Dopo aver dominato in lungo e in largo a suon di record il triennio fra Tokyo e Parigi, sulle pedane del Grand Palais l’Italia del fioretto è chiamata a completare il lavoro. Il ritorno di Stefano Cerioni ha ridato entusiasmo all’ambiente, rinvigorito i i veterani e dato slancio a nuove leve. Riuscirà il ct jesino a ripetere quanto fatto a Londra nel 2012 quando il fioretto Azzurro sbancò le competizioni al femminile e vinse anche l’oro nella gara maschile? Saranno le pedane a dirlo, ma quel che è certo è il fatto che Cerioni dispone di una potenza di fuoco decisamente invidiabile.
Al femminile spazio alla formazione che lo scorso luglio ha conquistato il titolo iridato a Milano, con Arianna Errigo, Martina Favaretto, Alice Volpi e Francesca Palumbo. Tutti e tre esordienti alle Olimpiadi i fiorettisti scelti per la gara maschile: il ritiro causa problemi cardiaci di Daniele Garozzo ha aperto le porte a Guillaume Bianchi, con lui ci saranno Filippo Macchi e Tommaso Marini. Alessio Foconi a completare il quartetto.
FIORETTO FEMMINILE
ARIANNA ERRIGO
Scelta come portabandiera per la cerimonia d’apertura dei Giochi, la fuoriclasse lombarda cerca sulle pedane di Parigi la medaglia che ancora le manca alla sua incredibile collezione di titoli, ovvero l’oro Olimpico individuale. Argento a Londra, quindi le due cocenti delusioni di Rio 2016 e Tokyo 2020 da lasciarsi alle spalle. Riparte dall’impresa dei Mondiali di Milano 2023, argento al rientro dalla maternità, e da una stagione iniziata con qualche difficoltà anche a causa di problemi fisici e chiusa in crescendo con una serie di piazzamenti sul podio fra Coppa del Mondo e Assoluti a Cagliari. Ma soprattutto riparte dal secondo titolo Europeo appena messo in bacheca a Basilea con una rimonta che resterà a lungo negli annali della scherma.
MARTINA FAVARETTO
Debutto assoluto alle Olimpiadi per la noalese classe 2001. Il talento che faceva sognare l’Italia già ai tempi delle giovanili è esploso in tutta la sua potenza, fra vittorie in Coppa del Mondo (già tre a referto) e piazzamenti sul podio alle maggiori rassegne internazionali. Se non patirà la tensione e l’emozione dell’Olimpiade, Martyx può candidarsi senza alcun timore per la lotta ai piani alti della classifica. Vada come vada, con lei il futuro della scherma italiana è già il presente.
ALICE VOLPI
Il quarto posto delle Olimpiadi di Tokyo è ancora lì che grida vendetta e la senese farà di tutto per cancellare nel migliore dei modi possibili quel boccone amaro. Seconda Olimpiade per lei, che si presenta all’appuntamento in qualità di due volte campionessa del Mondo. Terza freccia, ma solo per ordine alfabetico, all’arco di Cerioni per provare a costruire una Londra bis, tabellone e avversarie permettendo.
FRANCESCA PALUMBO
Trovarsi per la prima volta a chiudere un assalto a squadre e farlo quando in palio c’è una medaglia d’oro Mondiale nell’edizione casalinga. Una prova che Francesca Palumbo ha superato alla grande lo scorso luglio, lanciata da Cerioni al posto di un’esausta Arianna Errigo nella frazione più importante del match più importante. Il regolamento dei Giochi non permetterà alla potentina – al suo esordio ai Giochi – di fare la prova individuale, ma con lei il ct della Nazionale sa di aver a disposizione un jolly preziosissimo su cui fare affidamento in caso di bisogno.
FIORETTO MASCHILE
GUILLAUME BIANCHI
Una super stagione di Coppa del Mondo, con tanto di prima vittoria in carriera centrata sulle pedane di Hong Kong, ha aperto le porte della squadra al frascatano classe 1997. Debutto assoluto per lui, così come per tutti e due i suoi compagni di avventura nella prova individuale. A Parigi ha già conquistato due volte il podio in Coppa del Mondo, la Ville Lumiere farà da sfondo a una storia che potrebbe avere tutti i connotati di una sceneggiatura hollywoodiana?
FILIPPO MACCHI
A Parigi, un anno fa, ha centrato la sua prima finale a otto, l’inizio di un’ascesa vertiginosa culminata poi con il titolo Europeo vinto a Plovdiv. A inizio 2024, sempre nella capitale francese, un bel terzo posto alle spalle di Marini e Foconi. Ora l’esordio alle Olimpiadi con doppio impegno fra individuale e prova a squadre. «Parigi: l’anno scorso eri bellissima, quest’anno sei quasi meravigliosa» aveva scritto sui social Pippo dopo la gara. Per quell’aggettivo la grammatica italiana non prevede un superlativo assoluto, ma se nel forziere del poliziotto di Navacchio dovesse cadere un metallo prezioso con i Cinque Cerchi incisi sopra, siamo sicuri l’Accademia della Crusca lo perdonerà se gli dovesse scappare un meravigliosissima nei post social di rito.
TOMMASO MARINI
Dall’accarezzare l’idea di ritirarsi e smetterla con la scherma che le aveva tolto ogni divertimento al disputare la sua prima Olimpiade con il ruolo di uno fra i favoriti per il bersaglio grosso. Il tutto nel giro di meno due anni, conditi da 5 successi di tappa in Coppa del Mondo e, soprattutto, un oro (e un argento) Mondiale e, ultimo in ordine di tempo, un oro agli Europei. Questa l’incredibile parabola di Tommaso Marini che come la sua amica Martina Favaretto ha già preso in mano le chiavi del futuro di quest’arma. Vincendo a Parigi potrebbe diventare, come già è successo a Britta Heidenheim nel 2008, il campione in carica di tutte e tre le maggiori rassegne internazionali.
ALESSIO FOCONI
Che ingiustizia le regole delle Olimpiadi che permettono a ciascuna Nazione qualificata a squadre un massimo di soli 3 atleti. E così il ternano sarà solo la riserva per la prova a squadre, pronto a dare una mano ai compagni in caso di bisogno. E della squadra, dopo il ritiro di Daniele Garozzo, sarà anche il capitano e l’uomo d’esperienza, unico del quartetto ad avere già un’esperienza Olimpica alle spalle.
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Foto Alessandro Gennari