L’oro di Olga Kharlan

Olga Kharlan bronzo individuale ai Giochi di Parigi 2024

Olga Kharlan ha chiuso la prova individuale di sciabola femminile con la medaglia di bronzo dal peso specifico enorme dopo tre anni complicatissimi e regalando al suo paese la prima medaglia di questi giochi di Parigi 2024.

 

Il bacio alla pedana, l’inchino verso il Grand Palais che in attesa di gustarsi la finale tutta francese la acclama e le tributa la standing ovation, le lacrime irrefrenabili a rigare il volto di una donna che negli ultimi tre anni della sua vita ha attraversato l’inferno. Piange Olga Kharlan per il bronzo conquistato alle Olimpiadi di Parigi, ma questa volta nel pianto della fuoriclasse ucraina c’è solo la commozione per una medaglia che tutto era fuorché scontata. Non lo era tre anni fa, quando dopo la terrificante delusione confezionatale dalla cinese Yang Hengyu al primo turno dei Giochi di Tokyo l’aveva fatta meditare anche sulla possibilità di una vita senza scherma. Non lo era due anni e mezzo fa, quando sul suo paese hanno cominciato a spirare sinistri venti di guerra a causa dell’invasione russa e le priorità inevitabilmente sono diventate altre rispetto alle gare di scherma. E non lo era nemmeno un anno fa, al termine di una surreale giornata ai Mondiali di Milano chiusa con un cartellino nero dopo essersi rifiutata di stringere la mano alla russa (ma in gara con bandiera neutrale) Anna Smirnova una volta chiuso l’assalto che un bizzarro – e chissà quanto casuale – tiro del destino le aveva riservato al primo turno della prova individuale iridata.

In condizioni normali – ovvero se tutto quanto scritto sopra e molto altro ancora a colpire duramente nella sfera personale la fuoriclasse di Mikolayv non fosse accaduto – saremmo ancora qui a parlare di maledizione olimpica per quella medaglia d’oro individuale che ancora una volta non riesce a finire nella bacheca di una delle più forti campionesse che la scherma abbia avuto. Riduttivo e ingiusto scomodarle ora quelle due parole. Il bronzo conquistato ieri a Parigi ha un sapore completamente opposto rispetto a quello di otto anni fa a Rio 2016. Allora Olga arrivava da favorita, si fermò in semifinale e poi batté nella finale delle deluse una Manon Brunet appena privata della finalissima da una decisione arbitrale discutibile. A Parigi l’ucraina ci è arrivata dopo tre anni complicatissimi ma sotto le vetrate del Grand Palais tutto questo non si è visto. Anzi, il pubblico parigino e tutto quello sintonizzato a guardare in tv le gare ha potuto ammirare la versione migliore della campionessa che da oltre quindici anni fa collezione di vittorie sulle pedane di tutto il Mondo. Ha vinto con autorevolezza i tre assalti che l’hanno portata a tu per tu con Sara Balzer e anche dopo essere uscita sconfitta dalla semifinale contro una delle favorite per il titolo, ha strappato con le unghie e con i denti la medaglia dal collo di Choi Sebin.

Per mettere questo bronzo accanto a quelli conquistati a Londra 2012 e Rio 2016. E per inaugurare il medagliere della sua Nazione ai Giochi di Parigi dando un sapore ancora più speciale a una medaglia che pur essendo di bronzo brilla quanto e forse più dell’oro.

Twitter: agenna85

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Foto Augusto Bizzi