Malgrado sia decaduto, seppur in maniera condizionata, il ban per gli atleti di Russia e Bielorussia, questi non sono ancora scesi in pedana e non saranno in gara nemmeno nel prossimo fine settimana. Il tutto nel pieno delle qualificazioni olimpiche.
Dove sono gli atleti di Russia e Bielorussia? Titola così il pezzo uscito qualche giorno fa sul sito di Nbc Sports e la domanda posta dal portale statunitense è effettivamente più che lecita. Il Grand Prix di sciabola di Seul avrebbe dovuto segnare il ritorno, sebbene a ben precise condizioni (neutralità e non affiliazione a gruppi sportivi militari o legati alle forze di sicurezza), degli atleti russi e bielorussi sulla scena internazionale a oltre un anno di distanza dall’ultima apparizione. Avrebbe, per l’appunto, perché nelle entry list della gara che ha dato ufficialmente il via alla corsa verso Parigi 2024 non compariva alcun rappresentante di questi due paesi, nemmeno sotto bandiera neutra. E lo stesso sarà per le gare di questo fine settimana, quando sono in programma il Grand Prix di spada a Cali e le tappe di Coppa del Mondo di fioretto femminile a Plovdiv e fioretto maschile ad Acapulco. Una situazione alquanto paradossale quindi quella che stanno vivendo gli atleti russi, nel limbo fra il divieto di competere decaduto a seguito della decisione del congresso FIE del 10 marzo e la burocrazia che ancora ne rallenta il rientro.
Come ha spiegato il presidente della Federazione Russa di scherma Ilgar Mammedov, alla base di questa ulteriore assenza vi sarebbero stati degli impedimenti e delle lungaggini burocratiche da parte dello stesso massimo organismo schermistico mondiale. Al punto che lo stesso Mammedov ha chiesto alla Federazione Internazionale che il risultato di Seul non fosse tenuto in conto per la per qualifica Olimpica proprio in virtù dell’assenza dei suoi atleti. Lo scorso mese di aprile, la FIE aveva chiesto alla Russia di compilare un elenco di atlete e atleti che rispondessero ai criteri indicati da Bach per risultare eleggibili a competere ma al momento da Losanna non sarebbe pervenuta ancora alcuna risposta malgrado tutto fosse stato fatto per tempo con tanto di rassicurazioni su questo aspetto. «Ci eravamo mossi nei tempi giusti, seguendo le istruzioni che loro ci avevano dato» aveva dichiarato Mammedov all’agenzia statale TASS alla vigilia del Grand Prix di Seul «li abbiamo anche avvisati che per noi sarebbe stato impossibile partecipare se avessero continuato a rimandare la decisione. Ci era stato assicurato che tutto era a posto, che non avremmo dovuto preoccuparci e che saremmo stati eleggibili in tempo per partecipare. Ma ora stiamo vedendo esattamente il contrario».
A distanza di qualche giorno la situazione non sembra aver avuto sviluppi positivi per la Russia. Anzi. «La FIE ha smesso di rispondere alle nostre lettere e ancora il comunicato su atleti e staff non è arrivato. Cosa possiamo fare?» ha commentato Mammedov in un’intervista concessa al portale RIA Novosti nella giornata di martedì 2 maggio «Non potremo nemmeno competere nei tornei in Colombia, in Messico o in altre gare. Abbiamo già inviato una lettera al ministro dello sport per rimuovere questi tornei dal piano». Nel fine settimana dunque si torna in pedana per una nuova tappa verso Parigi 2024, ma il caos che regna nella scherma – ma la situazione è copiabile in carta carbone su tutti gli sport Olimpici e non solo – sembra ancora ben lungi dall’essersi risolto una volta per tutte.
Anche perché se da una parte la Russia spinge per poter tornare, dall’altra la Federazione Ucraina sta spingendo con tutti i mezzi perché la decisione dello scorso 10 marzo sia considerata carta straccia: l’ultima mossa è dello scorso 5 aprile con un ricorso presso il Tribunale Distrettuale di Losanna perché provveda a sospendere la decisione presa dal Consiglio Straordinario FIE dello scorso 10 marzo.
Twitter: agenna85
Pianeta Scherma sui social: Instagram, Telegram, Facebook
Foto Bizzi