Nove qualificati più una wild card concessa a Loredana Trigilia. L’Italia in lizza in tutte e quattro le prove a squadre. Si gareggia dal 3 al 7 settembre.
In 10 sulle pedane del Grand Palais per un sogno chiamato medaglia. Tanti sono gli atleti dell’Italia che, dal 3 al 7 settembre prossimi, saranno impegnati nella caccia grossa alle medaglie alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Chiuso con la tappa di San Paolo del Brasile il percorso di qualificazione, la delegazione Azzurra può cominciare a preparare in ogni dettaglio l’appuntamento clou di questo ciclo olimpico “compresso” in tre anni.
Per i Giochi Paralimpici l’Italia potrà contare su un mix di talento, esperienza ma anche su atleti che per la prima volta si cimenteranno con la massima rassegna sportiva. La sublimazione di un lavoro fatto dallo staff tecnico Azzurro nel costruire un gruppo con tante frecce al proprio arco per l’assalto ai titoli paralimpici. Punta al tris individuale Beatrice Vio Grandis, regina tanto a Rio 2016 quanto a Tokyo 2020, prima di guidare le compagne di mille battaglie Andreea Mogos e Loredana Trigilia – che grazie a una wild card disputerà la sua Paralimpiadi numero 7 – a caccia di qualcosa di ancora più bello e prezioso dell’argento vinto in Giappone. Si vuole giocare tutte le sue carte tanto nella sciabola quanto nella spada la Professoressa Rossana Pasquino.
Al maschile sarà esordio assoluto per Matteo Dei Rossi, Michele Massa (il più giovane del gruppo con i suoi 20 anni d’età) e Gianmarco Paolucci, mentre la carica dei “veterani” è guidata da Matteo Betti alla sua quinta Paralimpiade e una voglia grande così di mettere un’altra medaglia a far compagnia al bronzo vinto a Londra 2012. A completare la delegazione, Edoardo Giordan (in gara nella sciabola) ed Emanuele Lambertini.
«Un’unica grande squadra da 34 atleti a Parigi, una partecipazione straordinaria» ha commentato il Presidente Paolo Azzi in riferimento anche all’en plein di qualificati per le Olimpiadi «Un plauso speciale per il nostro settore paralimpico: qualificare tutte le squadre e avere 10 atleti in gara, cosa che non era mai accaduta da quando la Federazione gestisce l’attività della scherma in carrozzina, altro non è che lo specchio di un eccellente lavoro di cui va da dato merito al Coordinatore, ai CT, ai ragazzi e ai loro maestri e società di allenamento».
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Foto: Augusto Bizzi