Le azzurra battono gli Stati Uniti in finale e conquistano anche Parigi dopo Belgrado. Terzo posto per il Giappone.
Alice Volpi inarca la schiena e lascia andare l’urlo di liberazione. L’urlo della vittoria. Una scena a cui ci stiamo abituando in questi tempi in cui il fioretto femminile azzurro è tornato a fare il cannibale. A Parigi come a Belgrado, per le avversarie di turno restano solo le briciole. Il grosso se lo prende questo quartetto che anche in contumacia di Arianna Errigo si dimostra la prima forza nel circuito.
Tocca ad Alice, che ieri si è messa in proprio per sbancare la prima storica volta del CIP al femminile, quindi caricarsi sulle spalle la squadra e mettere la firma in calce alle vittorie del quartetto iridato in carica. Il resto lo fanno ottimamente le altre compagne di squadre, tutte impiegate nel corso della giornata da Stefano Cerioni. È devastante Martina Favaretto, decisiva nel rimettere in sesto la semifinale con il Giappone fattasi improvvisamente complicata per le azzurre; è sempre la noalese, in combo con Francesca Palumbo a siglare l’uno-due (leggasi 11-0 in due parziali ai danni di Deschner e Rhodes) che trasforma in pura accademia l’atto finale contro le solite statunitensi.
In mezzo, le facili vittorie contro Romania e Polonia e il già citato match contro il Giappone. Ueno e compagne sono brave a incartare la scherma delle azzurre nella loro tela e nella prima parte di assalto riesco anche a scavare un buon gap che sembra poter orientare l’esito dell’assalto dalla loro parte. Trovata la giusta chiave però, le ragazze di Cerioni impongono la loro maggior classe e alla fine, pur fra mille difficoltà si prendono la finale. L’antipasto dell’ennesimo show che vale la seconda vittoria in due uscite e l’en plein sulle pedane del Coubertin. Difficile davvero immaginare un esordio migliore per le ragazze azzurra nella storica gara parigina.
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Foto: Alessandro Gennari