La Francia scalda i motori in vista di Parigi e si prende ancora l’Europa nella sciabola femminile, Italia settima

Francia oro nella prova a squadre di sciabola femminile a Basilea

Rush finale di Sarah Noutcha, battuta in rimonta l’Ucraina. Bronzo per la Spagna. Settimo posto per l’Italia.

 

Un segnale forte e chiaro a tutta la concorrenza lanciato a gran voce da Basilea. La Francia è ancora la squadra più forte di tutte nella sciabola femminile e a Parigi sarà la favorita d’obbligo per la gara Olimpica. Senza Sara Balzer – i segnali arrivati nel mercoledì nero costato con ogni probabilità i Giochi a Ysaora Thibus sono stati inequivocabili nel convincere lo staff transalpino ad abbassare al volume minino il rischiometro e chiamare Caroline Queroli – ma con una stratosferica Sarah Noutcha, che a Parigi sarà riserva ma che oggi a caratteri cubitali la propria firma sul titolo chiudendo tutti gli assalti. Assieme a lei, le solite sicurezze chiamate Manon Apithy-Brunet e Cecilia Berder. Non una vittoria facile, quella delle ragazze in blu, perché Spagna prima e Ucraina poi danno battaglia fino all’ultima stoccata. Letteralmente, nel caso dell’Ucraina, che sul 44-42 si trova in mano i match point che Olga Kharlan non riesce a concretizzare subendo alla fine il ritorno della già citata Noutcha.

Per una Francia che vola e sogna in grande, c’è una Spagna che continua a divertirsi, divertire e soprattutto a scrivere la storia. Oro e bronzo nella prova individuale con Celia Perez Cuenca e Araceli Navarro, bronzo a squadre con il contributo di Lucia Martin Portugues (Helena Hernandes a completare il quartetto). E forse avrebbero meritato qualcosa di più le iberiche, se non fossero finite sulla strada della Francia. Ma il 45-38 con cui hanno ragione dell’Ungheria bi-campione del Mondo è lasciapassare per prendersi il terzo gradino del podio e mettere la ciliegina sulla torta di un Europeo difficilmente dimenticabile dalle parti della Real Federacion Española de Esgrima.

Chiude invece al settimo posto l’Italia, in coda a una gara che è sembrata un passo indietro rispetto alle ultime prestazioni, quelle che hanno permesso alle ragazze di Nicola Zanotti (Michela Battiston, Martina Criscio, Chiara Mormile, Irene Vecchi) di prendersi con pieno merito un posto fra le magnifiche otto che si giocheranno le medaglie il prossimo mese a Parigi. Un periodo di tempo durante quale il ct livornese dovrà lavorare soprattutto dal punto di vista psicologico per risollevare un gruppo che è sembrato perdere ogni certezza alle prime difficoltà. Emblematico in tal senso il quarto di finale contro la Spagna, scomodissima avversaria d’ingresso gara ai quarti di finale: le Azzurre partono forte, vanno subito sul 10-4 ma nella terza frazione arriva il parzialone di Martin Portugues su Chiara Mormile (11-1) a ribaltare risultato e, soprattutto inerzia del match. Con l’Italia che non riesce a organizzare una reazione e la Spagna che gestisce fino al 45-37 che spegne sul nascere i sogni di medaglie di Criscio e compagne.

E copione simile ha avuto il primo dei match di piazzamento contro la Polonia, perso per 45-38 prima del successo sulla Germania che ha cristallizzato il settimo posto finale. Riparte da qui l’Italia, da una giornata storta (che lascia in eredità anche una leggera contusione a un tallone rimediata da Michela Battiston, tenuta a riposo precauzionale negli ultimi due impegni) tutto sommato indolore al netto della fisiologica delusione per una gara nata e pensata con altri obiettivi. Con la speranza che sotto le monumentali vetrate del Grand Palais si possa tornare ad ammirare l’Italia di Lima. Quella che con testa e cuore è riuscita a ritrovare la strada verso Parigi quando sembrava che la dritta via fosse smarrita.

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Foto Eva Pavia/Bizzi Team