L’Italia l’ha fatta grossa a Parigi

Un anno di scherma - Il fioretto azzurro cala il poker a Parigi e Tbilisi

Poker al maschile, due ragazze sul podio al femminile con un bottino che avrebbe potuto essere pi ampio. La giornata storica dell’Italia del fioretto sulle pedane di Parigi.

 

“La razzia des italiens”. Così il maggior quotidiano francese, l’Equipe, celebra la grande impresa compiuta dal fioretto italiano nella giornata dedicata alle prove individuali del Challenge International de Paris. Basta un semplice dato per incorniciare la supremazia Azzurra sulle pedane del Coubertin: degli otto posti sul podio complessivi sommando gara femminile e gara maschile, 6 sono stati occupati da tiratori con la scritta Italia sulle loro felpe. Una giornata difficile da dimenticare per l’arma guidata da Stefano Cerioni, destinata a ad amplificare fino a decibel difficilmente sostenibile il rumore del rimpianto in casa Francia per non essere riusciti, malgrado importanti offerte, a convincere il tecnico jesino ad abbracciare la causa transalpina. Il poker calato sulle pedane del Coubertin nella gara maschile è roba mai vista su questi schermi, dove pure grandi imprese non sono mai mancate. Nel 2019, per rimanere in tempi recenti, arrivò una splendida tripletta capeggiata da Alessio Foconi (che in quell’occasione ripeté il successo ottenuto nel 2018) e completata da Daniele Garozzo e Giorgio Avola, con Julien Mertine a colorare di bleu un podio con una decisa dominante azzurra. E in più di un’occasione era successo che la presenza italiana nelle foto ricordo di fine gara al CIP fosse garantita da più di un fiorettista. Così come, allargando il campo di ricerca e includendo altre tappe di Coppa del Mondo che non siano quella di Parigi, in più di un’occasione si era dato conto di altre triplette

Ma quanto accaduto ieri non ha precedenti. Nemmeno altre Nazioni al loro massimo splendore erano riuscite a fare tanto. E se a questo aggiungiamo il contesto – ovvero una delle gare più prestigiose del circuito per storia e fascino, per di più in un’edizione che vale tanto per la qualifica Olimpica – amplifica maggiormente il valore dell’impresa. Costruita da tutti e quattro i protagonisti con una gara al limite della perfezione. Ha smesso di stupire ormai Tommaso Marini. La scherma che era diventata più un peso che non un divertimento, l’idea accarezzata ma per fortuna non assecondata di dire basta con il fioretto, prepotentemente cacciata via dal primo successo in Coppa del Mondo. Storia del 2022: da allora l’ascesa dal marchigiano è stata inarrestabile e in poco più di un giro di lancette solari si è preso tutto quello che poteva prendersi, in attesa di giocarsi la gara più importante della sua carriera fra qualche mese nella stessa città che ieri lo ha visto trionfare alla seconda gara dopo il rientro post operazione alla spalla.

Ha ritrovato il podio Alessio Foconi. “Primo era meglio, però secondo è meglio di terzo, quindi dico daje ce lo facciamo andar bene!” il suo commento sui social. Un risultato importante per il ternano, dopo un avvio di stagione internazionale con qualche difficoltà di troppo. Fuori agli ottavi a Istanbul, eliminato nel tabellone dei 32 a Tokoname. A Parigi si è rivista la versione migliore del ternano, capace di imporre il proprio gioco in un tabellone tutt’altro che banale. Perché Anton Borodachev, seppur fuori dal giro delle gare internazionali da due anni per il ban della Russia, rimane uno dei più interessanti prospetti per il futuro e ha già una medaglia Olimpica al collo malgrado la giovane età. E ancora, il derby con Giorgio Avola, lo stop imposto a un altro rampante come il giapponese Kazuki Iimura, il tiratissimo e bellissimo match contro Gerek Meinhardt risolto con un guizzo da campione all’ultima stoccata per garantirsi la certezza del podio.

Al terzo posto, due ragazzi che con Parigi hanno un feeling speciale. Guillaume Bianchi l’anno scorso chiuse secondo, arrivando a contendere ad Alexander Massialas il successo finale. Quest’anno si è dovuto accontentare del terzo posto, dopo aver trovato sulla sua strada Alessio Foconi nella semifinale di quella sorta di mini campionato italiano che era diventato il CIP 2023. Ma dal Coubertin il finanziere frascatano torna a casa con il piazzamento numero 3 sul podio in carriera e soprattutto un risultato che si pone in continuità con la finale a otto centrata in Giappone lo scorso dicembre. A impreziosire ulteriormente il tutto, lo scalpo dell’Olimpionico di Tokyo Cheung Ka Long agli ottavi di finale.

“Parigi: l’anno scorso eri bellissima, quest’anno sei quasi meravigliosa” commenta invece Pippo Macchi. E ne ha ben ragione il ragazzo di Navacchio a rendere omaggio alla Ville Lumiere. Il suo cammino verso la prima finale a otto in carriera, storia di esattamente 365 giorni fa, ce lo ricordiamo tutti. Prove generale per il decollo: secondo posto a Torino un mese dopo, sul tetto d’Europa in estate. Un anno dopo Filippo si è preso il podio e lo ha fatto da grande campione, malgrado una schiena che (come da lui stesso ammesso tramite i social network) nelle ultime due settimane lo ha tenuto ai box. Con la ciliegina sulla torta di aver tolto dal podio Alexander Massialas. Uno che nelle due gare disputate prima di Parigi aveva una decisamente invidiabile percentuale di vittorie pari al…100%.

Elena Tangherlini e Martina Favaretto sul podio del Challenge International de Paris al femminile (Foto: Pavia/Bizzi Team)

Elena Tangherlini e Martina Favaretto sul podio del Challenge International de Paris al femminile (Foto: Pavia/Bizzi Team)

L’exploit dei ragazzi non deve però fare passare in secondo piano quanto fatto al femminile. Se agli annali ci va il primo podio in carriera di una magnifica Elena Tangherlini e il quarto (in Coppa del Mondo) di Martina Favaretto – rispettivamente seconda e terza – dalle pieghe della gara parigina emerge altro. Innanzitutto che il bottino sarebbe potuto essere ben più ampio, dal momento che nelle prime otto classificate si trovano anche Francesca Palumbo ed Erica Cipressa. A impedire dividendi maggiori, da una parte il derby nel match con vista podio fra Favaretto e Palumbo risolto dalla noalese alla priorità dopo un assalto tattico all’ennesima potenza; dall’altra una concretissima Jessica Guo, al suo secondo piazzamento in zona medaglie consecutivo dopo aver rotto il ghiaccio a dicembre a Novi Sad.

Elena e Martina. La debuttante alle alte quote in Coppa del Mondo e chi a quelle altezze ormai ci vola in tranquilla crociera. E prima volta migliore non poteva sognare la jesina Tangherlini, che si infiocchetta il regalo più prezioso irretendo una sino a quel momento irresistibile Lee Kiefer e togliendosi anche lo sfizio di regolare all’ultima stoccata la compagna di Nazionale ai tempi delle giovanili. L’ha fermata la cinese Chen Quingyan, in giornata di assoluta grazia e contro cui si erano già interrotti i cammini di Arianna Errigo e Alice Volpi. Ma il suo capolavoro Elena Tanghelini lo aveva già dipinto negli assalti precedenti.

Twitter: agenna85

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Foto: Eva Pavia/Bizzi Team