Cinque momenti iconici della carriera di Elisa Di Francisca

scherma - Cinque momenti iconici della carriera di Elisa Di Francisca

La fuoriclasse jesina compie oggi 40 anni. Campionessa formidabile, in carriera ha regalato tanti momenti esaltanti e ha vinto tutto quello che poteva vincere. Abbiamo selezionato cinque momenti iconici.

 

C’è un grande rimpianto che tormenta tutti gli appassionati di scherma italiani e non solo: non aver visto in azione Elisa Di Francisca sulle pedane di Tokyo 2020. Dopo l’oro di Londra e l’argento di Rio, la fuoriclasse jesina, che oggi compie 40 anni, aveva deciso di regalarsi un altro giro e c’era da scommettere che ci avrebbe fatto divertire. La pandemia prima e la scelta di allargare la famiglia poi hanno fatto prendere alla fiorettista la decisione fatidica di appendere l’arma al chiodo.

Lo ha fatto non prima però di aver lasciato un solo indelebile nella storia di questo sport. Un Mondiale individuale, due medaglie olimpiche (sempre individuali), cinque titoli Europei più gli infiniti successi inanellati nelle tante “reincarnazioni” del Dream Team che l’hanno vista sempre in prima linea. Una striscia impressionante di trionfi e altrettanti momenti iconici che hanno segnato la sua carriera al punto che sarebbe troppo lungo raccontarli tutti.

Ne abbiamo selezionati cinque.

L’ORO OLIMPICO DI LONDRA 2012 

Quella del 28 luglio 2012 è una data che difficilmente verrà dimenticata. La sublimazione del dominio del fioretto femminile azzurro sul resto del Mondo. Elisa Di Francisca brucia alla priorità Arianna Errigo al termine di un match molto equilibrato che a un certo punto sembrava essersi indirizzato verso la più giovane compagna di squadra. Uno scacco matto costruito in quattro mosse, tre per rimettere la situazione in pareggio e una per risolvere la contesa alla morte subite. L’ultimo tassello di una gara gigantesca, passata anche da match durissimi contro Carolin Golubitskyi (con la quale ci sarebbero state scintille anche nel 2013 ai Mondiali di Budapest) e la coreana Nam, che dopo la sconfitta in semifinale ancora non sapeva che il suo pomeriggio da incubo non era che all’inizio. Centrando il successo a Londra, Elisa completa anche il personalissimo “Grand Slam” di ori individuali dopo il Mondiale del 2010 e l’Europeo nel 2011.

STRASBURGO 2014, LA RIMONTA

«Nell’ultimo assalto contro Deriglazova, da me soprannominata Ivan Drago […] riemergo da 38-44 infilando sette stoccate di fila. La bombardo. Non c’è titubanza né margine di errore. C’è solo una luce che si accende: la mia. Finisce 45-44 per noi. Dasvidania, compagne. Un trionfo speciale, forse il più godurioso della mia carriera». Così Elisa, nel suo libro “Giù la maschera” racconta l’incredibile finale di Italia – Russia agli Europei di Strasburgo 2014. In palio l’oro a squadre, ma in realtà dietro quelle parole c’è ben altro: dopo il trionfale 2012, infatti, Stefano Cerioni ha lasciato la guida del fioretto azzurro per andare alla corta della Russia. Un tradimento mai digerito dalla campionessa azzurra, una rabbia che diventa propellente per una delle più incredibili rimonte mai viste su una pedana di scherma. Elisa sale in pedana sotto nel punteggio per 38-40 e in un amen si trova sull’orlo del baratro. Ma quando tutto sembra compromesso, ecco il guizzo della fuoriclasse: sette stoccate di fila senza che Inna Deriglazova riesca ad accendere anche solo la luce bianca del bersaglio non valido. La vendetta perfetta era stata servita.

RIO 2016, A UN PASSO DAL BIS OLIMPICO

Quattro anni dopo il trionfo di Londra, Elisa Di Francisca è nuovamente in finale ai Giochi Olimpici. L’esito non è purtroppo il medesimo di quello dell’Excel Center, ma la gara della jesina è un manifesto di tutto il suo repertorio, soprattutto alla voce “forza mentale”. Ce ne vuole eccome per non cadere nelle provocazioni e negli stratagemmi delle tunisina Ines Boubrakri durante la semifinale, ce ne vuole ancora di più per restare attaccata fino all’ultimo respiro alla finale contro Inna Deriglazova, scappata via verso un successo che sembrava ormai in ghiaccio e trovatasi improvvisamente ancora a fare i conti con i propri demoni che sembravano essere stati debellati grazie alla cura Cerioni e al successo nel Mondiale 2015. Dal 7-12 a 11-12 e un ultimo, disperato assalto infrantosi sullo scadere del cronometro e su una punta scivolata via dal bersaglio giusto.

ALGERI 2018, RITORNO VINCENTE DOPO LA MATERNITÀ

Dopo l’argento alle Olimpiadi di Rio 2016, Elisa Di Francisca si prende uno stacco dalla scherma per diventare mamma del piccolo Ettore, nato nel luglio del 2017. La maternità non spegne però l’amore per la scherma della jesina, ma soprattutto non ne annacqua il talento né la garra in pedana. Pronti via e ad Algeri è subito bersaglio grosso, in una gara in cui fa podio anche un’altra neo-mamma, Martina Batini. Le due azzurre si sono peraltro incrociate in semifinale. Eppure, all’alba della gara le sensazioni erano tutt’altro che buone complice il lungo stop e la mancanza del ritmo gara: «Sapevo che non sarebbe stata proprio una passeggiata di salute sul piano fisico, ma la soddisfazione adesso è grandissima»  aveva raccontato l’azzurra dopo la gara ai microfoni di Sky Sport «Ho iniziato la gara pensando già di uscire al primo assalto che ho vinto al minuto supplementare. A livello fisico soffro ancora un po’ rispetto alla velocità ed agilità delle più giovani, ma ho saputo mettere a reddito la tecnica e con un po’ di ‘mestiere’ me la sono cavata. Poi man mano che il tabellone si restringeva e si arrivava in fondo, è venuta la voglia di fare un qualcosa che avevo sognato».

Il podio della gara di Algeri (da sx verso dx): Sera Azuma, Elisa Di Francisca, Martina Batini, Inna Deriglazova

DÜSSELDORF 2019: L’ULTIMO CAPOLAVORO EUROPEO

Nel ricco palmares della fuoriclasse marchigiana, figurano anche cinque vittorie ai Campionati Europei. L’edizione 2019 della rassegna continentale è uno snodo fondamentale nel cammino che porta alla qualificazione per i Giochi di Tokyo e sebbene il focus principale sia sulla prova a squadre, c’è pur sempre un titolo in palio. Un’occasione da non farsi sfuggire per la Leonessa di Jesi, che sulle pedane tedesche infiocchetta l’ennesimo capolavoro. La quinta sinfonia, chiusa infliggendo una dura lezione tattiche e schermistica alla solita Inna Deriglazova, rivale di mille battaglia. La russa era stata ingiocabile per tutte, ma ancora una volta ha dovuto fare i conti con una fuoriclasse assoluta. Ai Mondiali di Budapest la russa si sarebbe presa la rivincita, a livello individuale e poi anche a squadre. Ma questa è un’altra storia.

Twitter: agenna85

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Foto Bizzi