Thomas Bach apre al ritorno, seppur sotto bandiera neutrale, degli atleti russi e bielorussi sulla scena internazionale. L’Ucraina non ci sta e minaccia di boicottare i Giochi. E intanto la FIE vota il prossimo 10 marzo sulla riammissione.
O noi, o loro. L’Ucraina fa sentire la propria voce tramite il suo Ministro per lo Sport Vadym Guttsait e si dice pronta a boicottare i prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024 qualora si realizzasse il ritorno sulla scena internazionale, seppur senza inno né bandiera, degli atleti russi e bielorussi. Un’ipotesi, quest’ultima, che sta sempre più prendendo corpo e corroborata anche dalle parole del Presidente del CIO Thomas Bach, che in un’intervista rilasciata alla ZDF ha definito “una violazione dei diritti umani” l’esclusione di “atleti russi e bielorussi a causa del passaporto o del luogo di nascita”. Un discorso ritenuto inaccettabile a Kiev e da una Nazione che da 11 mesi ormai è sotto attacco russo, per di più senza che si veda all’orizzonte il benché minimo barlume di una cessazione delle ostilità. E non basta la ferma promessa da parte del massimo organo dell’Olimpismo Mondiale di mantenere il pugno duro contro Russia e Bielorussia a livello istituzionale, ovvero tenendo il bando su inno, bandiera e presenza di rappresentanti statali.
In Ucraina sono decisi a giocare le carte pesanti ed eventualmente rinunciare a partecipare alla prossima edizione dei Giochi a Cinque Cerchi. “La nostra posizione è invariata: finché ci sarà una guerra in Ucraina, gli atleti russi e bielorussi non dovrebbero partecipare alle competizioni internazionali. Se non saremo ascoltati, non escludo la possibilità che boicotteremo e rifiuteremo la partecipazione alle Olimpiadi” aveva infatti affermato Vadym Guttsait nei giorni scorsi. Decisiva in tal senso potrebbe diventare l’assemblea straordinaria che il Comitato Nazionale Ucraino terrà il prossimo 3 febbraio, che ha messo come ordine del giorno proprio il boicottaggio di Parigi 2024. Una vera e propria battaglia politica destinata a una soluzione tutt’altro che semplice. La posta in palio è altissima, compresa la credibilità di un movimento che sull’immediata ondata emotiva dell’invasione russa in Ucraina aveva proclamato il pugno duro e che ora sembra fare, seppur parzialmente, un passo indietro.
Sul fronte scherma, si attendono le decisioni che verranno prese il prossimo mese di marzo nel congresso straordinario della FIE indetto lo scorso novembre. Con la partenza del cammino di qualificazione a Parigi 2024 alle porte, è chiaro che una decisione nell’uno o nell’altro senso deve essere presa. L’apertura di Bach potrebbe essere propedeutica a una soluzione positiva per russi e bielorussi, ma Ilgar Mammedov non si esprime in tal senso: “Il 10 marzo si terrà il congresso della FIE, forse la nostra Federazione prenderà una decisione” ha dichiarato il Presidente della Federazione russa a Sport Express “L’umore nella federazione internazionale? Stanno aspettando che la decisione venga dall’alto”.
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Foto: Alessandro Gennari/Pianeta Scherma