Challenge International de Paris: 70 anni di storia in 10 flash

Scherma - Il fioretto maschile a squadre da Parigi in diretta streaming

Dalla prima edizione del 1953 all’apertura anche alla gara femminile, grande novità 2023. La storia del Challenge International de Paris attraverso i campioni più rappresentativi che si sono affermati sulle pedane della prestigiosa classica francese.

 

La prima volta nel 1953, quando si chiamava ancora Challenge Martini. Da allora, quello che ora è conosciuto (dopo un’ulteriore cambio di denominazione  come Challenge International de Paris è diventata una delle tappe classiche e più ambite del circuito iridato di fioretto maschile. Sulle pedane della capitale hanno trionfato tutti i più grandi maestri di quest’arma: dai fuoriclasse francesi ai tanti campioni azzurri, senza dimenticare i rappresentanti della scuola sovietica prima e russa poi.

La grande novità del 2023 sarà l’apertura alla gara femminile, con le ragazze che per la prima volta potranno esibirsi sul prestigioso palcoscenico dello Stade De Coubertin, da sempre sede della competizione. In attesa di conoscere il nome della prima donna che avrà l’onore di firmare l’albo d’oro della manifestazione, ripercorriamo la storia del Challenge International de Paris attraverso i suoi momenti più iconici.

Christian D’Oriola vince le prime due edizioni (1953- 1954)

Non poteva che essere uno dei più grandi sportivi di Francia (capace di imporsi anche nel Challenge Monal di spada) a inaugurare l’albo d’oro dell’allora Challenge Martini. D’Oriola si impone tanto nella primissima edizione del 1953 quanto in quella dell’anno successivo, diventando anche il primo di un ristretto club di atleti capaci di centrare il back to back in due anni consecutivi. A Christian D’Oriola è intitolato il Trofeo assegnato al vincitore della gara.

Sisikin e la scuola sovietica

Non poteva ovviamente mancare la firma della scuola sovietica sulla prestigiosa gara di Parigi, anche se le vittorie del colosso est europeo in realtà si contano sulle dita di una mano. Ma i nomi sono di quelli pesanti: il primo a vincere è stato Yuri Sisikin (1960), quindi i successi di Vasili Stankovich (1975) e la doppietta di Alexander Romankov (1987 e 1991), di diritto fra i più grandi fiorettisti di tutti i tempi. Spiccano invece le assenze dall’albo d’oro di fuoriclasse assoluti come Vladimir Smirnov e Sergey Goubitskyi, che curiosamente non sono mai riusciti a imporsi sulle pedane francesi. La vittoria della Russia manca invece dal 2003 quando a imporsi fu Ruslan Naisibulin.

Andrea Borella è il primo italiano a imporsi a Parigi (1978)

Per la prima volta dell’Italia al Challenge International de Paris bisogna attendere oltre vent’anni. Nel 1978 a spezzare il digiuno ci pensa Andrea Borella, allora nemmeno diciassettenne. Il campione mestrino, Olimpionico a squadre a Los Angeles 1984, detiene a tutt’oggi il record del più giovane vincitore della manifestazione. Borella si sarebbe poi ripetuto dodici anni dopo, trionfando anche nel 1990. Oltre a lui, a far risuonare l’Inno di Mameli al Coubertin sono stati Stefano Cerioni (1983), Salvatore Sanzo (2000 e 2004), Andrea Baldini (2008 e 2013), Andrea Cassarà (2012) e Alessio Foconi, a segno consecutivamente nel 2018 e nel 2019.

Gli anni d’oro del fioretto cubano (1996-1999)

Fra il 1996 e il 199 Parigi celebra l’età d’oro del fioretto cubano. Ad alternarsi sul gradino più alto del podio, infatti, sono Elvis Gregory negli anni pari e Oscar Garcia Perez negli anni dispari. Fra inizio e metà degli anni ’90 la scuola cubana del fioretto maschile fece incetta di medaglie a Giochi Olimpici e Mondiali. Nel palmares dei due atleti ci sono, fra le altre medaglie un argento a Barcellona 1992 e un altro bronzo ad Atlanta 1996 entrambi vinti nelle prove a squadre. Elvis Gregory è stato anche medaglia di bronzo individuale sempre a Barcellona 1992. Terminata la carriera agonistica, Gregory ha poi portato avanti la carriera magistrale insegnando anche in Italia prima di spostarsi negli Stati Uniti a Ohio State University.

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La gara preferita dai fiorettisti tedeschi

Con 12 successi individuali complessivi (e uno a squadre) la Germania è una delle Nazioni più vincenti di sempre al Challenge. Una striscia inaugurata da Harald Hein nel 1977 e chiusasi al momento con il successo di Peter Joppich datato 2009. Il tetra campione del Mondo ha chiuso la sua carriera proprio a Parigi al termine della prova a squadre del 2022. Sempre nella capitale francese, ma nella cornice del Grand Palais, Joppich aveva conquistato uno delle sue quattro corone iridate. A portare in alto i colori tedeschi al Coubertin anche Mathias Gey, Torsten Weidner, Udo Wagner, Ralf Bissdorf e Benjamin Kleibrink.

Arrivano gli americani!

Gli anni ’10 del 2000 segnano l’arrivo sulla ribalta degli Stati Uniti. Nel 2015 Race Imboden centra il primo dei suoi due successi (avrebbe poi bissato nel 2016), seguito nel 2017 da Alexander Massialas. Nel 2020 ad allungare la striscia ci ha pensato Nick Itkin. Assieme all’Italia, gli USA condividono il primato di successi nella prova a squadre, che si disputa dal 2003: 5-5 il conto al momento fra le due Nazioni. E chissà che domenica prossima non ci possa essere un nuovo incrocio sulla pedana centrale per spezzare, almeno per un anno, questo assoluto equilibrio.

L’esultanza di Nick Itkin sulle pedane del CIP 2020 (Foto: Bizzi)

Back to back fencing club

Sono al momento gli schermidori che sono stati capaci di imporsi in due edizioni di fila della manifestazione: l’ultimo iscritto al ristretto club è il nostro Alessio Foconi. Come detto il primo a riuscire nell’impresa è stato Christian d’Oriola (1953 e 1954) poi imitato in stretto ordine cronologico da Roger Closset (1955 -1956), Henry Hoskyns (1962-1963), Jean-Claude Magnan (1964-1965), Sándor Szabó (1966-1967), Bernard Talvard (1973-1974), Benjamin Kleibrink (2006-2007) e Race Imboden (2015-2016).

Enzo, l’ultimo dei Rois francesi

La Francia si affida al suo campione Enzo Lefort per provare a riacciuffare quella vittoria nella tappa casalinga che manca da nove anni. E che porta proprio la firma del trentaduenne nativo di Cayenna diventato nel frattempo due volte campione del Mondo a livello individuale e campione Olimpico a squadre. Troppa l’attesa di risentire la marsigliese risuonare al Coubertin, ma l’impresa a cui è chiamato il local hero è di quelle veramente difficili per la spietata concorrenza che si presenterà più agguerrita che mai. Riuscirà ad avere la meglio?

2022, il battesimo del Campione Olimpico

Se la prima vittoria in Coppa del Mondo è un brivido unico e inimitabile, centrarla da fresco campione Olimpico in una tappa così prestigiosa come il Challenge International De Paris vale decisamente di più. Se si vogliono informazioni più dettagliate, basta rivolgersi a Cheung Ka Long. L’hongkonghese, dopo l’oro conquistato a Tokyo battendo in finale Daniele Garozzo, sbanca Parigi avendo la meglio in finale su Edoardo Luperi, con Alessio Foconi che ha conquistato il terzo posto. Per gli azzurri è poi arrivata la vittoria nella prova a squadre strapazzando in finale i padroni di casa.

Chi sarà la prima?

L’introduzione anche della gara femminile è l’ulteriore  ponte verso il futuro di una competizione che ha saputo sempre rinnovarsi mantenendo intatto però il proprio fascino e prestigio. L’ultima tappa della nostra storia del Challenge International De Paris allora non può che essere una porta lasciata aperta sul futuro, una domanda a cui conosceremo risposta nel tardo pomeriggio di sabato 15 gennaio. Chi sarà la prima ad avere l’onore di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro? Il cerchio sembra restringersi attorno alle “solite sospette”, Alice Volpi e Lee Kiefer in testa con la Francia padrona di casa punta forte su Ysaora Thibus. Ma le sorprese possono essere dietro l’angolo.

Twitter: agenna85

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Foto: Bizzi Team