Il figlio maggiore, Simone, ha scelto la scherma dopo anni passati fra le piscine e i campetti del mini basket. L’altro figlio, il piccolo Nicolò, ha cominciato a calcare le pedane quando ancora praticamente portava il pannolino e ora è diventato la mascotte dei campioni della nazionale. In pedana sulle orme di suo fratello e di… Paolo Pizzo.
Quando e come è nata la passione di Simone, il maggiore dei tuoi figli, per la scherma?
E’ stato nell’anno dei Mondiali di Catania, il 2011: dopo anni di nuoto e mini basket, Simone ha deciso di cimentarsi con la scherma. Per noi era tutto nuovo o quasi, seguivamo la scherma in televisione, e tramite essa conoscevamo i nomi dei campioni ma nulla di più. Così siamo andati in palestra, dove il presidente ci ha spiegato gli orari delle lezioni e le regole dello sport. Quanto all’arma, non c’era molta scelta: spada. Abbiamo seguito Simone lezione dopo lezione fino a che è arrivato il momento della vestizione. Un’emozione unica vedere tuo figlio indossare la divisa bianca e la maschera…
Come si vivono, da mamma, le gare a cui un figlio prende parte?
Ogni gara è sempre un’emozione. Vedere mio figlio entrare in pedana, indossare la maschera, impugnare la spada. E poi il pronti a voi dell’arbitro… Difficile descrivere cosa si prova. Ogni volta che mio figlio tira indosso gli occhiali da sole, per celare le mie emozioni. E poi ogni assalto di Simone coinvolge in pieno tutta la famiglia. Davvero un’esperienza da fare, a prescindere dai risultati.
Ci racconti qualche aneddoto particolare legato alle gare di tuo figlio?
Una volta, ad Anguillara, Simone stava tirando contro un altro ragazzo per entrare nei sedici ed era in netto vantaggio. Sul 14-12 però, Simone si è spento all’improvviso, un black out che permise all’avversario dapprima di tornare sotto quindi di vincere l’assalto. Simone ne uscì distrutto,a ma sono esperienze che servono e che si devono fare.
Non hai mai provato, o pensato di provare, l’ebbrezza di salire in pedana e tirare di scherma?
No, soffro di claustrofobia e per me indossare la maschera sarebbe come morire. Ammiro tantissimo gli atleti, soprattutto quando ci sono quaranta gradi e sono bardati con divisa e maschera…
Cosa ti piace di più della scherma?
Il saluto prima dell’inizio, il momento in cui gli schermidori si mettono in guardia e la stretta di mano finale a prescindere dal risultato.
Se ti chiedessi di dirmi tre parole che per te definiscono la scherma, quali ti vengono in mente?
Sudore, sacrificio e soddisfazione.
Chi è o chi sono i tuoi campioni preferiti?
Innanzitutto Paolo Pizzo: dopo la sua vittoria mondiale mi sono attivata per poterlo incontrare pensando che fosse una cosadifficile, e invece… Paolo è un ragazzo dolcissimo e disponibilisismo, un vero Campione nella vita e nello sport. In realtà faccio il tifo un po’ per tutti gli azzurri: dalle spadiste al Dream Team del fioretto femminile, dai ragazzi del fioretto fino agli sciabolatori. Fra gli stranieri mi piacciono molto Ana Branza e Aron Szilagiy.
Oltre a Simone, hai un altro figlio (Nicolò) che ormai è la mascotte della nazionale. Com’è nato il suo amore per la scherma?
Quando Nicolò è entrato per la prima volta in palestra aveva da poco fatto i due anni. Seguiva sempre le lezioni del fratello, quindi faceva continuamente i movimenti della scherma senza mai stancarsi. Io all’inizio ero scettica, ma tanto il presidente del circolo quanto i Maestri mi hanno spinto ad assecondare la sua passione. Così un giorno lo stesso Presidente gli ha regalato una divisa bianca, una maschera di plastica e una sciabola gialla di spugna: a quel punto Nicolò era uno schermidore a tutti gli effetti!
E poi venne il giorno del primo assalto…
Giugno 2012: a Roma c’era la Maratona della scherma in cui era impegnato Simone. A certo punto Martina Ganassin (supervisore degli arbitri Federscherma, ndr) chiese a Nicolò se aveva voglia di tirare e lui disse si senza pensarci un attimo. Dopodichè ha preso la sua maschera e la sua arma ed è salito in pedana per il suo primo assalto. Fu bellissimo perchè era una cosa del tutto inaspettata.
Nicolò ha già avuto l’onore di “sfidare a duello” molti Campioni e Campionesse, qual è stato il momento che più ti ha divertito?
Difficile annoiarsi con lui: per lui è come un gioco, tira con tutti e non capisce che di fronte può avere un Campione come uno alle prime armi. Devo però dire che gli stessi schermidori della nazionale sono sempre molto carini e gentili a prestare un po’ del loro tempo per giocare con Nicolò. All’ultimo memorial Marta Russo, ad esempio, ha tirato con Valentina Vezzali e Arianna Errigo, è stato veramente divertente.
Gioco dei pronostici: chi vincerà i mondiali 2014 nelle sei armi?
Spero tutti atleti italiani. Per la spada maschile tifiamo per Paolo Pizzo. Se devo dire due nomi stranieri, allora spero siano Ana Branza e Aron Szilagy.
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