Che Olimpiade è stata per la Francia?

Sette medaglie complessive, un po’ di sfortuna e qualche delusione in alcune prove segnate con il circoletto rosso. La Francia chiude come miglior Nazione europea, ma il sentimento prevalente oltralpe è quello di un lavoro compiuto solo a metà.

 

Lo scorso maggio, dopo le dimissioni arrivate come un fulmine a ciel sereno di Alain Coicaud dalla sua carica di allenatore della Nazionale di sciabola maschile, il prestigioso quotidiano L’Equipe non senza ironia approcciò in questo modo alla questione: «Se “preparare dei Giochi in casa nel peggior casino possibile” fosse uno disciplina olimpica, la Francia della scherma sarebbe campione senza alcuna contestazione possibile». Un chiaro riferimento all’ennesima gatta da pelare per una federazione che, da dopo il Mondiale di Milano 2023, ha dovuto fronteggiare in serie problematiche che l’hanno messa in una situazione tutt’altro che ideale per affrontare un appuntamento impossibile da fallire. La guerra intestina in seno alla spada maschile culminata con le dimissioni di Hugues Obry, le dimissioni del Presidente della FFE, la “fronda” di tre quarti della squadra di sciabola maschile che lascia l’Insep, il caso Thibus risolto solo in extremis e l’ulteriore patema dato dall’infortunio della fiorettista a Basilea. Tanti temi di cui si è ampiamente parlato e che costituiscono una premessa d’obbligo per capire in che clima la scherma d’oltralpe si è presentata a un appuntamento che vuoi per doveri di ospitalità vuoi per il peso della storia che porta con sé era impossibile da fallire. Ma che Olimpiade è stata per la Francia padrona di casa?

Migliore delle Europee 

In un contesto in cui l’Asia si è dimostrata la nuova forza trainante della scherma globale, con il medagliere dominato dal Giappone davanti a Corea e Hong Kong e con gli Stati Uniti quarti grazie al doppio oro nel fioretto femminile, la Francia è stata la miglior rappresentante della scuola Europea, anche se ovviamente la mancanza della Russia lascia porta aperta a un gran numero di domande e what if su cosa sarebbe potuto accadere con i suoi tiratori in pedana. Ma dato che con i sé e con i ma non si fa la storia, restiamo sui dati emersi dai 10 giorni di gara al Grand Palais: 7 medaglie complessive, con 1 oro, 4 argenti e 2 bronzi. Ovvero due medaglie in più di Tokyo, quattro in più di Rio: segnale forte e chiaro che le lezioni di Londra 2012, quando il medagliere di casa Francia pianse miseria con un pesante 0 alla voce podi conquistati, sono state recepite e messe in pratica. Eppure, come riporta sempre il più prestigioso quotidiano sportivo d’oltralpe e in generale la stampa sportiva francese, qualcosa in più si sarebbe potuto fare, lasciando alla fine «quel piccolo retrogusto di incompleto». Come ha infatti spiegato il Direttore Tecnico Nazionale Yves Robin «Abbiamo fatto delle buone Olimpiadi, ma avrebbero potuto essere ottime».

La qualificazione di tutte e 6 le squadre senza dover passare dal “bonus” degli slot riservati al paese ospitante e la presenza di carte forti per la medaglia in ogni arma avevano creato tante aspettative. E se alla fine il bottino non è comunque da buttare via, soprattutto alla luce di come sta evolvendosi lo scacchiere della scherma globale capace di portare 13 Nazioni a medaglia, la sensazione che non rispecchi appieno il potenziale di fuoco a disposizione resta.

Luci…

La doppietta firmata da Manon Brunet e Sara Balzer è stato sicuramente il punto più alto della spedizione della Francia a Parigi 2024. Nell’Olimpiade in cui il concetto di “favorito” è spesso stato cancellato dall’evoluzione della situazione, le due sciabolatrici hanno rispettato (quasi) a pieno il pronostico. Dove quel “quasi” è figlio del fatto che la più attesa era Balzer, reduce da un’annata impressionante per risultati. Anche se, statistiche alla mano, una delle poche in grado di opporsi allo strapotere dell’alsaziana era stata proprio la neo campionessa Olimpica.

Fra le note positive anche l’argento di Yannick Borel, battuto solo da un  Koki Kano super ispirato sulla via verso la medaglia d’oro. Poco da recriminare anche per fiorettisti e sciabolatori, entrambi al bronzo nelle rispettive prove a squadre. Anzi, proprio la medaglia di quest’ultimi ha un grande peso specifico: innanzitutto perché dopo il titolo Olimpico nel 2008, infatti, la Francia non è riuscita più a tornare ai Giochi. In seconda istanza, perché già al primo assalto di giornata la gara ha rischiato di prendere una piaga con tutti i crismi dello psicodramma quando Bolade Apithy, Maxime Pianfetti e Sebastien Patrice si sono trovati sotto contro l’Egitto allenato da Vincent Anstett. Considerato che Pianfetti e i due fratelli Patrice hanno lasciato l’Insep per allenarsi proprio con Anstett, viene facile immaginare che effetti avrebbe potuto avere questa sorta di traslazione in live action del celeberrimo meme dei due spider che si indicano l’un l’altro spiazzati dopo essersi trovati di fronte. Per il resto, in un cammino fotocopia rispetto a quello dei fiorettisti, va agli annali lo stop in semifinale contro i futuri campioni Olimpici (Corea del Sud in un caso, Giappone nell’altro) e la pronta reazione che ha garantito una medaglia al collo a fine giornta.

Parigi 2024: doppietta francese nella sciabola femminile individuale

Foto | Augusto Bizzi

 …e ombre

Se a livello individuale tutto sommato la Francia ha raccolto tanto, a mancare è stato l’apporto delle squadre. Il doppio quarto posto di spadisti e sciabolatrici – in rigoroso ordine cronologico – è da iscrivere a tutti gli effetti fra le delusioni di queste Olimpiadi. Ovviamente il lungo e logorante conflitto interno fra i senatori del gruppo (Bardenet, finito addirittura fuori dalle selezioni, Borel e Cannone) non ha aiutato a un approccio tranquillo alla gara che per i francesi è di cruciale importanza. La dura sconfitta contro l’Ungheria in semifinale, con i transalpini mai in partita, e quella maturata nella finale per il bronzo contro una Cechia trascinata da un super Jurka hanno lasciato tanto amaro in bocca. Deludente anche il quarto posto delle sciabolatrici. Un piazzamento che sa di occasione sprecata, dopo che la Russia prendi tutto era uscita dal giro delle competizioni internazionali lasciando proprio alla Francia (completata da Cecilia Berder e Sarah Noutcha). Inoltre le cinque finali di fila fra Mondiali e Olimpiade conquistate a partire dal trionfo di Wuxi avevano alimentato ulteriore hype sulle sabreuses.

Foto | Eva Pavia/Bizzi Team

Priorità amare e Giochi da incubo

Un discorso a parte lo meritano da una parte Auriane Mallo e Ysaora Thibus. La prima capace di arrivare in due occasioni in finale ma alla fine trovatasi con due (comunque ottime) medaglie d’argento. Tanto rammarico per la spadista lionese, che ha visto sfumare sul più bello la gioia della medaglia sia all’individuale – dove peraltro era stata anche in vantaggio per 7-1 dopo l’avvio di match – che a squadre, bruciata da Alberta Santuccio. Per Ysaora Thibus invece un’Olimpiade da dimenticare, nata sotto una cattiva stella dopo la notifica della positività all’ostarina lo scorso febbraio e chiusasi con un’eliminazione al primo turno nella prova individuale e il quinto posto a squadre. La botta finale a trasformare un sogno cullato a lungo nel peggiore degli incubi possibili.

Twitter: agenna85

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Foto Eva Pavia/Bizzi Team