Un triennio ricco di medaglie e un nuovo ciclo Olimpico iniziato nel migliore dei modi possibile in uno scorcio di stagione 2024/2025 in cui il fioretto italiano è ripartito full gas facendo incetta di successi nelle due tappe di Coppa del Mondo sin qui disputate fra Tunisi e la “tournée” asiatica. Eppure, nelle parole rilasciate da Stefano Cerioni a “Il Messaggero” c’è spazio anche per il rammarico. E il riferimento, ovviamente, non può che andare a quanto accaduto ai Giochi di Parigi, con l’Italia che in tre occasioni ha sfiorato la medaglia d’oro chiudendo comunque con l’argento: «Ne ho soprattutto per Pippo (Macchi, ndr), che la meritava: gli errori arbitrali sono stati pesanti e ingiusti. È vero che è giovane e avrà un’altra possibilità, ma non è scontato».
Malgrado ciò, il bilancio del 2024 del ct jesino e dei suoi gruppi non può che essere lusinghiero: «Abbiamo fatto un gran lavoro» ha proseguito Cerioni «chiaramente è mancato l’oro Olimpico, per pochissimo, però i risultati ottenuti ottenuti nel triennio e soprattutto nel 2024 mi danno la certezza di aver lavorato nella maniera giusta insieme a tutto lo staff e ai ragazzi». Anche perché non sono mancate le difficoltà, a partire dalla notizia del ritiro di Daniele Garozzo, fermato da problemi cardiaci: «un momento molto difficile essendo lui quello che chiudeva, oltre che il nostro capitano. Come saremmo arrivati alle Olimpiadi era un’incognita: e invece abbiamo vinto una medaglia d’argento bellissima. Sono fortunato ad allenare un gruppo che si vuole così bene».
Ora c’è da pensare però a un nuovo viaggio, lungo quattro anni, e con obiettivo Los Angeles 2028. Il mix fra veterani e gioventù portato avanti in questo avvio di stagione post Olimpica ha dato i suoi frutti, in un’ottica di continua competizione che da una parte porti gli atleti più titolati a mantenere alta la guardia, dall’altra gli emergenti a spingere sull’acceleratore per poter prendersi il proprio posto in squadra. L’antidoto migliore alla “sindrome dello stomaco sazio”, nemica giurata quando l’obiettivo è quello di continuare a vincere. Fame diventa quindi la parola d’ordine per Stefano Cerioni: «Io non sono mai sazio di vittorie e ai miei ragazzi chiedo la stessa cosa. Mettendo giovani e veterani insieme fa sì che nessuno abbia mai il posto assicurato, e questo genera fame in tutti».
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Foto Augusto Bizzi