Gli Azzurri, sconfitti in semifinale dall’Ungheria, si riscattano battendo nettamente la Polonia. Oro alla Francia.
L’Italia del fioretto maschile lascia Basilea non con il risultato auspicato alla vigilia ma comunque con una medaglia di bronzo e la grande reazione di squadra dopo l’inaspettato stop imposto dall’Ungheria in semifinale. Ma anche con qualche dettaglio da affinare in vista di Parigi per una squadra che, come spiegato da Alessio Foconi nelle interviste immediatamente post gara, deve ricalibrarsi nei propri ruoli dopo il ritiro di Daniele Garozzo. Ma malgrado ciò il buon umore non manca fra i ragazzi di Stefano Cerioni, pronti a tuffarsi nell’ultimo rettilineo con vista Grand Palais per andare all’assalto del jackpot a Cinque Cerchi.
Prove tecniche di Olimpiade, dunque, con il ct jesino che alterna in pedana tutti e quattro i suoi atleti, affidando come al fresco campione individuale Tommaso Marini le chiavi della chiusura di assalto. Assieme a lui, i futuri compagni di avventura parigina, ovvero Guillaume Bianchi, Alessio Foconi e Filippo Macchi, quest’ultimo fra i migliori di giornata con saldo costantemente positivo dal primo assalto vinto d’autorità con il Belgio fino alla “finalina” con in palio il bronzo dominata dall’inizio alla fine contro la Polonia. In mezzo, l’unico passo falso di giornata, nella semifinale contro l’Ungheria. Squadra coriacea quella magiara, che dopo essere rimasta attaccata agli Azzurri per la prima metà del match, riesce a compiere il ribaltone nella seconda, con l’8-3 di Szemes su Marini a confezionare il 44-43 su cui si spegne il countdown del cronometro e a corollario le speranze italiane di agganciare in extremis almeno il minuto supplementare.
A festeggiare a fine giornata è la Francia, che si avvicina così nel modo migliore possibile alla difesa del titolo vinto a Tokyo tre anni fa. L’illusione ungherese di fare un altro colpaccio dura giusto il tempo dei primi tre minuti, con Szemes che chiude la prima manche sul 5-2 ai danni di Pauty. A rimettere le cose a posto ci pensa Lefort e da quel momento l’inerzia del match cambia finendo nelle mani dei francesi. Fino al 45-30 che vale gioco, partita e incontro.
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Foto Eva Pavia/Bizzi Team