I due sciabolatori indagati si fermano spontaneamente dalle competizioni. Gli avvocati: “Grave il processo mediatico nei loro confronti”.
Hanno deciso di fermarsi di loro spontanea iniziativa Emanuele Nardella e Lapo Jacopo Pucci, i due sciabolatori italiani indagati per stupro a seguito della denuncia di una giovane collega che ha dichiarato di aver subito violenza sessuale durante un camp estivo disputato a Chianciano nell’agosto scorso. I due avrebbero dovuto prendere parte questo fine settimana a Lucca rispettivamente alla prova Open Nazionale e alla prova Nazionale Giovani, entrambe qualificative per i rispettivi campionati Nazionali.
Ma i due atleti, di concerto con i propri avvocati, hanno optato per non scendere in pedana. E proprio i legali dei due giovani accusati hanno espresso perplessità per il modo in cui la vicenda viene affrontata sui media, parlando di vero e proprio processo mediatico: «Oggi (mercoledi 6 marzo, ndr) sono stati pubblicati sulla stampa i nomi e le foto dei nostri assistiti» si legge nella nota emessa «a prescindere da come si concluderanno le indagini della procura della Repubblica – che, leggendo il suo comunicato, ha agito con solerzia e nel pieno rispetto dei diritti di tutti gli attori coinvolti – è estremamente grave che un processo che involge tematiche così delicate si svolga sui mass media quando esistono strumenti giuridici e forme di tutela molto efficaci concesse dall’ordinamento».
Allo stesso tempo viene comunque ribadita l’assoluta estraneità degli indagati rispetto a questa vicenda: «Non possiamo che ribadire l’innocenza dei nostri assistiti i quali ribadiscono di non aver mai usato violenza a nessuno. Per quanto riguarda il metodo stiamo assistendo, nostro malgrado, ad un processo mediatico quando ancora nessuno (quanto meno la difesa degli indagati) ha potuto leggere gli atti delle indagini preliminari, unici elementi su cui si può svolgere un giudizio».
Nei giorni scorsi, invece, era stato Luciano Guidarelli – legale della presunta vittima – a manifestare la propria perplessità nei confronti della mancata assunzione, da parte della Procura di Siena titolare delle indagini, di immediate misure cautelari una volta preso atto della denuncia da parte della diciassettenne. «Mi rende molto perplesso che la Procura di Siena non abbia ritenuto necessaria l’applicazione delle misure cautelari nei confronti degli indagati come più volte ho richiesto. Una spallata del genere non me l’aspettavo anche se nessuna misura cautelare potrà restituire serenità alla ragazza» ha infatti dichiarato. A lasciare contrariato il legale anche la richiesta tardiva di incidente probatorio: «Sono passati sette mesi, poteva essere fatto nell’immediatezza dei fatti come avevo richiesto».
Pianeta Scherma sui social: Instagram, Telegram, Facebook
Tutte le foto: Alessandro Gennari/Pianeta Scherma