Pur senza l’oro, l’Italia mette a referto quattro medaglie. Fra i tanti aspetti positivi anche il record di qualificati e il buon impatto degli esordienti.
Per trovare un bilancio migliore per l’Italia della scherma alle Paralimpiadi prima di Parigi 2024, serve far tornare indietro le lancette del tempo ad Atlanta 1996. Allora i podi furono 9, mentre nelle successive edizioni e con la sola eccezione di Atene quando le medaglie a referto toccò quota tre, il medagliere di casa Italia ha sempre oscillato fra 1 e 2 metalli. Le pedane del Grand Palais hanno invece portato in dote un argento, vinto da Matteo Betti nel fioretto maschile Categoria A, e tre bronzi con le firme di Edoardo Giordan (sciabola maschile Categoria A), Beatrice Vio Grandis (fioretto femminile Categoria B) e del team delle fiorettiste, con la stessa Bebe a cui si sono aggiunte Andreea Mogos, Loredana Trigilia e Rossana Pasquino.
È mancato l’oro, ma se si estende l’analisi e il bilancio della scherma azzurra a Parigi i lati positivi sono decisamente numerosi. Se i quarti posti di Lambertini nelle prove individuali e dei fiorettisti nella prova a squadre lasciano comprensibilmente l’amaro in bocca, dall’altro sono il segnale che con un pizzico di fortuna in più il bottino finale sarebbe potuto essere ben più ricco di quello sancito dai cinque giorni di programma agonistico. In uno sport che sembra sempre più seguire le ombre dell’omologa Olimpica, ovvero una sempre maggior globalizzazione come dimostrato dalla presenza in gara di 21 delegazioni fra cui quella del team dei rifugiati, l’Italia si conferma quindi al vertice. E in grado di lottare alla pari anche contro corazzate del calibro della Cina, che non per nulla ha fatto man bassa di medaglie.
Altro spunto da non sottovalutare è il record di qualificati: tutte le squadre (ad eccezione di quelle di sciabola, per cui la gara a staffetta non è prevista nel programma delle Paralimpiadi) hanno ottenuto il loro pass e ben 10 atleti hanno gareggiato sulle pedane del Grand Palais. Ai “veterani” protagonisti già in edizioni passate, si sono uniti i debuttanti Matteo Dei Rossi, Michele Massa e Gianmarco Paolucci, tutti battutisi con grande valore senza alcun timore reverenziale di fronte al prestigio del palcoscenico. Tanti aspetti che alla fine strappano un sorriso di soddisfazione ai vertici della Federazione Italiana Scherma.
«Sono molto soddisfatto di quanto fatto dalla nostra spedizione in un’edizione dei Giochi bellissima e con un pubblico straordinario, in cui anche la componente emotiva ha giocato un ruolo davvero importante. Abbiamo conquistato quattro medaglie, una più emozionante dell’altra, e avremmo potuto vincerne altre con un pizzico di fortuna in più» ha commentato il Presidente federale Paolo Azzi a margine della visita ufficiale del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a casa Italia. A fargli eco è Alberto Ancarani, capo delegazione a Parigi: «Avevamo due grandi obiettivi: incrementare il numero delle medaglie rispetto alle ultime edizioni e dare al nostro movimento una visibilità importante, che è la linfa per promuovere sempre di più e far crescere la scherma paralimpica. Sono stati raggiunti entrambi» ha affermato Ancarani tramite il sito ufficiale Federscherma, prima di guardare già al futuro e a un obiettivo chiamato Los Angeles 2028: «Abbiamo vissuto i Giochi delle conferme e delle new entry. I debuttanti non sono andati a medaglia ma hanno potuto realizzare il sogno di toccare un palcoscenico magico, si tratta per loro di un nuovo punto di partenza dal quale sono certo che nel prossimo quadriennio riusciremo ad aumentare ulteriormente sia i qualificati che i podi ».
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Foto Bizzi