Le sciabolatrici Azzurre hanno smarrito la rotta

Nel weekend a Tunisi il secondo Grand Prix stagionale di sciabola

Doveva essere il fine settimana del riscatto per l’Italia della sciabola femminile. E invece la gara di Algeri ha raccontato di un ottavo posto e di un gruppo che sembra in difficoltà dal punto di vista psicologico. Parigi al momento è salva, ma il cammino verso la qualifica Olimpica rischia di farsi in salita.

 

C’è un’Italia della sciabola che sorride e un’altra che torna a casa dal primo fine settimana stagionale di Coppa del Mondo con i musi lunghi e la consapevolezza che c’è molto da lavorare se non si vuole trasformare una qualificazione Olimpica iniziata con il piede giusto fra Batumi e, soprattutto, Cracovia in un Mortirolo difficile da scalare, con il rischio che a rendere più arcigne le pendenze subentri anche il sempre scomodo fattore di non essere giudici unici del proprio destino. Una posizione tutt’altro che invidiabile in cui il gruppo femminile dell’arma guidata da Nicola Zanotti potrebbe rischiare di venir risucchiata dopo il brutto ottavo posto rimediato nella prova a squadre di Algeri. In quello che nei piani della vigilia sarebbe dovuto essere il weekend del pronto riscatto dopo la delusione del Mondiale e che invece si è chiuso con una prestazione negativa il cui bilancio finale parla di una vittoria  sofferta contro la Polonia (45-43) e di tre sconfitte contro Ucraina (45-36), Bulgaria (45-37) e Giappone (45-31). E che ha portato in dote più dubbi che certezze, lasciando al responsabile d’arma tanti elementi su cui lavorare per apportare i dovuti correttivi in vista dei prossimi impegni.

Perché, va detto senza per questo innalzare processi sommari, sulle pedane di Algeri si è vista davvero una brutta versione dell’Italia. La sfida contro Olga Kharlan e compagne, questa volta capitata nel match con vista sulle semifinali, ha messo nuovamente il quartetto italiano (completato da Eloisa Passaro preferita a Rossella Gregorio accanto alle confermate Michela Battiston, Martina Criscio e Chiara Mormile) i medesimi fantasmi già visti a Milano. L’inizio in salita (1-11 dopo i primi due assalti), una prima reazione sublimata dal parzialone di Criscio su Bakastova nella quinta frazione(13-4) a favorire addirittura il sorpasso delle Azzurre, non in grado però poi di sfruttare al meglio la mutata inerzia del match. Che anzi è scivolato nuovamente di mano fino al gioco, partita e incontro sancito sul 45-34. Non meglio è andato il tabellone per il piazzamento dal quinto all’ottavo posto, con l’Italia che non è riuscita a trovare la scossa per reagire contro avversarie nel complesso ampiamente alla portata come Bulgaria e Giappone, malgrado entrambe le compagini potessero contare su elementi di assoluto valore come Yoana Ilieva e la bicampionessa del Mondo Misaki Emura. E a ben vedere, è proprio questa mancata reazione a preoccupare di più.

Tanto lavoro da fare insomma per Nicola Zanotti, soprattutto dal punto di vista psicologico per ridare fiducia a un gruppo che fino al maledetto Mondiale di Milano viaggiava costantemente al vertice della scena e che ora sembra aver improvvisamente smarrito le proprie certezze. Troppi inspiegabili black out non compensati dalle sporadiche fiammate peraltro immediatamente vanificate da un controparziale negativo.  Serve ritrovare quella squadra capace ad esempio di trasformare un momento di difficoltà superato alla grande in benzina per arrivare fino in fondo alle competizioni e giocarsi le proprie chance di medaglia. E non è necessario fare lunghi viaggi nel tempo per trovare esempi calzanti: Europei di Cracovia, Italia a un passo dall’eliminazione ai quarti di finale contro l’Azerbaijan, super rimonta di Martina Criscio su Anna Bashta e semaforo verde verso quella che sarebbe poi stata una medaglia d’argento. Di buono, per il tecnico livornese, c’è che da qui alla prossima gara con prova a squadre, in programma il prossimo febbraio a Lima, ci sono quattro mesi. Tempo in abbondanza per lavorare e sistemare gli ingranaggi in vista di una gara che assume importanza capitale sulla strada che porta dritte a Parigi.

Già, le qualifiche Olimpiche. I risultati maturati ad Algeri, con il successo della Corea sulla Francia e il podio completato dall’Ungheria sull’Ucraina, non ha modificato di molto gli scenari. L’Italia continua a tenere fra le mani il pass Olimpico complice l’assenza di una squadra della zona Panamericana fra le prime 16 e la presenza degli Usa fra le top 4. E anche la corsa sulle dirette rivali Europee, che diventerebbe chiave in caso di sorpasso dell’Ucraina ai danni degli Usa, non ha avuto scossoni degni di nota visto che le potenziali rivali hanno chiuso tutte dietro all’Italia o comunque, ed è il caso della Bulgaria, inseguono con ampio margine. Ma al netto di numeri e classifiche, serve ritrovare al più presto la giusta rotta e chiudere quanto prima la pratica pass per Parigi. Perché, parafrasando i Coma_Cose, non qualificarsi ai prossimi Giochi non è una possibilità.

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Foto Eva Pavia/Bizzi Team

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