Parola d’ordine: cercare dei risultati che possano permettere a Nicola Zanotti e alla sciabola azzurra di ripartire al meglio nel ciclo che porta verso Los Angeles 2028. Data lontanissima, ora che i rumori e i colori del Grand Palais sono freschi nella memoria di un’estate che pian piano declina sempre di più verso la stagione fredda. Ma meno lontana di quanto si possa pensare se c’è da impostare con tutta calma un lavoro sulla lunga distanza con l’obiettivo di migliorare gli esiti di una spedizione, quella di Parigi 2024, che al netto del bronzo del solito immenso Luigi Samele non ha regalato grandi gioie a sciabolatori e sciabolatrici di casa Italia. Ecco allora che l’alba di una nuova stagione di Coppa del Mondo sulle pedane di Orano diventa occasione propizia per andare a caccia di buone sensazioni per il proseguo di questa prima annata del nuovo ciclo. La buona notizia è che si torna sulla distanza classica dei quattro anni dopo gli sconvolgimenti portati dal Covid che hanno ridotto a soli tre giri della Terra attorno al sole la distanza fra Tokyo e Parigi.
Via libera dunque agli esperimenti per Nicola Zanotti, sia a concedendo a qualche giovane la ribalta individuale di Coppa del Mondo sia cercando nuove soluzioni e nuovi potenziali innesti per i quartetti. Con Samele in fase di stacco e valutazione sul proprio futuro e Luca Curatoli che, pur non gareggiando a squadre ad Orano, sarà ancora il perno della squadra, la formazione schierata nella prima stagionale al maschile ha però tutti i crismi della futuribilità anche quando la strada verso Los Angeles entrerà nella fase calda. Dario Cavaliere era già stato nel giro sostituendo a più riprese Aldo Montano nel ciclo Olimpico verso Tokyo, Michele Gallo e Pietro Torre sono cardini del quartetto e hanno voglia matta di riscattarsi dopo Parigi, Matteo Neri punta finalmente a ritagliarsi il suo spazio sperando di aver saldato una volta per tutte il proprio conto con la sfortuna.
Decisamente più radicale è la sperimentazione effettuata da Nicola Zanotti nel quartetto femminile. Fra le reduci di Parigi vi sarà la sola Chiara Mormile (assenti Martina Criscio e Irene Vecchi, solo prova individuale invece per Michela Battiston), che sarà quindi la capitana di una formazione completata da Alessia Di Carlo, Eloisa Passaro e Manuela Spica.
Ricche di temi anche le gare individuali. Le tante assenze fra i big, in particolare fra chi ha partecipato a Parigi tornando magari con una medaglia, rendono aperto il pronostico tanto al femminile quanto al maschile. Fra giovani che vogliono mettersi in mostra e altri atleti o atlete che puntano a un immediato riscatto dopo la delusione Olimpica (o una non qualificazione mai digerita causa folli criteri imposti dal CIO, materia su cui suo malgrado la greca Despina Georgiadou potrebbe tenere una lectio magistralis). Qualche medagliato degli ultimi Giochi in realtà ci sarà, su tutti Oh Sanguk al suo debutto nel ruolo di campione Olimpico. Una quattro giorni, quella di Orano, tutta da vivere. Con la speranza che alla fine l’Italia possa tornare a casa da questo primo impegno stagionale con tanti motivi per cui sorridere.
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Foto Augusto Bizzi