L’esplosione di Macchi, il ritorno al podio di Camilla Mancini. Ma anche le buone prestazioni dei giovani e tanti altri aspetti positivi nelle pieghe della gara. E se qualche neo non è mancato, a Torino l’Italia del fioretto conferma il trend positivo di inizio stagione.
La quiete dopo la tempesta. In una Torino che sembra aver riportato indietro le lancette del tempo al 2020, quando allora come in questo 2023, a imporsi nel Grand Prix furono Ysaora Thibus e Gerek Meinhardt, l’Italia del fioretto porta a casa quattro piazzamenti sul podio e tante indicazioni per il prossimo futuro. Resta il rammarico per non essere riusciti a far risuonare l’Inno di Mameli al Pala Alpitour, davanti a una cornice di pubblico di ottimo impatto capace di far sentire calore agli azzurri impegnati in pedana, ma nel più classico degli enigmi del bicchiere, la sensazione nel quartier generale azzurro è decisamente tendente al mezzo pieno. Anzi, facciamo pure per tre quarti pieno.
Qualche neo c’è stato: le precoci eliminazioni di Tommaso Marini e Alice Volpi (con la senese che può recriminare per qualche decisione arbitrale sfavorevole proprio nei momenti clou del match del match contro la Scruggs), le difficoltà di Marina Favaretto, ma di contro Stefano Cerioni ha raccolto dalle pedane piemontesi tantissimi elementi che possono farlo sorridere. E questo è, a conti fatti, quello che più conta: la tappa di casa doveva servire per dare continuità al percorso fatto sin qui e per mettere in vetrina i tanti giovani talenti a disposizione dell’Italia. Ed entrambe le missioni sono state portate a termine con successo.
Super Pippo in rampa di lancio – Primo dato meramente numerico: sono arrivati altri quattro piazzamenti sul podio, due per settore, con l’allungamento di un ulteriore tacca del filotto di gare con almeno un italiano in “zona medaglia”. Filippo Macchi, già bravissimo a Parigi quando si spinse fino alle soglie del podio, a Torino ha alzato ulteriormente l’asticella e il proprio voto in pagella. La sconfitta contro Meinhardt, smaltita la giusta delusione per come è maturata e per i problemi fisici che hanno impedito a “Pippo” di capitalizzare al meglio il bruciante avvio di assalto, ha il sapore di essere il clic che potrebbe lanciare definitivamente il fiorettista di Navacchio nel novero dei più forti. Le vittorie di autorevolezza contro avversari decisamente quotati come lo spagnolo Carlos Llavador, lo statunitense Miles Chamley Watson e il ceco Alexander Choupenitch sono tanti segnali che il ragazzo ha talento e personalità, ribadita anche nel mettere sotto senza troppi timori Gerek Meinhardt a inizio finale. La sensazione data dal nipote del compianto Maestro Carlo è stata quella che l’appuntamento con il bersaglio grosso è solo rimandato e non troppo in là nel tempo.
Dani Garozzo e gli altri azzurri – Durante la conferenza stampa di presentazione delle nuove tute della Nazionale verso Parigi 2024 alla vigilia del Grand Prix Daniele Garozzo, interpellato sugli obiettivi della sua gara, aveva risposto con una battuta “L’anno scorso ho fatto 64, posso solo fare meglio”. Detto, fatto. “Dottor fioretto” ha messo in pedana la sua solita immensa dote di testa e cuore mettendo a segno il suo primo podio nella gara di casa cedendo solo a un ispiratissimo Gerek Meinhardt. Fra i protagonisti della giornata di domenica in chiave azzurra anche un pimpante Alessio Foconi, che nella “sua” Torino ha trovato strada sbarrata da Macchi verso il podio, e Davide Filippi. Il padovano di scuola Comini si “vendica” dopo un’entusiasmante rimonta della sconfitta subita a Parigi proprio da Enzo Lefort e tiene botta fino all’ultimo al compagno di sala Alexander Choupenitch giocandosi un posto sul podio.
Solidità Cipressa, Mancini che ritorno, Palumbo garanzia – Uscita presto di scena Alice Volpi, che ha così fermato a due la sua striscia di vittorie consecutive, è toccato a Erica Cipressa e Camilla Mancini prendersi il posto sul podio dopo una prestazione per entrambe di grande spessore. La veneziana figlia d’arte ha rischiato solo in avvio di match nel derby contro Martina Batini nel tabellone delle 32, quando è andata sotto nel punteggio. Rimesso in piedi e poi vinto il match con la compagna di avventura agli ultimi giochi di Tokyo, Erica ha messo in fila le avversarie una dietro l’altra. Splendido, in tal senso, il match con Lauren Scruggs che poco prima era riuscita a imbrigliare e battere Alice Volpi e che invece trova in Cipressa un muro invalicabile. Podio ritrovato dopo tre anni per Camilla Mancini. E che podio per la frascatana: la rimonta con Ueno agli ottavi di finale e lo scalpo di Harvey ai quarti sono gli highlight della giornata di una fiorettista dall’indubbio talento ma di fatto mai del tutto esplosa. Riparte da qui e da un titolo italiano vinto la scorsa estate per rilanciare le proprie azioni in ottica futura. Buona gara anche per Francesca Palumbo: la lucana non riesce a proseguire il suo filotto di podi, ma centra comunque una finale a otto e si ferma soltanto al cospetto di Ysaora Thibus.
Bene i Giovani – Fra i più attesi sulle pedane di Torino, senza dubbio i tanti giovani che hanno potuto mettersi alla prova contro i più forti. Al femminile bene in particolare Matilde Calvanese, Aurora Grandis e Matilde Molinari, tutte capaci di spingersi fino al tabellone delle 32 e giocarsela alla pari con atlete più esperte. Compresa quella Jessica Guo che pur essendo coetanea di Molinari (entrambe sono classe 2005), gareggia regolarmente da almeno un triennio se non più nel circuito maggiore. Al maschile nota di merito per Damiano Di Veroli, che nel primo assalto ha ceduto soltanto all’ultima stoccata contro il vice-campione del Mondo di Budapest 2019, il britannico Marcus Mepstead.
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Foto Alessandro Gennari