Clamoroso al Grand Palais!

Aron Szilagyi clamorosamente eliminato al primo turno a Parigi

Il fuoriclasse ungherese Aron Szilagyi cade clamorosamente nel primo turno del torneo olimpico di sciabola maschile. Una sconfitta inaspettata e incredibile per come è maturata.

 

La barba incolta, diversamente da Londra, Rio e Tokyo quando si era presentato all’appuntamento con la Storia completamente sbarbato, forse poteva già essere visto come un primo indizio che sul fatto che qualcosa di grosso stava per succedere sulle pedane del Grand Palais. Facezie a parte, la notizia è che dopo tre titoli Olimpici di fila, Aron Szilagyi cede lo scettro Olimpico della sciabola maschile e lo fa nel modo più fragoroso, cedendo nettamente al canadese Fares Arfa per 15-8. Spento, quasi mai in pedana se non per qualche raro sprazzo del campione che ha dominato in lungo e in largo la scena diventando con pieno merito uno dei più grandi schermidori della storia. C’era ancora lui, il fuoriclasse ungherese, fra i favoriti dei bookmakers alla vigilia per un quarto titolo di fila che avrebbe avuto del clamoroso, non che la tripletta inanellata fra Gran Bretagna e Giappone passando per il Brasile fosse da meno.

Ma sono bastati pochi minuti per capire che il Grand Palais potesse diventare un nuovo Stadio Cibali (dove i sogni scudetto dell’Inter edizione 1960/61 si infransero sul Catania) e Fares Arfa la versione con maschera e sciabola di Upset, il cavallo che nel lontano 1919 riuscì a battere l’invincibile Man o’War diventando per gli anglofoni antonomasia di impresa sportiva. L’inizio di Szilagy è choc, con l’ungherese che si trova subito sotto 0-6 e incredibilmente fatica a reagire. All’intervallo Arfa conduce 8-4, alla ripresa dopo il minuto di pausa il copione non cambia. Il campionissimo è alle corde, lo sfidante vola invece leggero sulle ali dell’entusiasmo, senza farsi spaventare man mano che il conteggio delle stoccate lo avvicina al traguardo di un’impresa che lo lancia di diritto nella storia della scherma alle Olimpiadi. Fino al 15-8 che è gioco, partita e incontro.

Il re è caduto. Ed è simbolico che sia successo nella città in cui nel 1789 il popolo unito e stanco della tirannia dei nobili ribaltò armi in pugno il secolare dominio della casa reale. Armi in pugno ma per fortuna in un contesto meno sanguinoso, Fares Arfa moderna Marianne che guida il popola alla libertà in un celebre dipinto di Delacroix ha spezzato il dominio del tiranno ungherese sulla sciabola. La vera notizia di questa giornata parigina,  in cui la scherma ha conosciuto il proprio «Clamoroso al Cibali!», frase mitologica attribuita inizialmente alla voce (non ancora) roca di Sandro Ciotti e poi via via ad altri autori, restando ancora oggi nel mistero circa la bocca da cui effettivamente questa espressione uscì. Da oggi in poi saremo tutti pronti a gridare «Clamoroso al Grand Palais!»

Twitter: agenna85

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Foto Augusto Bizzi