Alla prova di Tallinn

Gli azzurri della spada in cerca di fiducia dopo le delusioni di Heidenheim. Tredici i convocati dal Ct Cuomo. Confermato il quartetto Garozzo-Tagliariol-Pizzo-Bino per la prova a squadre.

Il circuito di spada maschile torna in pedana per la seconda prova consecutiva di Coppa del Mondo, nel prossimo weekend (22-24 febbraio) sulle pedane di Tallinn, in Estonia. La Nazionale azzurra è in cerca di riscatto dopo le prove opache dell’ultimo fine settimana in terra tedesca, a Heidenheim, nella prova individuale e soprattutto in quella a squadre. ma soprattutto cercare fiducia e serenità in vista dei prossimi, importanti appuntamenti.

A proposito della gara a squadre, laddove c’è molta attesa per le prestazioni degli azzurri, il Ct Sandro Cuomo riparte dalla conferma del quartetto di Heidenheim, formato da Enrico Garozzo, Matteo Tagliariol, Paolo Pizzo e Gabriele Bino. Quanto all’individuale, oltre ai componenti del quartetto (con Garozzo e Tagliariol già ammessi al tabellone principale di sabato per via del ranking), vi sono altri otto convocati in lista: Paolo Pizzo, Diego Confalonieri, Marco Fichera, Matthew Trager, Lorenzo Bruttini, Andrea Cipriani, Andrea Santarelli, Andrea Baroglio e Fabrizio Citro, tutti quanti in pedana a partire dal turno di qualificazione di venerdì.

«Sono convinto che i ragazzi saliranno in pedana con grande voglia di riscatto» – ha dichiarato il Ct Cuomo al sito Federela almomento della  partenza per Tallinn  – «Ad Heidenheim non ci siamo espressi per quelle che sono le potenzialità del gruppo. E’ chiaro che l’attenzione maggiore e quindi l’esigenza del riscatto sia soprattutto legata alla prova a squadre. Qui si giocherà, dal prossimo anno, la qualificazione ai Giochi di Rio 2016 e quindi proprio nella gara a squadre bisognerà trovare la giusta alchimia per permettere a questi ragazzi di esprimere la loro grande qualità».

Twitter: MattiaBoretti

Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma

 
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«Sulla buona strada»

Ha il volto sereno di chi sa che le cose non possono che migliorare, Marco Fichera, dopo la sua eliminazione nel tabellone dei 64 al Trofeo Carroccio di Legnano. «Contro lui dovevo vincere, la sua scherma è perfetta per le mie caratteristiche». Lui è Elmir Alimzhanov, il kazako che lo ha battuto 15-9. Ha sette anni più di lui, e forse gran parte della differenza sta qui.

«Ha più esperienza di me, non posso lamentarmi. Ho fatto due gare quest’anno e due volte sono arrivato nei 64». Ecco, quello è l’obiettivo minimo, il confine «tra una brutta gara e il mio dovere. Tutto quello che viene dopo è guadagnato». Parla al plurale Marco Fichera, perché quando dice «non ci siamo, ma stiamo arrivando» si riferisce a se stesso e all’amico fraterno Andrea Santarelli, uscito anche lui nei 64 contro il coreano Jung. «Il problema non è di quest’anno, semmai è stato negli anni precedenti. In Italia, per i giovani, è difficile fare esperienza. Non c’è lo spazio che danno altre nazioni». Così ci si trova a rincorrere: «Spero davvero che a Tommaso Melocchi e Lorenzo Buzzi facciano fare più gare tra gli assoluti di quante non ne abbiamo fatte noi da under 20».

Non perde l’ottimismo comunque, perché i risultati di Doha e Legnano non sono da buttar via. «In Qatar avevo vinto sei assalti nel girone. Qui ho tirato male, ma sono riuscito comunque a riprendermi nelle dirette e qualificarmi per la seconda giornata. È un buon segnale». Insomma, si può solo crescere. Le qualità ci sono, l’esperienza seguirà.

Twitter: GabrieleLippi1

Foto di Augusto Bizzi per Federscherma

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