Spada femminile individuale: 5 spunti per la gara di Tokyo

Le speranze azzurre, le insidie asiatiche, campionesse a caccia di rivincite e di imprese leggendarie. Cinque spunti della vigilia della gara di spada femminile individuale a Tokyo. Continue reading

Cinque volte (di fila) Cinque Cerchi: a Tokyo si allarga il club dei “pentaolimpici”

Dai nostri Cassarà e Montano  passano per Joppich, Le Pechoux  e Zagunis: tanti sono gli atleti che a Tokyo disputeranno la loro quinta Olimpiade. Ma il record lo ritocca Aida Mohamed a quota sette. Continue reading

Il potere della maschera gialla

Tranquilli, ci pensa Ana. La Branza è l’unica al mondo in grado di vincere una gara a squadre da sola, e spesso e volentieri lo fa. È successo di nuovo, anche a Doha, nella prima prova di Coppa del mondo di spada femminile a squadre della stagione. Senza di lei, la Romania non sarebbe poi granché. Le compagne di nazionale lo sanno, sanno che quella con la maschera gialla è la loro unica speranza, e lasciano fare a lei. A volte pure troppo, con una ricerca sistematica della non combattività capace di snervare pubblico e avversarie.

Contro la Cina è andata così: Ana a mettere stoccate, le altre a temporeggiare. Contro l’Estonia, nei quarti di finale, era stato ancora più evidente, con una rimonta impressionante. E spiegatelo, a Irini Embrich, Kristina Kuusk, Erika Kirpu e Julia Beljajeva, che potranno pure essere forti, ma insieme non fanno una Ana Maria Branza.

È la legge del fenomeno, il dominio della campionessa davanti alla quale tutti si inchinano. È quello che manca all’Italia, che ha un quartetto di altissimo livello, con quattro atlete che tecnicamente hanno poco da invidiare alle altre, ma che non riescono a trovare i risultati che meriterebbero. Anche a Doha è andata male. Francesca Quondamcarlo, Mara Navarria, Bianca Del Carretto e Rossella Fiamingo si sono dovute arrendere negli ottavi di finale contro le svedesi Emma Samuelsson, Sanne Gars e Johanna Bergdahl, battute 45-39 da una squadra che poi sarebbe stata eliminata dalla Cina. Terzo posto finale per l’Ungheria, un’altra nazione che può contare su una grande campionessa come Emese Szasz. Quarti gli Stati Uniti.

Alle ragazze italiane non resta che guardare avanti, pensando che le doti giuste ci sono. Lo confermano l’argento europeo di Francesca Quondamcarlo, i quarti di finale raggiunti da Mara Navarria al Mondiale di Budapest subito dopo il rientro dalla maternità, il terzo posto di Bianca Del Carretto a Xuzhou la scorsa stagione, la costante presenza nelle finali internazionali di Rossella Fiamingo). Non resta che pensare Budapest e il primo febbraio, luogo e data in cui cercare riscatto. Perché meglio di così si può e si deve fare.

 

Twitter: GabrieleLippi1

Foto di Alessandro Gennari per Pianeta Scherma
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