USA Fencing rinnova la propria contrarietà alla riammissione di Russia e Bielorussia

Scherma - Usa Fencing rinnova veto alla riammissione di atleti russi e bielorussi

Alla vigilia del Congresso Straordinario della FIE, la Federazione Americana di scherma rinnova il suo “inamovibile veto” al ritorno di Russia e Bielorussia alle competizioni internazionali anche in regime di neutralità.

 

Alla vigilia del Congresso Straordinario della FIE chiamato a decidere sul rientro di atleti russi e bielorussi nelle competizioni internazionali (previsto per oggi 10 marzo), la USA Fencing ha rinnovato il proprio veto a questa possibile soluzione anche in forma neutrale. In una lettera scritta dal tesoriere Samuel Cheris, la federazione statunitense di scherma ha ribadito la propria posizione contraria e, soprattutto, ha auspicato che le altre federazioni membra della FIE «mostrino che le loro fibre etiche e morali siano più forti dell’opportunità politica di assecondare chi fa pressione per avere i suoi voti in cambio di qualcosa». Le parole di Cheris fanno riferimento a presunti tentativi di corruzione – da lui stesso denunciati lo scorso novembre – perpetrati da un ente sportivo benefico russo in occasione del Congresso FIE di novembre al fine di ottenere voti favorevoli alla riammissione degli atleti russi e bielorussi.

«Io e tutta la USA Fencing» continua Cheris «siamo fermamente contrari al fatto che si permetta di gareggiare ad atleti di qualsiasi nazione che siano dentro o direttamente supportati dalle loro istituzioni militari che stanno commettendo crimini di guerra contro civili di un altro Paese. Se questi atleti vogliono gareggiare, rinuncino a qualsiasi supporto militare, rinuncino alla loro cittadinanza e rinneghino il loro supporto alle atrocità. Se questa può suonare come una misura drastica, lo è. Come lo è invadere uno stato sovrano e uccidere i civili, e i mali estremi richiedono rimedi estremi. Molti di questi atleti sono colpevoli, direttamente o indirettamente, di supportare attivamente o passivamente il loro governo aggressore. Chi in Russia osserva passivamente, offre la tacita approvazione a queste attività».

Da qui l’affermazione della assoluta contrarietà alla riammissione, anche sotto eventuale bandiera neutrale: «Finché la guerra continua, la nostra posizione sulla partecipazione degli atleti di questi Stati non deve cambiare. Concedendo loro di partecipare, anche sotto il cosiddetto “status neutrale” quando comunque continuano a essere finanziati e supportati dal governo russo, è inaccettabile. Lavoriamo per il momento in cui potremmo accogliere nuovamente i nostri colleghi russi sulle pedane in pace, ma questo tempo non è adesso».

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Foto Pavia/Bizzi Team