva fatto argento a squadre agli Europei di Tbilisi vinti dalle azzurre – ma anche e soprattutto perché, libera da concorrenza di nome del calibro di Velikaya, Egorian e Podzniakova solo per fare qualche esempio, ha potuto esprimersi al meglio e liberare il proprio talento. La qualificazione a Tokyo, strappata a Madrid vincendo il torneo zonale, è stata solo l’inizio. Perché è stato in concomitanza con l’inizio del nuovo ciclo Olimpico che Anna è esplosa definitivamente: tre vittorie in Coppa del Mondo, titolo Europeo e argento Mondiale sono il bottino con cui ha chiuso la stagione 2021/2022.
MISAKI EMURA (GIAPPONE)
La scherma è un Gioco sempre più globale e ora sulla mappa dello scacchiere iridato della sciabola femminile c’è anche il Giappone grazie a Misaki Emura. Un oro doppiamente storico il suo, non solo perché il primo per il Paese del Sol Levante ai Mondiali, ma anche perché era dal lontano 2010 (quando a Parigi vinse Mariel Zagunins) che un titolo iridato nella disciplina non andava a un’atleta russa o ucraina (in questo caso nella persone di Olga Kharlan). La ventitreenne di Oita, autentica rivelazione della scorsa annata dove ha anche centrato la sua prima vittoria in Coppa del Mondo sbancando Hammamet, riuscirà a ripetere quanto di buono mostrato ora che non è più una sorpresa ma una solida realtà del circuito?
MANON BRUNET (FRANCIA)
Un infortunio alla spalla tanto banale nella dinamica quanto disastroso negli effetti (lussazione e chiusura anticipata dalla stagione dopo la gara di Hammamet) ha estromesso la talentuosa lionese dalla caccia alle medaglie a Europei e Mondiali. Riscosso il credito con i Giochi Olimpici centrando il bronzo a Tokyo, a 26 anni Manon punta verso le Olimpiadi di casa con tutte le credenziali per poter diventare finalmente e in tutto e per tutto la nuova regina della sciabola al femminile. Le serve soltanto il tempo di ritrovare il giusto feeling con la sua spalla e le migliori sensazioni di gara.
OLGA KHARLAN (UCRAINA)
Ripartire per lasciarsi alle spalle un periodo da incubo. Il flop alle Olimpiadi di Tokyo, la lunga pausa di riflessione, quindi il dramma della guerra a rimischiare bruscamente la piramide gerarchica delle priorità nella vita di Olga Kharlan. La quattro volte campionessa del Mondo ha cominciato a scaldare i motori in questo pre season con un secondo posto nella gara satellite di Gand e la vittoria in relativa scioltezza della prova zonale open di Ciserano in rappresentanza della sua casa bolognese. L’incognita riguarda naturalmente l’aspetto mentale e come Olga sarà in grado di canalizzare il mix emotivo figlio di una situazione iniziata sette mesi fa e che purtroppo sembra ancora lontana da una soluzione. Se riuscirà a liberare la mente sulla pedana, lo spettacolo con lei è garantito.
RITORNI ED ALTRE POSSIBILI PROTAGONISTE
La Francia recupera due colonne delle ultime soddisfacenti stagioni, che ritornano in azione dopo la pausa. Cecilia Berder, diventata lo scorso maggio mamma della piccola Ambre, e Charlotte Lembach tornata sui suoi passi lo scorso gennaio sono pronte a riaccendere la sfida in ottica Parigi 2024 ma prima dovranno riprendersi il posto in una squadra che anche senza di loro ha saputo raccogliere grandi risultati grazie ai tanti giovani talenti a disposizione, su tutte Caroline Queroli e Sara Balzer. Discorso in tutto e per tutto simile per Anna Marton: la campionessa ungherese è pronta anche lei a ritornare dopo una lunga pausa per risolvere chirurgicamente un serio infortunio al ginocchio durante la quale è diventata mamma. E anche le ventiseienne di Budapest, che dovrebbe tornare a dicembre al Grand Prix di Orleans e punta a essere in forma per l’alba del 2023, deve trovare un posto in squadra che riparte dal titolo Mondiale vinto al Cairo. E se per Liza Pusztai fosse arrivato il momento della definitiva esplosione?
Ci sono poi alcune ragazze che hanno già dimostrato nella passata stagione di poter recitare un ruolo da protagonista e rappresentare la più classiche delle “mine vaganti”: le due greche Despina Georgiadou e Theodora Gkountoura, le spagnole Araceli Navarro e Lucia Martin Portugues (ma la menzione andrebbe estesa all’intero quartetto iberico, spesso rivelatosi un osso duro nelle prove a squadre).
Resta poi il discorso, annoso e spinoso sulla Russia. Il ritorno sulle scene di una scuola che ha dominato gli ultimi anni facendo piazza pulita di titoli sarebbe un grande colpo per lo spettacolo ma finché i venti di guerra non si placheranno pensare che ciò accade a breve giro di posta è impossibile. Ne va della coerenza di una comunità schermistica internazionale fin da marzo compatta nel condannare l’invasione militare russa e schierata con l’Ucraina. Ne andrebbe dell’integrità delle gare stesse, troppo forte il rischio di competizioni flagellate da rinunce e risultati falsati da queste. Meglio aspettare tempi migliori e godersi una nuova stagione di sciabola femminile che si preannuncia comunque già bella ricca di spunti.
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Foto: Bizzi