Quale bilancio per l’Italia della scherma ai Giochi di Parigi 2024?

Scherma, il bilancio dell'Italia ai Giochi di Parigi 2024

Il bilancio dell’Italia ai Giochi di Parigi 2024. Stesso numero di medaglie rispetto a tre anni ma torna la medaglia d’oro. Luci e ombre della spedizione Olimpica degli Azzurri al Grand Palais.

 

«L’Italia si è confermata al vertice, quello dei Giochi di Parigi 2024 è stato un ottimo bilancio». Così si era espresso a caldissimo non appena l’ultima stoccata di Kazuki Iimura aveva decretato l’argento per il quartetto del fioretto maschile, il Presidente della Federazione Italiana Scherma Paolo Azzi. Cinque medaglie complessive, proprio come a Tokyo 3 anni fa ma l’oro delle spadiste nella prova a squadre dello scorso 30 luglio ad impreziosire il bottino spezzando allo stesso un digiuno di vittorie che nelle gare per quartetti che durava da Londra 2012. Le analogie rispetto alla spedizione in terra giapponese del 2021, non si fermano qui: allora come a Parigi furono 3 le medaglie d’argento, così come in negativo il fioretto femminile per la seconda edizione di fila non ha trovato un piazzamento individuale sul podio.

Fioretto fra luci e ombre

Ma al netto dei numeri, con quale bilancio chiude Parigi 2024 l’Italia della scherma? Innegabile che il triennio di congiunzione fra Tokyo e Parigi, segnato da tantissimi successi in tutte le armi, avesse acceso tante aspettative sulla delegazione italiana ai Giochi francesi. Soprattutto nel fioretto, dove l’arma di Stefano Cerioni ha fatto man bassa di medaglie fra Coppa del Mondo, Europei e Mondiali sia al femminile che al maschile. Ma nell’Olimpiade che più di ogni altra sembra aver segnato una cesura negli equilibri di quest’arma, con la Vecchia Europa che raccoglie soltanto le briciole (tre medaglie sulle 12 disponibili), il fioretto Azzurro risponde presente e mette in cassaforte tre argenti tutti egualmente di grande peso specifico. I due quartetti si sono dimostrati ancora una volta due gruppi competitivi e uniti nel remare verso l’obiettivo comune, fermati solo in finale dagli avversari indicati alla vigilia come i contendenti più quotati alla medaglia d’oro, ovvero Stati Uniti fra le donne e Giappone al maschile.

A livello individuale è mancata per la seconda edizione di fila la medaglia al femminile e questa è una notizia. Un buco pesante, perché se ripetere Londra 2012 sarebbe stato possibile ma molto difficile vista l’illuminazione di Lee Kiefer, almeno due medaglie sarebbero state alla portata. A maggior ragione perché fino ai quarti di finale tutto sembrava procedere per il meglio, con Arianna Errigo, Martina Favaretto e Alice Volpi, poi spintasi fino alla lotta per le medaglie prima di chiudere per la seconda Olimpiade di fila con un amaro quarto posto, che sembravano poter marciare spedite verso il concretizzare il migliore degli scenari possibili. E invece tanto l’esperta Capitana quanto la più giovane esordiente hanno pagato dazio chi a qualche situazione poco fortunata chi invece alla tensione del debutto che sul più bello paralizza mente e gambe. Perso Daniele Garozzo alla vigilia dei Giochi, la squadra maschile si è presentata al via con tre esordienti assoluti. E se Tommaso Marini ha anche lui subito lo scotto dell’esordio in questa competizione, lo stesso non si può dire tanto di Guillaume Bianchi – arrivato a una stoccata dal giocarsi le chance di medaglia – quanto di Filippo Macchi. La splendida medaglia d’argento conquistata dal toscano, unita alla grande maturità con cui ha accettato la sconfitta dopo un finale di match che ha decisamente fatto alzare la temperatura, sono i due tasselli che fanno del venitreenne nipote d’arte l’assoluto MVP del fioretto italiano a Parigi.

Foto | Augusto Bizzi

La sciabola si aggrappa a Samele

Argento a Tokyo 2020, bronzo a Parigi 2024. Nella sciabola che fatica a imporsi in una concorrenza feroce, Luigi Samele costruisce un nuovo capolavoro malgrado un avvicinamento tutt’altro che semplice all’Olimpiade francese. Infortuni e acciacchi non hanno impedito al foggiano di surfare in un tabellone tutt’altro che banale, passato anche dal derby contro Luca Curatoli agli ottavi e da un logorante match contro l’egiziano Amer ai quarti. Una gara ai limiti della perfezione, con il consueto mix di tecnica schermistica e grande cuore a spingere l’Azzurro fino alla semifinale e alla pronta reazione della “finalina” che l’ha condotto a strappare un bronzo meritatissimo. Non è riuscito a esprimersi nel migliore dei modi invece Michele Gallo, al suo esordio Olimpico.

Difficile giudicare positivamente la gara delle ragazze: Michela Battiston, Martina Criscio e Chiara Mormile, quest’ultima all’esordio, escono subito di scena nella prova individuale e non meglio va nella prova a squadre. La rimonta con sorpasso operata da Irene Vecchi nella settima frazione è stato solo un lampo in match che l’Ucraina aveva sin lì controllato e che conti alla mano ha vinto con merito. Vero, le ragazze di Nicola Zanotti non erano certo le grandi favorite per una medaglia considerate anche le difficoltà incontrate nel percorso verso Parigi 2024, ma la settima posizione finale davanti solo all’Algeria non è comunque un risultato da ricordare.

Foto | Augusto Bizzi

Spada, fra Storia e delusioni

Da una parte l’oro nella prova a squadre femminile, dall’altra l’esito deludente di entrambe le prove individuali e di quella a squadre maschile, dove gli Azzurri si presentavano da campioni del Mondo in carica. Un bilancio nei fatti contraddittorio quello dell’arma guidata da Dario Chiadò, ma che alla fine della fiera non può che essere ovviamente positivo. Il titolo delle spadiste ha un peso enorme, sia perché rappresenta una storica prima volta – l’Italia era stata già in finale ad Atlanta, ma venne battuta dalla Francia – sia perché Rossella Fiamingo, Mara Navarria, Giulia Rizzi e Alberta Santuccio si presentavano a Parigi con tutto il peso di giocare nel ruolo delle favorite. Nell’Olimpiade in cui spesso e (mal)volentieri il concetto di favorito è stato emblema dell’aleatorio, le spadiste italiane hanno portato a termine con successo la loro missione. Crescendo di condizione match dopo match fino all’incredibile coda di un match iper equilibrato contro la Francia padrona di casa.

La faccia opposta della medaglia è rappresentata come detto dalle gare individuali, chiuse senza medaglia. Alberta Santuccio e Federico Vismara sono stati i migliori in casa Italia, spingendosi fino ai quarti di finale. Rammarico anche per la prova a squadre maschile, partita con grandi ambizioni e speranze di medaglia ma trovatasi a fine giornata a guardare la festa del podio dalla quinta posizione. Una gara sfortunata, con l’Italia che incoccia in Cechia molto solida e trascinata da uno Jakub Jurka assolutamente scatenato che la costringe al girone infernale dei piazzamenti completato con due larghi successi su Venezuela e Kazakistan. Non certo il finale di viaggio auspicato da Chiadò e i suoi ragazzi, ma che nulla toglie al valore di un gruppo capace in due anni di tornare dapprima sul tetto d’Europa quindi su quello del Mondo.

Twitter: agenna85

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Foto Eva Pavia/Bizzi Team