Azzurre battute in rimonta dalla Corea del Sud, per loro arriva comunque il secondo podio di fila, il terzo in stagione. L’Ucraina risorge e conquista il terzo posto.
Se quella di Sint Niklaas doveva essere l’ultima prova generale prima di intraprendere il cammino di qualificazione verso i Giochi di Parigi 2024 (primo appuntamento a maggio, in Georgia), allora Nicola Zanotti può affrontare con assoluta serenità la strada che porta verso le prossime Olimpiadi: l’Italia della sciabola femminile è pronta per recitare la parte della protagonista, e oggi ne è arrivata ulteriore certificazione. Secondo posto a Sint Niklaas, secondo piazzamento sul podio consecutivo dopo quello di Atene, il terzo su quattro uscite stagionali. E l’unico passo falso nella strana gara di Tashkent, quando tutte le big sono cadute lungo il percorso lasciando palcoscenico alla prima storica vittoria della Bulgaria ai danni dell’Azerbaigian, derubricata a semplice incidente.
Un risultato, quello maturato sulle pedane belghe che paradossalmente sta anche stretto alle ragazze di Nicola Zanotti. Perché l’assalto contro una Corea completamente rinnovata, Martina Criscio, Rossella Gregorio e Chiara Mormile (Michela Battiston a completare il quartetto) sembravano averlo messo sul giusto binario dopo un avvio in cui le due squadre hanno marciato senza che l’una riuscisse a prendere un netto vantaggio sull’altra ma dove le azzurre hanno comunque sempre avuto il comando delle operazioni. Ma alla penultima frazione, il parzialone (11-3) della diciannovenne Choi Sebin su Rossella Gregorio – fresca del terzo posto nella prova individuale – ha ribaltato tutto, mentre Jeon Eunhye ha poi completato il lavoro chiudendo sul 45-42 malgrado il tentativo di rimonta di Martina Criscio.
Oltre al secondo posto, il ct livornese porta a casa anche tante altre indicazioni decisamente positive in ottica futura. Innanzitutto la comprovata solidità della stessa Criscio nella sempre delicata frazione di chiusura. La foggiana è stata decisiva in tanti momenti caldi, come le rimonte ai quarti di finale contro la Grecia e, soprattutto, in semifinale contro l’Ucraina con il 9-3 imposto a Olga Kharlan valso il passaggio alla finalissima. C’è poi l’aspetto della compattezza del quartetto, capace diventare tutt’uno nelle difficoltà e trovare sempre la via d’uscita anche dalle situazioni un po’ più complicate. Perché il cammino di oggi, fra qualche passaggio a vuoto di troppo e assalti che hanno rischiato di mettersi più in salita di quanto preventivabile, è stato tutt’altro che lineare; ma il modo in cui tutte e quattro le ragazze hanno saputo dare il proprio contributo remando nella stessa direzione è una notizia rassicurante alla vigilia di un anno cruciale.
Fra le storie da raccontare oggi da Sint Niklaas c’è spazio anche per il terzo posto dell’Ucraina. Le ragazze di Andrea Terenzio, il cui umore dopo le notizie degli ultimi giorni sulla possibile riammissione di russi e bielorussi alle gare è facilmente immaginabile, fanno quadrato attorno alla capitana Olga Kharlan e sfoderano una prestazione di squadra tutta cuore grinta di cui ne fanno le spese la favorita Francia – addirittura rimasta fuori dalle 8 – e la Germania, prima del già raccontato stop imposto dall’Italia in semifinale. Il resto lo fa il 45-41 all’Ungheria nella finalina con in palio la terza piazza, artigliando un podio dal valore simbolico enorme per un gruppo di ragazze che da oltre un anno deve fare i conti con infinite difficoltà.
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Foto Eva Pavia/Bizzi