Ennesimo show delle fiorettiste Azzurre, che a Basilea si laureano campionesse d’Europa. Battuta la Polonia. Bronzo per l’Ungheria che sprinta sulla Francia.
È la cumbia della (dolcissima) noia quella che va in scena sulle pedane di Basilea. In un mondo come quello dello sport che normalmente non concede alcuna cittadinanza all’aggettivo “scontato”, esiste un manipolo di quattro donne che gara dopo gara avvicina sempre di più quel concetto alla realtà. L’Italia del fioretto femminile come da pronostico fa un sol boccone della medaglia d’oro nella prova a squadre sulle pedane di Basilea al termine della solita ottima prova corale firmata – in rigoroso ordine alfabetico – Arianna Errigo, Martina Favaretto, Francesca Palumbo e Alice Volpi. Una macchina perfettamente oliata che ora rivolge la prua a tutto vapore in direzione Grand Palais. Così perfetta che rende arduo a noi narratori fare una cronaca che vada aldilà di scarni numeri e punteggi che meglio di mille parole esemplificano la superiorità netta ed eloquente di una squadra che da tre anni a questa parte non conosce la parola sconfitta quando in ballo c’è lo scettro continentale. E a ben vedere, anche prima che Covid e guerra in Ucraina sconvolgessero lo scacchiere schermistico, le non vittorie dell’Italia si sono potute contare sulle dita di una mano (con avanzo).
Ma dato che qualcosa sulla gara di oggi bisogna pur raccontarla, partiamo dai già citati numeri. Che raccontano di un 45-35 iniziale all’Austria come misura di ingresso gara ai quarti di finale, di un tranquillo 45-17 all’Ungheria in semifinale e un altrettanto poco problematico 45-27 contro la Polonia. E se le biancorosse di coach Lorenzo Nini sono le uniche che riescono, per una metà abbondante del match, a tenere testa allo strapotere di Errigo e compagne, gli assalti contro Ungheria e Polonia e hanno avuto un copione per certi versi parallelo: la prima tornata di assalti per mettere subito in chiaro le intenzioni, la seconda per aumentare ulteriormente il distacco, la terza diventata alla stregua del garbage time di stampo cestistico in attesa che la sirena, emh la stoccata numero 45 sancisse la fine delle danze e desse il via alla festa dell’Italia.
A festeggiare è anche l’Ungheria dell’eterna Aida Mohamed, medaglia di bronzo al termine di un assalto ricco di emozioni e ribaltamenti di fronte contro una Francia rimaneggiata (45-43 il punteggio finale) causa doppia, pesante assenza di Anita Blaze e Ysaora Thibus oggi sostituite da Solenne Butruille e Constance Catarzi. E se per riavere abile e arruolata Blaze servirà solo il tempo necessario a rimettersi dal ko tecnico e annessa commozione cerebrale rimediata nella prova individuale, per vedere in pedana Ysaora Thibus serve qualcosa di equiparabile a un miracolo. Il piccolo, invisibile spiraglio lasciato dal Direttore Tecnico Nazionale Jean-Yves Robin, quel legamento sì lesionato ma per fortuna non andato in pezzi è l’appiglio a cui si aggrappano in FFE nella speranza che l’iridata 2022 possa mettere classe e carisma al servizio della causa sotto le vetrate del Grand Palais. Altrimenti il prossimo 1 agosto anche solo una medaglia di bronzo potrebbe diventare un traguardo difficile da raggiungere.
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Foto Eva Pavia/Bizzi Team