Lo sappiamo, i duelli in punta di spada sono una delle certezze del mondo dell’intrattenimento. Ma la scherma sportiva, quella che pratichiamo ogni giorno nelle nostre sale scherma, può avere appeal televisivo? Nell’annosa questione si inserisce l’esperienza della serie coreana Venticinque e ventuno.
La domanda non è certo nuova: la scherma sportiva può rivelarsi una scommessa vinta sul piccolo schermo? Inutile girarci troppo intorno, il nostro sport ha spesso faticato a livello televisivo, in particolare nel nostro paese. Definita troppo complessa, troppo lenta, troppo “da addetti ai lavori”, la scherma trova ancora pochi spazi nel palinsesto ed esperimenti arditi come Duellando con le stelle, format russo che portava i vip a sfidarsi sulle pedane, non hanno attecchito più di tanto.
Eppure, se inserita nel giusto contesto, la scherma può rivelarsi un valore aggiunto per i prodotti televisivi e cinematografici. No, non c’è bisogno di inventarsi assurde coreografie di gambe scherma danzate per riuscire a catturare il pubblico (sì, Sfida d’onore, sto parlando proprio di te) perché è sufficiente mostrare l’essenza stessa della disciplina, fatta di determinazione, sacrificio e sogni a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze per scoprire che la scherma ha già in sé tutti gli elementi indispensabili per costruire una narrazione che possa avvincere completamente lo spettatore.
A supportare questa tesi ci pensa la serie televisiva sud-coreana Venticinque e ventuno, che in Italia è presente nel catalogo Netflix. Per me è stata la prima esperienza con un prodotto seriale asiatico e ammetto di averla iniziata senza alcuna aspettativa, solo perché mi avevano detto che “parlava di scherma”. Ebbene, dopo aver guardato tutti i 16 corposi episodi che compongono la serie (della durata di 70 minuti ciascuno) posso dire che Venticinque e ventuno fa molto più che parlare di scherma perché in realtà ne cattura l’essenza e la rende protagonista assoluta. Uscita nel febbraio 2022 in Corea del Sud, la serie è balzata subito in cima alle classifiche, risultando uno dei prodotti più visti di sempre nel Paese e veicolando grande attenzione sulla scherma e sulle sue dinamiche. Ambientata durante la crisi finanziaria che ha colpito la Corea nel corso degli anni Novanta, Venticinque e ventuno ci racconta una storia d’amore e di crescita tra due adolescenti alle prese con i propri sogni e ambizioni in un Paese che raccoglie i cocci e offre pochissime prospettive e opportunità ai suoi giovani.
Na Hee-do è una sciabolatrice che vede chiuso a causa di mancanza di fondi il corso di scherma della sua scuola. Determinata a diventare una campionessa come il suo idolo Go Yoo-rim, riesce a convincere la severa madre a trasferirla nello stesso costoso istituto della sua beniamina, per poter proseguire gli allenamenti e incrementare le proprie capacità. I miglioramenti di Hee-do, però, fanno nascere un’accesa rivalità tra lei e Yoo-rim, che peggiora quando entrambe vengono convocate in nazionale. Entrambe le ragazze, inoltre, sono legate a Baek Yi-jin, ragazzo appartenente a una ricchissima famiglia ormai caduta in disgrazia che cerca di costruirsi una propria identità al di fuori dell’ingombrante eredità familiare.
Come si capisce già dalla trama, la scherma non è il fulcro di Venticinque e ventuno, eppure allo stesso tempo ne è il cuore pulsante. La protagonista della vicenda fa del suo sport la sua ragione di vita e trasmette agli spettatori tutta la sua immensa passione. Nel corso della serie Na Hee-do cresce, si innamora, scopre l’amicizia, sperimenta la giovinezza ma in tutte queste esperienze la scherma è sempre presente, come obiettivo e quotidianità per la ragazza. Da semplice elemento accessorio della storia, di fatto, diventa vero e proprio personaggio principale.
Per uno schermidore, guardare Venticinque e ventuno si rivela una gran bella esperienza: al di là del fatto che la serie è ben fatta, ben recitata e con una grande colonna sonora, è bellissimo ritrovare in TV il proprio sport, rappresentato con accuratezza e con tutta la sua infinita gamma di emozioni. L’esperimento sudcoreano dimostra come, se utilizzata in maniera intelligente, la scherma può rivelarsi terreno fertile per costruire storie di grande impatto, che sfruttino la componente spettacolare insita nella disciplina e il suo sistema di valori per dare vita a prodotti che puntano decisi sul piano dell’emozione. Io non posso che consigliarvene la visione, con la speranza che il fortunato esempio di Venticinque e ventuno venga seguito anche in altri paesi e di vedere sempre di più la scherma protagonista anche a livello televisivo e cinematografico.
Instagram: clack_87
Pianeta Scherma sui social: Instagram, Telegram, Facebook