Elezioni Fie, Daniele Garozzo: «Battere Usmanov è impossibile, ma fare opposizione è doveroso»

Daniele Garozzo: «Battere Usmanov è impossibile, ma fare opposizione è doveroso»

 

Daniele Garozzo non ci sta. Per lui, fra i candidati al Consiglio Federale nella squadra di Gigi Mazzone alle elezioni Fis del prossimo 19 gennaio, la scelta di votare Alisher Usmanov è sbagliata (leggi qui l’intervista al Presidente Federale Paolo Azzi), anche se le elezioni della Fie sembrano avere già un esito scontato, anche se qualsiasi altra scelta sarebbe destinata alla sconfitta. Il campione olimpico di Rio 2016, in una lunga intervista a Pianeta Scherma, parla delle sue preoccupazioni per il futuro di questo sport e della situazione attuale.

Usmanov si ricandida per l’ennesima volta, sembra peraltro già destinato a vincere senza alcuna possibilità di appello, perché l’opposizione di fatto non c’è. Noi stiamo parlando di questo prima delle elezioni, ma sappiamo già come andranno a finire, no?

Sì, esatto. Sostanzialmente è un candidato unico. La candidatura dello svedese è una candidatura di principio che tra l’altro è molto apprezzabile e rispettosa nei confronti della democrazia stessa della FIE, perché salvaguarda la possibilità di esprimere un voto per un’altra persona. Usmanov ha presentato la sua candidatura con il supporto di 109 nazioni, e non era un atto necessario come accade per la FIS, dove il Presidente si deve candidare con il supporto di determinate firme dei presidenti di società, ma solo una dimostrazione di forza. Inoltre, e questa è una questione molto delicata, se da una parte io auspico un movimento schermistico sempre più globalizzato, dall’altra ci sono dei paesi che onestamente sono paesi fantasma in questo momento che vanno a supportare la candidatura di Usmanov. Ci sono federazioni che hanno 3-4 iscritti, una federazione di 3 iscritti non è una federazione, ed esprime il voto per quello che può essere il futuro del Comex e il futuro del nostro sport.

Perché non è un voto ponderato, sbaglio? Uno vale uno.

Esatto. L’Italia vale come Burkina Faso, come Iraq, come Francia e chiaramente questo genera un po’ una stortura e non ovviamente per ragioni di blasone o storia vincente, ma perché proprio sono federazioni che non esistono. E nel nostro ambiente, essendo tendenzialmente piccolo e purtroppo a dispetto di quello che molti credono, povero, è chiaro che un magnate di dimensioni enormi, gigantesche come Usmanov può decidere tutto sostanzialmente da solo.

Usmanov è stato presidente per quattro quadrienni olimpici, va per il quinto perché non mi sembra che ci siano grossi dubbi, è un risultato, continuare così a lungo nel potere, che di norma premia chi fa molto bene, cioè vieni confermato tutti questi anni se hai fatto molto bene, quindi Usmanov ha fatto molto bene?
Bella domanda. Se tu mi dici ho fatto bene, onestamente faccio fatica a dire di sì. Sostanzialmente Usmanov ha investito delle cifre enormi nel nostro sport, non sempre bene perché io da atleta mi sono reso conto che in tantissimi eventi c’era uno spreco di denaro impressionante. Questo ha generato una stortura mostruosa nel nostro sport: in primis perché non siamo più abituati a gestire la scherma come un’azienda sostenibile e il giorno in cui non ci saranno questi soldi donati dalla Fencing Foundation sarà veramente difficile proseguire la nostra attività. Anche perché concretamente siamo uno sport che purtroppo attiva sempre pochi appassionati, nonostante un ingresso, un indotto di denaro nell’organizzazione di eventi, veramente importante da parte di questa persona. Poi c’è un problema di episodi arbitrali noti a tutti, diffusi in rete, sempre più discutibili soprattutto nella sciabola. E non vorrei che il Cio, soprattutto quando avrà lasciato Bach, possa trattare la scherma come ha trattato la boxe, estromettendola dai Giochi. Come può esserci un minimo di democrazia, un minimo di attenzione su temi importanti come quello arbitrale, quando una persona riesce a fare il bello, il brutto, il cattivo e il non tempo in questo modo?

Da atleta, come hai vissuto la gestione Usmanov?

Io personalmente credo davvero che la scherma possa portare dei valori meravigliosi, questa è la ragione per la quale poi vorrei fare il dirigente. In questo momento, se tu mi chiedi come si sta muovendo la scherma in questa direzione, devo dire che la Federazione italiana attuale sta facendo un buon lavoro perché siamo veramente un gruppo di brave persone e ci sono dei campioni sempre per bene, ci sono sempre delle belle immagini dal nostro sport, basta di pensare a Pippo Macchi e il suo bellissimo messaggio alle Olimpiadi. Dal punto di vista dell’organizzazione degli eventi vedo uno sport che è in difficoltà, ma su questo basta guardare semplicemente le visualizzazioni su Youtube degli eventi dei nostri competitor, che possono essere sport di arti marziali, e chiaramente la differenza salta subito all’occhio. Facciamo fatica, i nostri grandi eventi cominciano a essere sempre meno popolati, sempre con meno persone e attenzione, non è vero che è sempre stato così. Io sono un vero appassionato di questo sport che si guarda i match di Toti Sanzo che tirava a La Chaux de Fonds o a Nîmes, dentro palazzetti strapieni che esplodevano. Devo dire che Milano in questo senso è stato un gran successo, ha portato veramente una bella ventata d’aria fresca, però basta vedere le ultime gare di Coppa del Mondo dove le ragazze di spada e i ragazzi di spada sono stati bravissimi e le finali se le facevano tra di loro.

C’è solo un candidato d’opposizione sostenuto da una sola federazione, cosa significa?

Significa che non c’è un’opposizione, significa che in questo momento tutto viene deciso da una sola persona, significa che in questo momento la FIE esiste sotto l’egida totale di Usmanov che tra l’altro, è una cosa curiosa, è attualmente nelle stesse condizioni nella quale nel 2021 si è autosospeso.

Se, come pare evidente, vincerà. Cosa accadrà?

Probabilmente si autosospenderà di nuovo e così come ha fatto finora, lascerà la FIE in mano a un suo facente funzione, perché tra l’altro lui non può esercitare concretamente quel ruolo di presidente della FIE, non può andare in Svizzera dove c’è la sede della FIE, non può andare nella maggior parte dei Paesi dove si svolgono le gare. Cosa può fare? Può portare la FIE in Uzbekistan? Anche questa è un’ipotesi della quale si è parlato, non lo so fino a che punto sarebbe corretto e soprattutto come reagirebbe il CIO? Questa cosa mi preoccupa tanto.

La Federazione Italiana sostiene Usmanov. Cosa ne pensi?

Io capisco davvero che Usmanov oggi è imbattibile, non sono un cretino, è imbattibile. Ma l’Italia, il nostro Paese, che è un Paese che ha una tradizione storica, una tradizione vera e forte nella scherma e che dovrebbe veramente essere un baluardo di correttezza ed onestà, può accettare una cosa del genere? Può abbassare la testa di fronte a una cosa del genere? Oppure può fare squadra con quelle che sono le grandi nazioni del nostro sport, come la Francia, l’Ungheria, gli Stati Uniti, la Corea, Hong Kong, e andare lì a perdere le elezioni ma a dire no, guarda così non va bene?

C’era una figura o può esserci una figura che tu nei tuoi anni, con la tua esperienza da atleta, puoi aver identificato, che poteva assumersi questo ruolo?
È estremamente complesso, credo di no onestamente. Qualcosa Scarso l’ha fatta, però è veramente difficile. Ma riuscire a organizzare qualcosa per provare a far capire che non tutto è concesso e non tutto può essere accettato con un “signor sì signore” credo sia il minimo. E credo che poi l’ambiente sia saturo, la gente è stanca

Facciamo un gioco, facciamo che tu sei presidente della Federazione internazionale di scherma, da dove partiresti per migliorare la situazione?
Dal settore arbitrale, cercherei un attimo di avere un’organizzazione sicuramente migliore. Un altro aspetto è che creerei degli eventi che possano essere fruibili a un pubblico non del tutto fidelizzato, perché la scherma ad oggi se la guarda solo chi fa scherma, cioè chi la tira e pochissimi altri fedelissimi. Dobbiamo cercare in qualche modo di fare uscire la scherma dalla sua bolla, con qualche evento, sfruttando anche la diffusione sempre più globale del nostro sport, che fortunatamente sta avvenendo, lo riconosco, non voglio dire che va tutto male. E anche se è complesso cercherei di renderla un minimo più oggettiva nelle armi convenzionali, perché ad oggi proprio quella soggettività che a noi schermitori è piaciuta è forse quello che la sta distruggendo, anche perché non ci capiamo niente nemmeno noi e di conseguenza cosa può capirci un appassionato?

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto: Alessandro Gennari

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