Battuta la Corea con 22 stoccate di Olga Kharlan. Bronzo al Giappone, crolla la Francia. Settimo posto con rammarico per l’Italia.
Con il bronzo individuale, Olga Kharlan aveva regalato all’Ucraina la prima medaglia in assoluto dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Quattro giorni dopo, assieme a Yulia Bakastova, Alina Komashchuk e Olena Kravatska ha protato al suo paese la prima medaglia d’oro. Con tutto il suo immane ed enorme carico emotivo a corollario. Se non è una sceneggiatura da film, quello della squadra Ucraina di sciabola femminile, poco ci manca. Un film alla cui regia c’è la firma tutta italiana di Andrea Terenzio, Maestro di Olga Kharlan e Gigi Samele alla Virtus Bologna e dal maggio 2022 ct anche della squadra Ucraina costretta alla diaspora dalla guerra che da oltre 2 anni devasta la loro terra. In Italia Yulia, Olga, Alina ed Olena hanno trovato l’ambiente ideale per provare a ritrovare la giusta serenità e dimenticare anche solo per il tempo degli allenamenti angosce e pensieri cupi figli delle notizie che arrivavano da casa.
Due anni di lavoro che nel giorno più importante ha pagato i suoi dividendi. Concorrenza sbaragliata e Grand Palais tutto a piedi delle ragazze dell’Est nella giornata in cui il solito encomiabile pubblico francese si aspettava ben altro epilogo. L’uno-due della prova individuale, le sei finali consecutive fra Mondiali e Olimpiadi inanellate dal trionfale 2018 al 2023, la stagione dominata in Coppa del Mondo e, non ultimo il titolo Europeo vinto in volata proprio sull’Ucraina a Basilea sembravano dire che il momento per sfatare il tabù medaglia d’oro nei grandi eventi era finalmente arrivato. Ma Corea del Sud prima e Giappone poi hanno rovinato completamente i piani, lasciando addirittura le transalpine fuori dal podio e in lacrime per un’altra cocente delusione nella gara che assieme alla spada maschile era stata segnata con il circoletto rosso.
Perfetta è invece la gara dell’Ucraina, passata anche dalla vittoria sulle Azzurre (Michela Battiston, Martina Criscio, Chiara Mormile, Irene Vecchi), alla fine settime. Un’opera corale, su cui ovviamente c’è il marchio a fuoco di Olga Kharlan, ma dove tutte e quattro le componenti funzionano sullo stesso spartito. Da una solidissima Alina Komashchuk ad Olena Kravatska, passando per Yulia Bakastova, brava a farsi trovare pronta quando Terenzio l’ha lanciata nella mischia contro il Giappone in semifinale. Al resto ci ha pensato la Capitana, mettendo a referto 22 stoccate delle 45 servite per mettersi al collo l’oro contro una battagliera Corea. Un deja-vu che ha portato indietro al 2008, a Pechino e a una diciottenne Kharlan che con 23 stoccate conduce le compagne all’oro. Sedici anni e quattro medaglie Olimpiche dopo la scena si ripete. E se chiusurà del cerchio sarà, non potrebbe esserci finale più perfetto.
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Foto Augusto Bizz