Il compagno di squadra è accusato di molestie, gli spadisti USA in pedana con una mascherina rosa in solidarietà alle vittime

Nella prova a squadre di spada maschile, tre componenti della squadra Usa si sono presentati in pedana con la mascherina rosa in solidarietà alle donne vittime di abusi sessuali e contro il compagno Alen Hadzic su cui pendono accuse di cattiva condotta sessuale. Continue reading

Delusione Italia, nella spada maschile a squadre arriva solo un settimo posto

Gli azzurri escono subito dalla lotta per le medaglie, poi chiudono al settimo posto dopo la vittoria con la Svizzera. Sfuma la difesa dell’argento di Rio 2016. Continue reading

Julio Velasco: “Quelle di Elisa Di Francisca sono parole disgustose”

 

Non tardano ad arrivare le prime reazioni dopo le parole di Elisa Di Francisca di questa serata. La jesina, Olimpionica a Londra nel 2012, aveva duramente attaccato il ct Andrea Cipressa e la ex compagna di squadra Arianna Errigo.

Non ha usato mezze parole, nel condannare le parole della fuoriclasse jesina, Julio Velasco. L’ex ct della Nazionale italiana di pallavolo, ospite della trasmissione Rai “Tokyo best of“, ha bocciato senza appello le parole di Elisa: “Queste dichiarazioni sono disgustose” ha dichiarato Velasco  “Il problema non è se ha ragione o non ha ragione, se quell’atleta ha problemi nei momenti decisivi o no, è disgustoso il momento, i tempi, e parlare così di una collega e di un allenatore gratuitamente”

Ha poi aggiunto Julio Velasco: “Sembra che adesso cercare di essere buoni è un difetto. L’educazione si basa sul reprimere cose che fanno male agli altri o che non fanno bene alla comunità. E questo, sicuramente, non fa bene alla scherma, non fa bene allo sport. Possiamo criticare ma questo è un attacco frontale. Poi in un momento in cui stanno soffrendo vai a mettere il dito nella piaga, proprio tu, che hai fatto quell’attività e sai cosa si prova”.

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In medio stat virtus

 

Ci abbiamo pensato a lungo, e ancora il dubbio ci rimane: è una finale persa o un bronzo guadagnato? Probabilmente la verità sta nel mezzo e, come spesso capita, è fatta di sfumature. Non nascondiamolo, dal fioretto femminile a squadre ci aspettavamo tutti di più.

In parte perché il Dream Team ci aveva abituati troppo bene, in parte perché il valore di queste ragazze lo conosciamo. Avevamo messo in conto di poter perdere una finale contro la Russia, che negli ultimi anni ha messo la freccia e ci ha superato, non di uscire con la Francia da una semifinale dominata per oltre metà incontro. Ed è forse proprio questo che fa male, aver visto il potenziale di questa squadra lungo l’arco di una gara intera, esclusi una manciata di assalti. Pochi, sì, ma decisivi per segnare la differenza tra una finalissima e una finalina.

Poi c’è l’altra faccia della medaglia, la capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno. Arriva se si pensa a come Alice, Arianna, Martina ed Erica siano state capaci di rimettere insieme i pezzi dopo una sconfitta tanto dolorosa e si siano presentate con gli Usa nella loro migliore versione. Senza storia l’incontro per il bronzo, con le nostre quattro ragazze perfette. Sì, tutte e quattro, anche Arianna che aveva sofferto e subito la rimonta della Thibus, anche Erica che è stata gettata nella mischia per firmare con un parziale di 5-1 la sua meritatissima medaglia di bronzo.

Se ci pensiamo, è una squadra giovane sotto il profilo dell’esperienza, con tre esordienti alle Olimpiadi e una sola veterana. E non era scontato che potessero riprendersi dalla batosta ricevuta e tornare la schiacciasassi di un tempo, demolendo una squadra che giusto tre anni fa si era issata per la prima volta nella sua storia sul tetto del mondo e che poteva contare sull’apporto della freschissima campionessa olimpica individuale.

Ok, non era quello che speravamo e dirci pienamente soddisfatti sarebbe bugiardo e forse anche sminuente del valore che riconosciamo al fioretto femminile italiano. Che se è Dream Team ancora, deve accettare le critiche come gli elogi, rialzare la testa, guardare avanti. E riprendersi presto il posto che gli spetta, quello in cima al podio.

Twitter: GabrieleLippi1

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Foto: Augusto Bizzi