Ungheria regina nella sciabola a squadre. Vola il Giappone, qualche delusione da Francia e Stati Uniti che comunque fanno la loro parte. Il Mondiale di Milano 2023 delle altre Nazioni.
L’Italia davanti a tutti, dietro una pattuglia di altri 13 Paesi a completare il medagliere dei Mondiali di scherma Milano 2023. Se gli Azzurri sono stati indiscutibilmente i protagonisti assoluti della rassegna iridata all’ombra del Duomo, prendendosi nel complesso un quarto esatto delle medaglie in palio nella rassegna iridata e influenzando sul giudizio sui Mondiali delle altre Nazioni, le pedane del MiCo hanno regalato tanti spunti di analisi decisamente interessanti anche al di fuori dell’ambito italiano.
Francia
L’oro di Marie Florence Candassamy nella prima giornata aveva aperto subito alla grande il Mondiale della Francia, ma a conti fatti quello della spadista è rimasto l’unico oro di tutto il Mondiale. Se numeri alla mano si può parlare di passo indietro rispetto al Cairo 2022 (quando arrivarono 8 medaglie e soprattutto 4 ori), il voto in casa Francia supera abbondantemente la sufficienza. Cinque armi su sei a medaglia, con l’eccezione della sciabola maschile che comunque ci è andata molto vicina. Sulla strada di fiorettisti e spadisti nelle prove a squadre si è parata una versione extra lusso dell’Italia galvanizzata anche dal fattore campo, Enzo Lefort ha chiuso per la terza edizione di fila un Mondiale a medaglia, Romain Cannone ha nuovamente lasciato il segno e il quartetto delle sciabolatrici si è dimostrato ancora una volta garanzia di medaglie, sebbene l’argento finale rischia di lasciare grandi rimpianti per il modo in cui è maturato. La stessa sciabola femminile rappresenta anche una delle ombre del Mondiale francese: la doppietta oro -argento firmata all’Europeo da Manon Brunet e Sara Balzer alimentava grandi sogni, ma entrambe sono rimaste fuori dal podio. La prima battuta ancora dalla sua “bestia nera” Theodora Gkountoura, la seconda incapace di trovare le contromisure alla bulgara Yoana Ilieva. Fra le delusioni non si può non citare la squadra di spada femminile: il quinto posto finale non era certo il risultato sognato da un collettivo capace di dominare in Coppa del Mondo e vincere un titolo Europeo non più tardi di un mese fa.
Ungheria
Mondiale di altissimo profilo per l’Ungheria, che chiude come seconda forza del medagliere dietro all’Italia e con soltanto un oro in meno rispetto agli azzurri. Gran parte del merito va alla sciabola: Aron Szilagyi si è preso il bronzo nella prova individuale e poi ha guidato i suoi alla conquista di un titolo a squadre che in casa magiara mancava da ben 16 anni. Un’eternità per una Nazione che in quest’arma vanta una tradizione costruita su successi in serie. Per porre fine al regno della Corea del Sud serviva una grande impresa e grande impresa è stata. Il tre volte Campione Olimpico ha indossato il costume da Alieno delle migliori occasioni (la botta del 45-42 è roba da guardare e riguardare in loop) e sulle sue corde si sono allineati Andras Szatmari e Csanad Gemesi. Spettacolare anche la prova delle ragazze, che un anno dopo l’oro vinto al Cairo si confermano anche a Milano. Un team dall’età media giovanissima (22 anni, ma solo per “colpa” dei 28 di Anna Marton) che potrà garantire all’Ungheria tante soddisfazioni e per molti anni. Soprattutto se la già citata Marton riesce a recuperare pienamente dopo i tanti infortuni che hanno segnato gli ultimi anni. Il complemento perfetto da innestare nel terzetto delle “ragazze terribili” Sugar Battai, Luca Szucs e Liza Pusztai. Il terzo oro della spedizione porta la firma di Mate Tamas Koch nella spada maschile. Delusione invece per la squadra, sorpreso dal Venezuela ai quarti di finale e fuori subito dalla lotta alle medaglie.
Giappone
Per il Giappone un Mondiale con lode, chiuso con un bottino di due medaglie d’oro e altrettante di bronzo. Misaki Emura diventa la quarta donna della storia a fare back to back iridato nella sciabola femminile dopo Elena Yemayeva, Mariel Zagunis e Olga Kharlan. La ventiquattrenne figlia d’arte (papà Koji è stato fiorettista con una partecipazione ai Giochi di Seul 1988) corona così nel migliore dei modi una stagione vissuta con grandissima regolarità e mette a segno una curiosa statistica: sulle tre vittorie centrate a livello Senior, due sono arrivate in una rassegna iridata e una soltanto in una tappa di Coppa del Mondo. Il resto del raccolto di medaglie è merito del fioretto: l’oro nella prova a squadre maschile è una storica prima volta, il bronzo in quella femminile la conferma della bontà del gruppo plasmato da Franck Boidin. Bene anche Kyosuke Matsuyama, bronzo nel giorno del trionfo di Tommaso Marini.
Stati Uniti
Un oro, un argento, due bronzi. Questo il responso finale delle pedane milanesi per gli Stati Uniti, che sfruttano a pieno le loro carte migliori per la medaglia per timbrare ancora una volta il cartellino. Vero, qualche delusione c’è stata: il quarto posto a squadre e la giornata opaca delle due punte Alexander Massialas e Gerek Meinhardt nella gara individuale di fioretto maschile ad esempio, anche se comunque c’è stato l’argento conquistato da Nick Itkin. Discorso analogo per quanto riguarda il fioretto femminile, con le ragazze rimaste giù dal podio a squadre ma con Lee Kiefer ancora una volta sugli scudi a livello individuale. Per l’Olimpionica di Tokyo 2020, si tratta della terza medaglia iridata in carriera e anche in questo caso (come già accaduto a Catania 2011 e lo scorso anno al Cairo) si è trattato di un bronzo. Il piatto forte della trasferta Usa all’ombra del Duomo è però l’oro vinto da Eli Dershwitz nella sciabola maschile individuale. Mai prima di lui uno sciabolatore statunitense si era spinto in cima al Mondo, farlo dopo aver battuto in stretto ordine dapprima Aron Szilagyi quindi Sandro Bazadze rende tutto ancora più bello.
Gli altri
La gara individuale di sciabola femminile ha confermato al vertice della disciplina le due greche Despina Georgiadou e Theodora Gkountoura, ma ha anche regalato alla Bulgaria la prima storica medaglia iridata al femminile. Più in generale, dalle parti di Sofia il podio iridato mancava da quarant’anni esatti, da quando cioè a Vienna 1983 i gemelli Vasil e Hristo Etropolski fecero rispettivamente oro e bronzo nella sciabola maschile individuale. Dati che danno enorme valore all’impresa compiuta da Yoana Ilieva a Milano. Restando in ambito sciabola, nel maschile da segnalare la bella medaglia di bronzo vinta dall’egiziano Ziad Elsissy e l’ennesimo piazzamento sul podio di Sandro Bazadze, che completa così l’intera stagione senza macchiare il proprio cv con un piazzamento fuori dalla zona medaglie. A squadre fa rumore la caduta dello squadrone coreano, che comunque arriva all’argento e dà vita assieme all’Ungheria a una finale di grande spettacolo e intensità. Fa un altro passo nella storia Hong Kong, che nel fioretto maschile ha centrato la prima medaglia iridata a squadre dopo che l’anno scorso al Cairo Cheung Ka Long aveva rotto il ghiaccio a livello individuale.
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Foto Alessandro Gennari/Pianeta Scherma