Dalla prima volta su una carrozzina da scherma datata novembre 2022 al primo successo in Coppa del Mondo sulle pedane di Pisa nel novembre del 2024. Ci ha messo solo due anni Andrea Jacquier, ventitreenne romano volto nuovo dell’Italia che ha brillato nel fine settimana d’esordio del nuovo ciclo con vista su Los Angeles 2028, a capire come si fa a vincere una gara internazionale. La scherma come rinascita dopo l’incidente stradale che lo ha privato per il resto della sua vita dell’uso delle gambe, la sciabola come arma di elezione di cui apprezza esplosività e spettacolarità. E grazie alla quale ha potuto vivere la sensazione unica dell’Inno italiano che suona solo per lui.
«Non ho ancora realizzato quanto è successo» racconta a “Il Messaggero” Andrea Jacquier «in fondo ho cominciato a fare scherma soltanto due anni fa». E se centrare il podio poteva già essere per lui un risultato straordinario, la certezza della semifinale non ha frenato l’appetito del giovane portacolori delle Fiamme Oro. Tutt’altro. «Mi è venuta ancora più fame di vittoria» continua Jacquier «arrivato lì, non ci stavo a perdere!». Assieme al gradino più alto del podio, per Andrea è arrivato un ulteriore premio: una vacanza offerta, volo e albergo, dall’amico e compagno di Nazionale Edoardo Giordan con cui peraltro ha condiviso la gioia della vittoria a Pisa. «Durante l’ultimo giorno di ritiro a Tirrenia lui mi ha detto scherzando in pausa pranzo: “Se vinci l’oro ti pago una vacanza”. Dove andremo? Non lo so, ma mi piacerebbe un posto caldo».
Sul futuro, Andrea ha le idee ben chiare, sebbene non voglia affrettare troppo i tempi: «Sicuramente voglio qualificarmi a Los Angeles 2028» chiosa «ma non fisso troppi obiettivi. La mattina mi sveglio felice di vivere la vita che sto vivendo».
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Foto Andrea Trifiletti/Bizzi Team