Si dice che la vera ricchezza di una squadra non stia soltanto nell’avere dei fuoriclasse, ma anche e soprattutto nella cosiddetta “profondità della rosa”. Se poi, come nel caso del fioretto femminile italiano, si hanno a disposizione entrambe le cose beh, la vita a bordo per il comandante della nave può essere decisamente comoda. O, al massimo ma è anche questo un falso problema, resa un attimo più ingarbugliata da qualche rebus da risolvere causa abbondanza. E così, mentre Alice Volpi continua a lavorare per affinare la forma in vista del rientro in gara (e chissà che il palcoscenico non possa essere proprio il Grand Prix di Torino del prossimo 9 febbraio), l’Italia del fioretto ha mandato a podio nella prova individuale di Hong Kong la quinta e la sesta atleta diversa in tre gare sin qui disputate.
Martina Sinigalia e Martina Batini, piazzatesi in quest’ordine appena dietro alla vincitrice di giornata la statunitense Jaylen Liu, si sono infatti unite a Martina Favaretto e Arianna Errigo – prima e seconda a Tunisi nella gara inaugurale – e ad Elena Tangherlini e Anna Cristino, prima e terza a Busan all’imbrunire del 2024. Una “potenza” di fuoco che ben poche nazioni possono vantare. Ma soprattutto è un trend che dura da diverse stagioni: nel 2023, in contumacia di Arianna Errigo che sarebbe rientrata solo per i campionati Mondiali di Milano peraltro sigillati con una splendida medaglia d’argento, l’Italia portò sul podio in tappe di Coppa del Mondo ben 7 atlete diverse, Nella scorsa stagione, ancora, furono 6 le Azzurre a griffare almeno un piazzamento in zona medaglia.
Un numero già eguagliato in questo primissimo scorcio della stagione post Olimpica, con la macchina azzurra che ha funzionato con regolarità svizzera piazzando a ogni gara due sue rappresentanti nella foto ricordo post protocollo di premiazione. Una striscia che le italiane proveranno ad allungare sulle pedane amiche di Torino. L’occasione perfetta di riscatto per chi, come Francesca Palumbo, ha avuto un avvio di stagione decisamente complicato. O chissà, la cornice migliore per qualcun’altra che il podio in Coppa del Mondo non lo ha ancora provato per vivere la migliore delle prime volte. Per la risposta non resta che attendere il prossimo 9 febbraio.
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Foto Luca Pagliaricci/Bizzi Team