L’Italia del fioretto è tornata a fare paura, ora serve completare l’opera a Parigi

Parigi 2024: speranze e ambizioni dell'Italia del fioretto ai Giochi

Nelle due stagioni e mezzo sin qui disputate dopo i Giochi di Tokyo, l’Italia del fioretto ha fatto incetta di vittorie e medaglie tornando al vertice con donne e uomini. A Parigi si punta a chiudere il cerchio.

 

«Dobbiamo tornare a fare paura a tutti e dominare come ai vecchi tempi». Così, nell’immediato post Tokyo 2020, si era presentato Stefano Cerioni al momento di iniziare il suo secondo mandato come ct del fioretto dell’Italia. Due stagioni e tre quarti dopo, perché la missione possa definitivamente definirsi compiuta manca soltanto l’ultimo tassello: completare il lavoro sulle pedane di Parigi fra poco meno di un mese (QUI LA GUIDA AI GIOCHI OLIMPICI). L’Olimpiade giapponese aveva lasciato strascichi pesanti, al netto del brillante argento di Daniele Garozzo nella prova individuale maschile e il bronzo per quattro messo a referto dalla squadra femminile. La fine della pur fruttuosa gestione Andrea Cipressa aveva convinto i vertici federali del fatto che per guardare al futuro con fiducia sarebbe stato necessario tornare al passato,  riportando sulla tolda di controllo il Commissario Tecnico che aveva chiuso il precedente suo ciclo Azzurro con tre ori su quattro a Londra 2012, con la ciliegina sulla torta della storia tripletta al femminile firmata Di Francisca, Errigo, Vezzali.

Le due stagioni e tre quarti sin qui trascorse hanno dato pienamente conferma della bontà della scelta effettuata. I numeri fatti registrare fra Coppa del Mondo e grandi manifestazioni internazionali (Europei e Mondiali)sono la prova più tangibile e immediata del lavoro fatto dal ct jesino tanto a livello tecnico, quanto soprattutto a livello psicologico con la ricostruzione delle motivazioni di tanti veterani. Una lungo e paziente opera di semina che ha già dato dividendi abbondanti, e che ora attende soltanto il raccolto più importante. In questi giorni di ritiro a Roma Cerioni e il suo staff stanno affinando gli ultimi dettagli per poter arrivare al meglio a Parigi, ripartendo dalle tante consapevolezze lasciate in eredità dagli Europei di Basilea. Dove sono arrivate tante gratificazioni malgrado il carico di lavoro nelle gambe, segno di quanto potenziale c’è sia nell’uno che nell’altro settore per fare bene sotto le vetrate del Grand Palais.

Da una parte il settore femminile, che sembra avere nella sola Lee Kiefer l’unica in grado di poter impensierire le tre punte Azzurre Arianna Errigo – galvanizzata anche dal ruolo di portabandiera e dal titolo Europeo vinto con una rimonta da annali sull’ucraina Myroniuk – Martina Favaretto e Alice Volpi. La schiacciante superiorità messa in mostra nella prova a squadre, in un copione peraltro già visto abbondantemente nel corso della regular season di Coppa del Mondo, fa delle ragazze italiane le naturali favorite anche nella gara per quartetti, dove alle tre sopra citate si aggiungerà anche Francesca Palumbo a completare la formazione bi-campione del Mondo in carica.

Riparte dalla doppietta Marini – Foconi il settore maschile. Corsa complicata, quella all’oro, con una concorrenza folta sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo ma il trio composto dallo stesso Marini e completato da Guillaume Bianchi e Filippo Macchi è pronto a dare battaglia e giocarsi le sua chance. Intrigante anche la sfida per il titolo a squadre: da una parte le tradizionali scuole europee rappresentate da Francia e Italia, dall’altra il “nuovo Mondo” rappresentato da Stati Uniti, Cina e Giappone. Perso Daniele Garozzo, costretto al ritiro a due mesi dai Giochi, per gli Azzurri c’è da trovare nuovi equilibri e la giusta chimica in un quartetto fortissimo e composto da atleti abituati a vincere. Il verbo preferito di Stefano Cerioni.

Twitter: agenna85

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Foto: Augusto Bizzi