Lo spadista, medaglia d’argento a Milano2023, racconta speranze e desideri in vista delle Olimpiadi di Parigi e della sala scherma intitolatagli
Ad aprile di quest’anno il Creps Antilles-Guyane di Les Abymes, in Guadalupa, ha intitolato una sala di scherma allo spadista Yannick Borel, campione del Mondo nel 2018 e quattro volte campione Europeo. I Creps sono centri statali dedicati allo sport di alto livello e alla formazione, uno per regione della Francia metropolitana e due nelle regioni d’oltremare. «Il Creps Antilles-Guyane» racconta Borel «è un polo che riunisce tutti i migliori schermitori delle Antille, quindi Guadalupa, Martinica e Guyana. Mi hanno fatto l’onore di donare il mio nome alla sala di scherma. Vuole anche dire che in questo momento faccio parte degli sportivi o almeno degli schermitori importanti nella Guadalupa, e che posso essere un modello per i giovani». Oltre all’onore dunque, Borel sente una grande responsabilità: «Non ho mai voluto una sala con il mio nome ma mi hanno mostrato questa riconoscenza e ora è necessario che io lo meriti. È necessario che io abbia un comportamento il più rispettoso e più nobile possibile durante tutta la mia carriera e forse anche durante tutta la mia vita», racconta.
In vista dell’appuntamento più importante della prossima stagione, Borel dice: «C‘è una medaglia che manca al mio palmares, ed è la medaglia d’oro Olimpica individuale. È un obiettivo molto ambizioso, e bisogna esserne coscienti. Ma con tutto quello che ho già realizzato, perché non posso crederci?» si interroga lo spadista. «Spero che l’anno prossimo sarò pronto per Parigi» prosegue, «Perché il giorno che finirò la mia carriera vorrei guardarmi indietro e dirmi “ho spuntato anche questa casella”. Poi saremo a casa, quindi sarà un po’ come qui per gli italiani a Milano» dice sorridendo. «Anche a Parigi ci sarà il pubblico che ci spingerà e ci darà energia, e forse ci permetterà di superarci. Io avrò bisogno di superarmi ed essere più forte di quanto sia mai stato», commenta. I Giochi Olimpici non sono che una competizione, una giornata che arriva ogni quattro anni, e Borel ne è consapevole: «tutti attendono quel giorno e vogliono vincere quella gara. Prima di tutto tutti vogliono esserci, e poi ognuno dei presenti spera di vincerla, ma ci sono solo tre medaglie in palio. Io ho già vinto un oro a squadre a Rio, e spero che vinceremo di nuovo».
A Milano gli spadisti francesi sono stati battuti in finale dalla squadra italiana, e Borel commenta così: «Quella sconfitta ci ricorda che niente è scontato o regalato. Ogni volta che abbiamo vinto delle medaglie, e io ne ho vinta qualcuna, non è stata regalata, ci siamo battuti fino alla fine ed è necessario conservare questo spirito». Lo spadista ha partecipato a tre Olimpiadi, Londra nel 2012, Rio 2016 e poi gli ultimi Giochi a Tokyo e sa cosa lo aspetta: «Questa è la sfida, non si tratta neppure davvero di essere migliore degli altri, ma di vincere un assalto dopo l’altro con l’avversario che si troverà davanti quel giorno, ed è solo così che si vince», conclude.
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Foto Bizzi Team