Francia, Pianfetti e i fratelli Patrice lasciano l’Insep e tornano ad allenarsi con Anstett

Francia, caos nella sciabola maschile: in 3 lasciano l'Insep

Maxime Pianfetti e i fratelli Patrice lasciano l’Insep e tornano ad allenarsi con Vincent Anstett. La Federazione non gradisce ed è caos.

 

Era nell’aria e alla fine così è stato: Maxime Pianfetti, Jean Philippe Patrice e il fratello Sebastien lasciano il gruppo nazionale che si allena all’Insep e raggiungono Vincent Anstett per preparare con lui l’avvicinamento ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi. Che la situazione all’interno della scherma francese a meno di un anno dai Giochi casalinghi che è assolutamente vietato sbagliare fosse tutt’altro che tranquilla era già apparso chiaro nei giorni scorsi, fra dimissioni della guida tecnica nel fioretto femminile, la messa in discussione di Hugues Obry da parte di alcuni spadisti e, per l’appunto, la volontà manifestata dai tre sciabolatori di tornare ad allenarsi con il vecchio responsabile d’arma allontanato lo scorso mese di maggio presso la sua nuova struttura chiamata Paris Fencing Academy.

Del resto i tre componenti della Nazionale avevano sin da subito manifestato contrarietà alla decisione di esonerare Anstett dal proprio incarico, al punto che in più occasioni si erano spesi di prima persona con la Federazione per domandarne il reintegro. Motivo per cui la decisione maturata alla vigilia della stagione che culminerà in luglio con le sfide a Cinque Cerchi non stupisce più di tanto. A spiegarne le ragioni sono stati i diretti interessati, che interpellati dall’Equipe hanno spiegato le motivazioni che li hanno spinti a lasciare l’Insep: «Siamo rimasti coerenti con la nostra posizione espressa nel mese di maggio» ha spiegato Sebastien Patrice «Il progetto Olimpico nel quale siamo stati coinvolti dall’inizio del quadriennio è stato guidato da Vincent. Ed è stato con lui che abbiamo avuto i nostri migliori risultati individuali e abbiamo fatto i progressi maggiori. Ma non ci hanno ascoltato e tutto è cambiato a un anno dai Giochi Olimpici. La nostra è una scelta ampiamente ponderata ed è tutt’altro che una mano di poker».

Sulla falsariga del compagno, le parole di Maxime Pianfetti, che sotto la gestione Anstett era arrivato a una sola stoccata dal titolo Mondiale nel 2022 al Cairo: «Quello che verrà convocato o meno per i Giochi e potrà avere o meno una medaglia sono io. E ho capito che per avere il massimo numero di frecce al mio arco, sarebbe stato vantaggioso tornare ad allenarmi con Vincent».

Dall’altra parte della metaforica pedana, però, c’è una Federazione che ovviamente non ha accolto con sommo gaudio lo strappo dei tre sciabolatori. Anche perché il gruppo ne uscirebbe ulteriormente spezzettato dopo che da un paio di stagioni a questa parte Bolade Apithy (e con lui anche la moglie Manon Brunet) ha fatto armi e bagagli direzione Orleans per affidarsi alle cure di Christian Bauer. Al momento, infatti, sotto la guida di Alain Coicaud resterebbero soltanto Elliot Bibi e Tom Seitz fra gli atleti nel giro della Nazionale senior oltre a un manipolo di tiratori più giovani. E sebbene i tre “transfughi” si siano detti disponibili alla collaborazione, aprendosi ad andare a effettuare una volta a settimana sessioni di allenamento collettive, la Federazione Francese di Scherma, per voce del Presidente Bruno Gares, ha subito bocciato l’idea: «Se vogliono uscire» ha spiegato il massimo dirigente «se ne assumono le conseguenze, così non va bene, questa casa non è un albergo. A un anno dai Giochi Olimpici non devi fare nulla se non allenarti il doppio […] Vero, ci sono atleti come Manon Brunet o Ysaora Thibus che si allenano fuori dall’Insep, ma comunque in strutture riconosciute dall’ANS (Agenzia Nazionale dello Sport, ndr) e dalla Federazione. Ma non è questo il caso».

Fra i due fuochi rimane Alain Coicaud, il quale però non sembra scomporsi più di tanto e prosegue per la sua strada. Parola d’ordine: il gruppo. «Secondo me la tempistica di tale decisione non è stata ottimale» ha commentato sempre interpellato dall’Equipe «Il progetto che mi è stato affidato è un progetto collettivo e come tale lo condurrò in porto. In 35 anni che faccio questo mestiere ho vinto con squadre sulla carta improbabili e perso con altre sulla carta imbattibili. Nessuno è indispensabile e andiamo avanti per la nostra strada, se determinate persone vogliono entrare nel progetto Olimpico sono le benvenute».

A un mese abbondante dall’inizio della nuova stagione di Coppa del Mondo (e con ancora molte gare decisive per la qualificazione a Parigi 2024 da disputare) resta ancora da capire se questa “diaspora” possa impattare o meno sui criteri di selezione per i prossimi impegni internazionali e, ovviamente, per i Giochi Olimpici. Sebastien Patrice e Maxime Pianfetti, ad esempio, sono stati sin qui punti fermi del quartetto francese approdato fra le altre cose a un oro Europeo che mancava da tantissimi anni. Saranno ancora della partita? Non resta che aspettare nuovi sviluppi e, soprattutto, attendere le prime convocazioni per la gara di Algeri – in programma dal 10 al 12 novembre – per avere maggiori certezze.

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Foto Alessandro Gennari