Tripletta azzurra a Milano. Alice Volpi è campionessa del mondo per la seconda volta in carriera, a 5 anni di distanza da Wuxi 2018. Rientro d’argento per Arianna Errigo. Martina Favaretto si conferma al vertice con un bronzo bellissimo.
Il solito fioretto. Le solite fiorettiste. Tornate più forti che mai, nell’appuntamento più importante, il Mondiale in casa, celebrato con una di quelle triplette destinate alla storia e il primo oro italiano in questa rassegna iridata. Alice Volpi, Arianna Errigo e Martina Favaretto, oro, argento e bronzo, in quest’ordine. Anzi, oroargentoebronzo, tutto attaccato.
Alice Volpi conquista il suo secondo titolo mondiale individuale in carriera e aggancia proprio Arianna Errigo, sua avversaria in una finale dall’atmosfera ovattata, senza tecnici a fondo pedana, senza urla dagli spalti, con gli applausi che scrosciano indifferentemente per le stoccate dell’una o dell’altra. L’ultimo, il più lungo e prezioso, è per Alice, che chiude 15-10 scappando via nel finale di un assalto equilibratissimo per due terzi e si cinge il collo d’oro e dell’abbraccio sincero della connazionale, che la va a cercare due volte per celebrarla come merita. Sofferta la semifinale con Lee Kiefer, portata a casa con un 15-13 costruito in rimonta, una stoccata dopo l’altra, dopo essere stata sotto di 3. Meno sofferto il quarto di finale contro Martina Batini, un derby tremendo che ci ha privati di un possibile podio tutto azzurro, finito 15-7 dopo un avvio che aveva visto proprio la Batini portarsi avanti per prima. Una giornata non semplice quella di Alice, che ha rotto il ghiaccio con un 15-12 sulla coreana Sena Hong per poi trovarsi subito un ostacolo importantissimo, l’americana Lauren Scruggs, sconfitta 15-14 con un’ultima stoccata letteralmente rincorsa lungo tutta la pedana, prima di liberare un urlo che aveva tanto l’aria di essere il manifesto della giornata della poliziotta senese.
Il cammino di Arianna Errigo è quello di un’atleta che sembra aver ritrovato la serenità, la sicurezza e la condizione psicofisica dei giorni migliori. Il 15-10 contro Martina Favaretto è la conferma. Contro un’avversaria più giovane, certamente più inesperta, ma reduce da una stagione straordinaria con le sue due prime vittorie in Coppa del Mondo e un argento continentale individuale, Arianna non lascia scampo: scatta in avanti sul 7-4, si concede un breve passaggio a vuoto al centro dell’assalto, torna a correre nel finale per chiudere 15-10. Prima della semifinale, l’insidia più grande era arrivato agli ottavi. Prematuramente, certo, per una come lei, colpa di un ranking viziato da un anno intero di inattività. A farne le spese, però, è stata Ysaora Thibus, che si è ritrovata la migliore versione della Tsunary d’antan in un momento in cui non avrebbe certo voluto incontrarla, tenendole testa per due terzi di match prima di cedere 15-10. Peggio era andata a chi l’aveva incrociata prima, come la canadese Zhang, stesa 15-6 nelle 64, e la cinese di Hong Kong Chan, sconfitta 15-9. Molto peggio a chi se l’è ritrovata ai quarti, la rumena Malina Calugareanu, liquidata 15-2 in un minuto e 48 secondi di cronometro.
Il bronzo di Martina Favaretto completa una splendida giornata ed è un’altra prova di maturità da parte di una ragazza del 2001 che ormai è stabilmente tra le grandi. La greca Garyfallou, la giovanissima britannica Stutchbury (capace di porle una resistenza strenua nonostante i 17 anni), la francese Blaze, la giapponese Azuma sono le testimoni della sua ascesa, frenata solo da una Errigo a tratti ingiocabile. È il Dream Team che fa il Dream Team, e se qualcuno aveva dubbi sulle condizioni di Arianna Errigo, questa gara individuale le ha fugate. Tra due giorni sarà prova a squadre, con Francesca Palumbo al posto di Martina Batini e un solo obiettivo: la medaglia d’oro. Perché l’Italia del fioretto femminile non può che puntare più in alto possibile.
Twitter: GabrieleLippi1
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Foto Augusto Bizzi