Scendono in pedana le Regine

Parte da Novi Sad la stagione internazionale del fioretto femminile

A Novi Sad parte la stagione internazionale del fioretto femminile. L’Italia riparte dopo una stagione da numeri record e con un’Arianna Errigo a pieno regime in più nel motore.

 

Riassunto delle puntate precedenti. Campionati Mondiali di Milano: Alice Volpi, dopo aver battuto in finale Arianna Errigo, festeggia sul gradino più alto del podio il proprio personalissimo secondo titolo iridato. A far compagnia alle due sopracitate nella foto ricordo post cerimonia di premiazione oltre alla statunitense Lee Kiefer, cui va dato l’enorme merito di essere stata una delle poche a interrompere il monologo azzurro nella stagione di fioretto femminile, c’è anche Martina Favaretto. Dalla zona medaglie è invece rimasta fuori Martina Batini, ma solo perché la pisana è finita ai quarti di finale proprio sulla strada della futura bicampionessa del Mondo che ha negato all’Italia un clamoroso bis di quanto era avvenuto poco meno di un mese prima agli Europei di Plovdiv, con la prova individuale continentale trasformata in una finestra all’estero di un campionato italiano. Tempo tre giorni e le stesse protagoniste del podio individuale, con la preziosissima collaborazione di Francesca Palumbo, firmano anche il titolo Mondiale nella prova a squadre. La chiosa finale su una stagione in cui il gruppo di Stefano Cerioni ha macinato record su record, sia a livello individuale che a squadre.

Riparte da qui e dal dolce fine luglio milanese la corazzata di Stefano Cerioni. L’appuntamento di Novi Sad in questo fine settimana segna il via della stagione internazionale anche per le fiorettiste, rimaste a guardare nello scorso super weekend novembrino e ora pronte anche loro a scendere in pedana per dare il via all’operazione Parigi 2024. Italia come Nazione da battere, sia a squadre – cinque vittorie e due secondi posti come peggior risultato il bottino della passata stagione, superfluo aggiungere altro, e il pass per Parigi bello stretto in tasca per cui si attende solo la certificazione dell’aritmetica – che a livello individuale. Italia così forte da riuscire a far parlare di sé anche quando a festeggiare sono gli altri: perché una gara di fioretto femminile (ironia della sorte proprio la tappa di Coppa del Mondo sulle stesse pedane di Plovdiv che a giugno avrebbe consacrato il dominio azzurro) che non contemplasse una presenza Azzurra fra le prime otto della classifica è roba forse più unica che rara, ricerca affidata a storici e appassionati di numeri a cui rivolgerci per sapere se ed eventualmente quando si poteva trovare un precedente a tutto questo.  Italia che, soprattutto, riparte dalla proprie certezze.

Da una due volte campionessa del Mondo (Alice Volpi) capace di chiudere nel migliore dei modi un’altra stagione avviata in maniera sprint. Da una Martina Favaretto il cui talento sembra essere definitivamente deflagrato, vittoriosa due volte in Coppa del Mondo e arrivata a giocarsi fino all’ultimo un oro Europeo, arrendendosi alla spia di fine energia diventata rossa, prima ancora che all’avversaria di turno. Che risponde, nello specifico, al nome di Martina Batini: la pisana è stata un’altra delle note liete della passata annata, culminata con il titolo Europeo finalmente messo in bacheca dopo averlo sfiorato in più occasioni in passato. Francesca Palumbo è ormai annoverabile nel circolo delle solite note che possono giocarsi i podi nelle tappe e a Milano si è rivelata jolly preziosissimo nella gara a squadre quando si è trovata proiettata in pedana con il sin lì mai sperimentato ruolo di chiusura a dover gestire gli assalti di Ysaora Thibus nella nona frazione della finalissima.

Dopo il rientro post maternità ai Mondiali, Arianna Errigo torna a piena disposizione di Cerioni (Foto: Alessandro Gennari)

Non bastasse l’abbondanza di soluzioni a disposizione di Stefano Cerioni (l’anno scorso sono state ben 7 le azzurre a firmare almeno un piazzamento sul podio in Coppa del Mondo grazie alle prestazioni di Erica Cipressa, Camilla Mancini e Martina Sinigalia), al mazzo del ct jesino torna ad aggiungersi a tempo pieno una carta dal peso specifico tremendo. Rientrata con un miracolo agonistico al Mondiale di Milano, argento individuale e oro a squadre a soli quattro mesi dalla nascita dei gemelli Mira e Stefano, la trentacinquenne di Muggiò è pronta ad affrontare una nuova stagione. Alla prima Open di Caorle (vittoria di Favaretto su Batini), Arianna ha cominciato a scaldare i motori e ha chiuso a ridosso del podio, mentre all’orizzonte c’è il grande sogno chiamato Parigi 2024.

Non proprio una bella notizia per la concorrenza, già costretta ad accontentarsi delle briciole la scorsa stagione e ad alzare notevolmente l’asticella se non vuole rischiare di fare altrettanto a questo giro. E mentre nelle entry list cominciano a vedersi qualche nome importante fra le russe sin qui rimaste fuori dai giochi (anche se continua a mancare Inna Deriglazova), in attesa di capire se la loro possa essere una presenza costante sui campi gara, i nostri soldi sul ruolo di anti italiane continuiamo a puntarle sui nomi rassicuranti di Lee Kiefer e Ysaora Thibus, non a caso le uniche non italiane assieme alla tedesca Anne Sauer in grado di vincere una gara.

Twitter: agenna85

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Foto Bizzi Team