L’azzurro cede a Cheung Ka Long solo all’ultima stoccata in un finale ricco di polemiche. Furioso Stefano Cerioni. Bronzo per Nick Itkin.
Lo sguardo di Filippo Macchi perso nel vuoto, la rabbia di Stefano Cerioni verso gli ufficiali di gara, mentre a pochi passi Cheung Ka Long festeggia il suo secondo titolo di fila. Cala così il sipario sulla prova individuale di fioretto maschile ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 e per l’Italia il finale è al sapore di fiele. Ci sarebbe da celebrare una splendida medaglia d’argento e la prova gagliarda di un ragazzo, Pippo Macchi, arrivato a un passo da scrivere il finale migliore di una cavalcata incredibile. Ci sarebbe da dare il giusto onore e il giusto merito a Cheung Ka Long, che tre anni dopo aver vinto a Tokyo 2020 si è riconfermato campione Olimpico. E anche da raccontare una finale che fino alla convulsa conclusione era stata splendida per intensità e scherma espressa dai due contendenti in pedana e che ha avuto nel 14-14 lo sbocco più naturale. E lo avremmo anche fatto se solo il finale del film fosse stato scritto in modo corretto e non invece come dipanatosi sulla pedana centrale del Grand Palais.
Impossibile accettare quanto accaduto al momento in cui si sono decisi i destini di questa finale. Tre stoccate discusse, apparse agli occhi di tutti nettamente a favore di Macchi ma non agli occhi dell’arbitro di Taipei. Per due volte si è astenuto dall’esprimere un giudizio, alla terza si è espresso a favore di Cheung. Stappando la festa lato Hong Kong e la rabbia lato italiano per un verdetto che fa troppo male per essere accettato serenamente. Soprattutto in un contesto come le Olimpiadi, dove tutto è ingigantito, compreso il peso che possono avere degli errori sulle sorti dei singoli match, facendo tutta la differenza del mondo fra una vittoria e una sconfitta. E che rischiano di avere effetti tremendi sulla credibilità di uno sport che fin dalle primissime edizioni ha rappresentato una colonna portante dei Giochi Olimpici.
Oscurando i veri protagonisti della giornata di oggi, ovvero gli atleti. Nick Itkin, ad esempio, in balia di Macchi durante la semifinale e bravo a trovare immediato riscatto nella finale per il bronzo contro il giapponese Kazuki Iimura. Ma anche Guillaume Bianchi, che la zona medaglie l’ha sfiorata cedendo proprio allo statunitense per una sola stoccata, dopo aver dominato in lungo e in largo i suoi primi due assalti. Si ferma agli ottavi di finale invece Tommaso Marini, rimontato da Maxime Pauty. Ora tre giorni per smaltire le tossine di questa giornata e poi ci sarà da aggredire la prova a squadra. Per trasformare in energia la rabbia figlia di un amarissimo finale di prova individuale.
Twitter: agenna85
Pianeta Scherma sui social: Instagram, Telegram, Facebook
Foto Augusto Bizzi