Chiudendo al terzo posto il Grand Prix di Busan, la fiorettista veneziana è diventata la settima azzurra a centrare il podio nella disciplina in stagione. Rendendo ancora più impressionanti i numeri dell’Italia nel circuito di Coppa del Mondo.
«Felice è il mio secondo nome!!». Nelle poche parole usate da Martina Sinigalia per commentare il suo primo podio in carriera in Coppa del Mondo è racchiuso tutto lo stato d’animo della ventottenne veneziana che quelle quote, sinora, non le aveva mai raggiunte. Difficile contraddirla, del resto: centrare un risultato di questo prestigio in un contesto come una gara Grand Prix – che peraltro capita a ridosso del via al periodo di qualifica Olimpica – e farlo con una gara del livello espresso sulle pedane di Busan è qualcosa che ripaga appieno dalle fatiche di una giornata tutt’altro che banale. Ben oltre il netto punteggio con cui ha scollinato i primi due assalti contro Francesca Palumbo, amica oltre che compagna di allenamenti in Nazionale, e Amita Berthier o l’autorevole 15-9 con cui ha avuto la meglio di Erica Cipressa per guadagnarsi per la prima volta l’accesso in una finale a otto. Perché il vero snodo della giornata di Martina è stato l’assalto con Anne Sauer, controllato a lungo dall’azzurra e rimesso in discussione dalla tedesca quando la stessa numero 8 al Mondo sembrava ormai sull’orlo del baratro quando il punteggio recitava 10-14. Al bivio fra la felicità e il rammarico, l’azzurra ha saputo trovare il guizzo vincente che l’ha condotta sulla prima strada primo dello stop imposto dalla giapponese Azuma.
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Nelle pieghe della gara coreana c’è ben altro, ed è una statistica decisamente interessante che rende ancora meglio l’idea – qualora se ne fosse sentito il bisogno – di quanto impressionante è stato fin qui il cammino dell’Italia del fioretto femminile in questa stagione: Martina Sinigalia è la settima azzurra a centrare almeno un podio nel corso delle cinque tappe sin qui disputate. E in ognuna di queste, l’arma guidata da Stefano Cerioni ha portato sempre due atlete sul podio con un bilancio di tre vittorie, due secondi posti e cinque terzi posti. E se l’assenza di Inna Deriglazova e compagne è sempre elemento che fa da sfondo e di cui va sempre tenuta debita considerazione dato che le russe hanno rappresentato le maggiori concorrenti delle azzurre, resta altrettanto impossibile non notare la “profondità” della rosa azzurra. La Francia, a titolo di esempio ha portato a podio la sola Ysaora Thibus (una vittoria e un terzo posto per lei), così come gli Stati Uniti hanno potuto contare sulla sola Lee Kiefer, sempre presente con la sola eccezione del Grand Prix di Torino.
In casa Italia a guidare la classifica delle “presenzialiste” stagionali sul podio c’è Alice Volpi. La toscana, dopo la partenza bruciante fatta di due vittorie in due uscite fra Belgrado e Parigi, ha rallentato un po’ il ritmo “marcando visita” a Torino e al Cairo ma ritrovando il feeling con la zona medaglie proprio a Busan dove ha chiuso al terzo posto in un mix sentimentale fra soddisfazione per l’ennesimo risultato positivo in carriera e un pizzico di rammarico per l’inizio del match con Kiefer che l’ha costretta a un lungo e dispendioso inseguimento.
Immediatamente dietro c’è Francesca Palumbo con i due terzi posti centrati proprio nelle tappe vinte dalla senese cui si deve aggiungere la finale a otto nel Grand Prixi di Torino. Quindi il pokerissimo guidato in rigoroso ordine di importanza di piazzamento da Martina Favaretto e completato da Erica Cipressa, Martina Batini – tornata ad esprimere la sua scherma migliore oltre che nelle prime 16 della classifica – Camilla Mancini oltre ovviamente all’ultima iscritta al club, Martina Sinigalia. Prima di Europei e Mondiali restano ancora tre tappe da disputare e la possibilità di scrivere nuovi record. Sempre che l’evoluzione della situazione internazionale, che ha già portato alla cancellazione della tappa di Tauber e rischia di far fare la medesima fine a quella di Poznan, lo permetta. Ma questa è un’altra storia.
Twitter: agenna85
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Foto Augusto Bizzi