Secondo quanto riportato dall’Equipe, Hugues Obry sarebbe stato sfiduciato da alcuni dei suoi stessi atleti. Cambio al vertice nel fioretto femminile, mentre alcuni sciabolatori hanno chiesto la possibilità di non allenarsi più all’Insep.
Francia, abbiamo un problema. Anzi, stando a quanto riportato dall’Equipe – sempre molto attenta a quanto accade nel mondo schermistico d’Oltralpe – a meno di un anno dall’Olimpiade casalinga le gatte da pelare dalle parti di Parigi sarebbero molteplici e in più settori. Nello specifico, fioretto femminile, sciabola maschile e spada maschile. E proprio da qui partiamo, perché in ballo c’è il nome di Hugues Obry, già alla guida degli spadisti nel quadriennio culminato con l’oro Olimpico a squadre di Rio 2016 prima dell’avventura in Cina contraddistinta da altrettanto successo grazie al titolo individuale messo in cassaforte a Tokyo 2020 da Sun Yiwen nella prova individuale femminile.
Stando però a quanto riportato dal prestigioso quotidiano sportivo francese, la prosecuzione del mandato bis di Obry – che ha già portato alla causa ricchi dividendi a partire dal titolo iridato individuale vinto al Cairo da Romain Cannone seguito a pochi giorni di distanza dal bis a squadre – sarebbe messo in serio pericolo dalla “fronda” interna di alcuni atleti, di cui non vengono però fatti i nomi, che ne avrebbero criticato la gestione ma anche le metodologie di allenamento, sfiduciando di fatto il tecnico. Al punto che la stessa Equipe si espone apertamente sulla possibilità che a guidare una delle armi di punta della Francia per la caccia alle medaglie nella scherma a Parigi non sarà il plurititolato, sia da atleta che da tecnico, Hugues Obry. Una situazione tutt’altro che facile da gestire al punto che si sarebbe reso necessario l’intervento dell’Agenzia Nazionale dello Sport per tentare di appianare le divergenze ma stando all’articolo il destino del tecnico sarebbe irrimediabilmente segnato. In caso di separazione, resterebbe poi da capire il destino di Gauthier Grumier. Così come resta da capire chi potrebbe subentrare alla guida di un settore che se non è obbligato a vincere l’oro affinché non si parli di delusione, davvero pochissimo ci manca.
Capitolo fioretto femminile. L’argento nella prova a squadre di Milano lo scorso 29 luglio ha solo in parte risollevato il voto e il giudizio su un Mondiale decisamente sottotono, fotografato perfettamente dalla caduta di Ysoara Thibus, campionessa in carica, negli ottavi di finale per mano di una magnifica Arianna Errigo. Un risultato che, sempre secondo quanto si legge nel pezzo a firma di Aurelien Bouisset, avrebbe accelerato la messa in atto la decisione, da parte del duumvirato al comando tecnico del settore fioretto donne composto da Lionel Plumenail e dal suo assistente Denis Durand, di rassegnare le loro dimissioni dall’incarico assunto appena dopo i Giochi di Tokyo 2020. L’idea, specifica sempre L’Equipe, sarebbe però nata ben prima della gara iridata.
A completare il quadro di mare mosso, anche quanto sta accadendo nella sciabola maschile. Riepilogo delle puntate precedenti: nel maggio scorso, alla vigilia della tappa di Coppa del Mondo di Madrid, la Federazione decide di sollevare dal proprio incarico di responsabile d’arma l’ex atleta Vincent Anstett, entrato in carica anche lui nell’immediato post Tokyo. Alla base, con ogni probabilità, i deludenti risultati ottenuti nelle gare a squadre – malgrado a livello individuale fossero arrivati l’argento iridato di Maxime Pianfetti al Cairo preceduto dal doppio bronzo agli Europei a firma di Elliott Bibi e Bolade Apithy – e alcune difficoltà di gestione del gruppo, con riferimento in particolare ad attriti con il suo assistente Pierre Mione. Al suo posto era stato chiamato Alain Coicaud. Ma alla vigilia della nuova stagione, ecco un nuovo colpo di scena: alcuni atleti, fra cui lo stesso Pianfetti, avrebbero infatti manifestato il desiderio di lasciare l’INSEP (il centro di allenamento federale) per poter lavorare proprio con Vincent Astett, nel frattempo andato in Egitto alla guida della squadra di sciabola maschile. Un incarico che gli ha già fruttato il bel bronzo di Ziad Elsissy agli ultimi Mondiali di Milano nella gara vinta poi da Eli Dershwitz.
Con la nuova stagione ormai alle porte e, soprattutto, con Parigi che si avvicina inesorabile pur stagliandosi ancora al fondo di un orizzonte lungo quasi dieci mesi, in casa Francia si deve lavorare di buona lena per riportare tutto alla calma e all’ordine per poter affrontare con la massima tranquillità possibile l’avvicinamento ai Giochi casalinghi. La Ville Lumiere, che torna ad ospitare i Giochi esattamente un secolo dopo la seconda e sin qui ultima volta, attende al varco i propri moschettieri: fallire è vietato, rimettere disciplina nelle ribelli truppe è imperativo categorico a cui dare esecuzione con la massima urgenza possibile.
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Foto Alessandro Gennari