I trionfi dell’ Italia, le grandi feste dei Mondiali di Milano e di quelli Paralimpici di Terni, ma anche gesti di fair play e pericolosi intrecci fra sport e politica. Il 2023 della scherma italiana e internazionale.
Cosa ricorderemo del 2023 della scherma italiana e internazionale? L’anno che sta per congedarsi per lasciare spazio a un 2024 ricco di sfide che culmineranno nei Giochi Olimpici di Parigi 2024 il prossimo luglio, ha raccontato tanto. Ha detto ad esempio che in un Gioco ormai davvero globalizzato e con tante nuove scuole che si affacciano ai quartieri alti delle classifiche, l’Italia è sempre lì. Baluardo della Vecchia Europa, assieme alla Francia prossima padrona di casa a Cinque Cerchi, in mezzo alla marea sempre più montante proveniente soprattutto da Asia e Stati Uniti. L’Azzurro Italia ha brillato intenso in tutte le categorie e in tutte le armi, mietendo record su record fra prime volte e grandi ritorni.
Il 2023 è stato anche l’anno che ha portato la scherma a far parlare di sé anche su media generalisti ben oltre la dimensione prettamente agonistica: le storie di fair play che hanno visto come protagoniste dapprima Mariaclotilde Adosini durante una gara di Coppa del Mondo Under 20 in Francia, quindi Emilia Rossatti ai Campionati Italiani Under 23 a Vercelli, sono diventate in poco tempo virali portando alla ribalta nazionale le protagoniste e ispirando persino uno spot pubblicitario. Di tenore ben opposto, invece, l’altro fatto che ha messo in prima pagina la scherma per fattori extra sportivi: ai Mondiali di Milano, l’affaire Kharlan ha mostrato ancora una volta come purtroppo sia utopia pensare che sport e politica possano camminare su binari separati.
C’è molto da andare a ripescare di questo 2023: i trionfi italiani, i grandi campioni stranieri, le vicende extra pedana. Un anno tutto da rivivere prima di tuffarci a bomba in un 2024 tutto da scrivere.
Fratelli d’oro
Il 2023 è stato un anno indimenticabile per la famiglia Di Veroli. Damiano, il “piccolo” di casa, all’ultimo anno fra i Giovani si è congedato dalla categoria Under 20 con un doppio, preziosissimo regalo. Ovvero il titolo iridato individuale di fioretto maschile, vinto a Plovdiv in aprile dopo una giornata perfetta, e la classifica finale di Coppa del Mondo di categoria. Con conseguente viaggio premio a Sharm El Sheikh per la consegna del trofeo. In Egitto ad attenderlo c’era anche il fratello Davide. Per il romano classe 2001 il piatto è stato ancora più ricco: campione Europeo Assoluto, vice campione del Mondo e successo finale in Coppa del Mondo. Senza dimenticare che il romano classe 2001 è stato una delle colonne del quartetto tornato sul tetto del Mondo lo scorso luglio a Milano. In casa Di Veroli non sono di certo mancati motivi per ricche feste.
Martyx boom
Il 2023 è stato senza ombra di dubbio l’anno della definitiva esplosione del talento di Martina Favaretto. Il turning point della stagione della noalese classe 2001 è senza dubbio la tappa del Cairo, dover Martyx firma il suo primo successo in Coppa del Mondo in carriera. Da quel momento in poi il cammino dell’allieva di Mauro Numa è irresistibile: a Tbilisi arriva un’assoluta masterclass culminata nel secondo successo personale, mentre agli Europei di Plovdiv a giugno si prende l’argento fermata dalla spia dell’energia arrivata oltre livello di guardia che la costringe ad alzare bandiera bianca nella finalissima contro Martina Batini. La ciliegina sulla torta è il bronzo ai Mondiali di Milano. Il diamante su cui costruire un futuro di trionfi ora brilla in tutto il suo splendore.
Quante prime volte
Il 2023 è stato l’anno in cui tanti atleti e atlete hanno potuto festeggiare la propria, speciale prima volta. Prendete Michele Gallo, professione sciabolatore, classe dorata 2001 (coetaneo quindi di Martina Favaretto e Davide Di Veroli che abbiamo già incrociato qualche paragrafo sopra): al Trofeo Luxardo gli riesce tutto perfettamente e chiude guardando tutta la concorrenza dal gradino più alto del podio. O Gabriele Cimini, che lo scorso marzo ha messo le mani sul Grand Prix di spada di Budapest che gli è valsa la sua prima vittoria in carriera nel massimo circuito. E che dire di Filippo Macchi, che come primo sigillo fra i “grandi” si regala addirittura il titolo Europeo dopo essere andato a una sola stoccata dalla vittoria già al Grand Prix di Torino a febbraio? Se la prima vittoria ha sempre un sapore speciale, anche la “semplice” – si fa ovviamente per dire – presenza per la prima volta sul podio è traguardo da festeggiare: l’ultimo in ordine di tempo, è storia di due settimane fa, è stato Giulio Gaetani, terzo nella prova individuale di spada maschile a Vancouver. Ma tanti Azzurri hanno avuto il merito di scalare le posizioni e firmare il primo podio in carriera: nel fioretto femminile la firma è quella di Martina Sinigalia, mentre fra i maschi spiccano Francesco Ingargiola e Giulio Lombardi. Nella sciabola maschile all’appello hanno risposto Matteo Neri e Pietro Torre, che dopo aver centrato il terzo posto ad Algeri ha fatto immediatamente bis a Orleans. A completare la classe 2023 del club delle prime volte c’è Gaia Traditi, terza nella tappa di Coppa del Mondo di spada femminile di Fujairah.
Maggioranza…bulgara
16 giugno 2023: a Plovdiv in Bulgaria si assegnano i titoli Europei individuali nel fioretto femminile e nella spada maschile. Una data, quella sopra citata, destinata per sempre a rimanere negli annali della scherma italiana. Al termine della giornata, infatti, il computo finale è di 6 medaglie conquistate equamente divise fra i tre colori. Fanno doppietta gli spadisti, con Davide Di Veroli che supera Federico Vismara. Si prendono letteralmente tutto il podio le fiorettiste: sul gradino più alto ci va Martina Batini, che precede Martina Favaretto mentre Alice Volpi e Francesca Palumbo condividono il terzo posto. Una scena che per poco non si è ripetuta a Milano il mese dopo, quando soltanto un derby – quello fra Volpi e Batini ai quarti di finale, vinto dalla senese – ha impedito un nuovo poker italiano.
Che festa a Milano!
Milano 2023 ha sancito il ritorno in Italia dei Mondiali di scherma a 12 anni di distanza da Catania 2011. Una grande festa di sport, con un pubblico spettacolare accorso in grande numero ad ammirare i migliori atleti del Mondo giocarsi le medaglie e i punti per la qualificazione alle prossime Olimpiadi di Parigi 2024. L’Italia si presentava con grandi aspettative e ambizioni e ha passato l’esame a pieni voti: 10 medaglie complessive, la vittoria nel medagliere, 4 ori conquistati, altrettanti mancati di un soffio e diventati comunque pregiatissime medaglie d’argento e 2 bronzi a chiudere il conto. E se il fioretto fa ancora da mattatore, facendo il pieno di ori a livello individuale con Alice Volpi (e annessa tripletta) e Tommaso Marini e prendendosi anche l’oro a squadre con le ragazze, fa sognare anche la spada. Il titolo iridato a squadre firmato da Gabriele Cimini, Davide Di Veroli, Andrea Santarelli e Federico Vismara è senza dubbio il vero capolavoro della rassegna, peraltro maturato al termine di una vera e propria lezione di scherma impartita ai rivali di sempre della Francia. E, ancora, l’argento di Davide Di Veroli e Alberta Santuccio, quello delle ragazze a squadre, il bronzo di Mara Navarria. Unico rammarico, il fatto che la sciabola non sia riuscita a mettere a referto nemmeno una medaglia.
Bentornata, TsunAry!
Fra le tante pieghe del Mondiale di casa, una delle notizie è stata senza dubbio il ritorno lampo post gravidanza di Arianna Errigo. Diventata mamma di due gemelli a marzo, la fuoriclasse lombarda si è ripresentata in pedana a Milano e malgrado la lunga assenza dalle pedane e la mancanza di ritmo gara ha centrato un argento tutto cuore e talento. Passato anche dalla sconfitta inferta a Ysaora Thibus agli ottavi di finale in uno degli assalti più belli del torneo individuale di fioretto femminile. C’è tanto di Arianna Errigo anche nell’ennesimo oro Mondiale a squadre e non solo per l’apporto in pedana. Il ruolo della muggiorese, infatti, è stato determinante anche per permettere a Francesca Palumbo – chiamata nel delicato ruolo di chiusura del match contro la Francia dopo che la stessa Errigo aveva di fatto esaurito le energie – di affrontare al meglio il compito di respingere gli assalti di Ysaora Thibus e portare a casa il prezioso bottino. Come una vera Capitana.
Non solo Bebe: l’Italia splende ai Mondiali di scherma paralimpica a Terni
Non solo Milano. Il 2023 della scherma italiana significa anche Terni, dove si sono svolti i Mondiali paralimpici. E come nelle gare per i normodotati, anche quelle in carrozzina hanno riservato alla squadra Azzurra soddisfazioni su soddisfazioni. E una certezza: quello italiano è un movimento forte con tante stelle. E se la cometa più brillante rimane ancora quella Bebe Vio Grandis capace di mettere a referto l’ennesimo titolo della sua carriera, dietro di lei c’è una costellazione di campioni su cui fare affidamento per raccogliere tanto a Parigi. Emanuele Lambertini, Matteo Betti, Edoardo Giordan, Rossana Pasquino; e, ancora, Leonardo Rigo, che a Parigi non sarà in gara – la categoria C non è nel programma delle Paralimpiadi – ma che ha conquistato tutti a suon di medaglie e contagioso entusiasmo. Più delle medaglie (12 in totale), la vera vittoria di Terni è stata quella di portare tutti i giorni al Palazzetto un pubblico caldissimo a ogni giornata.
Quando lo sport incontra la politica
Che la decisione del congresso FIE di riammettere in gara atleti russi e bielorussi – seppur a determinate e ben precise condizioni fra cui partecipazione sotto bandiera neutrale e acclarato non appoggio alle operazioni militari in Ucraina – potesse essere foriera di polemiche lo si era capito fin dall’immediato. Da una parte la rabbia degli atleti ucraini e di tutta quella comunità schermistica che fin dalle prime ore si era schierata compatta a fianco del paese invaso; dall’altra le proteste della Russia per sanzioni ritenute troppo penalizzanti. Gare cancellate e poi ricollocate in Paesi che non avevano chiuso l’ingresso ad atleti russi, calendari stravolti, boicottaggi, minacce di non partecipazione a quelle competizioni in cui fossero stati presenti russi. L’episodio più eclatante, però, è quello che si verifica ai Mondiali di Milano: il tabellone, infatti, mette l’una di fronte all’altra Olga Kharlan e Anna Smirnova, sino a quel momento sconosciuta sciabolatrice russa autorizzata a partecipare come neutrale, al primo assalto della prova iridata di sciabola femminile. Al termine del match, vinto da Kharlan, l’ucraina tende la sciabola verso l’avversaria per il saluto secondo le modalità entrate in vigore durante il periodo Covid ma la russa rifiuta pretendendo invece la stretta di mano. La successiva protesta della Smirnova, durata oltre mezz’ora, porta al cartellino nero per Kharlan (cui sarebbe poi arrivata direttamente dal presidente Bach la comunicazione della concessione di una wild card qualora la quattro volte campionesse del Mondo mancasse la qualificazione ai Giochi Olimpici) ma soprattutto contribuisce a scrivere una brutta pagina in cui sport e politica si intrecciano in un abbraccio molto pericoloso.
I protagonisti internazionali
In un panorama in cui l’Italia ha recitato la parte del leone, non vanno però dimenticati i tanti protagonisti internazionali. Una menzione d’onore non può che essere fatta a Lee Kiefer: assente per i ben noti motivi Inna Deriglazova e con una Ysaora Thibus che in stagione ha funzionato a corrente alternata, l’Olimpionica di Tokyo è rimasta pressoché da sola a contrastare lo strapotere azzurro nel fioretto femminile. Il fioretto maschile vede sempre di più spostare il proprio baricentro verso Stati Uniti e Asia: il podio della prova a squadre iridata di Milano ne è forse la dimostrazione più lampante con Giappone, Cina e Hong Kong davanti proprio agli Usa e l’Italia, quinta, come miglior Europea. Unica non italiana sul podio a Milano, due volte vincitrice in Coppa del Mondo, e la perla della decima affermazione individuale in carriera ai Campionati Panamericani. Nella sciabola maschile Sandro Bazadze ha messo a segno un’incredibile filotto di podi interrottosi soltanto lo scorso novembre ad Algeri, ma è impossibile non citare in questo best of anche Aron Szilagyi: la stoccata con cui sigilla il Mondiale a squadre vale da sola l’inclusione nell’elenco delle cose più belle viste in questo 2023. Lato femminile, il 2023 è stato l’anno della maturità di Sara Balzer e della conferma iridata di Misaki Emura. A proposito di conferme: sia a livello individuale che a squadre, il Mondiale di Milano ha confermato in fotocopia i risultati di quello 2022 con il bis delle ungheresi a squadre, al termine di una stagione che soprattutto in questo formato di gara ha regalato spessissimo gare avvincenti e dal pronostico incerto. Nella spada femminile ha il sapore della favola la vittoria di Marie Florence Candassamy al Mondiale di Milano: la francese, infatti, aveva collezionato una lunga serie di secondi posti mancando sempre sul più bello il guizzo finale. Lo ha trovato lo scorso luglio battendo in finale Alberta Santuccio e festeggiando nel migliore dei modi possibili la prima vittoria in carriera. E merita una citazione anche la doppietta consecutiva firmata da Nathalie Moellhausen, che nel giro di poche settimane vince dapprima il Grand Prix di Doha quindi la gara di Barcellona.
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Foto copertina: Andrea Trifiletti/Bizzi Team