Quota 41

Tante sono le medaglie conquistate dall’Italia nell’edizione dei Campionati del Mediterraneo appena andata  in archivio a Chiavari. Un vero e proprio trionfo, tanto in pedana quanto al di fuori, per l’ottima organizzazione dell’evento da parte della Chiavari Scherma, che ha ricevuto l’unanime apprezzamento da parte di tutte le delegazioni convenute in terra ligure. La giornata di domenica, la terza e conclusiva,  è stata quella più intensa, e ha visto lo svolgersi di ben otto competizioni: le gare individuali dedicate agli Under 14, per la prima volta impegnati in una competizione internazionale con in palio dei titoli, e la prova a squadre che ha visto coinvolti gli Under 20.

Gare in cui ha trionfato l’Italia tanto al maschile quanto al femminile: fra i maschi, hanno tirato Tommaso Melocchi, Andrea Sanfilippo, Marco Lecci, mentre la gara femminile è stata tirata daGiorgia Pometti, Beatrice Argenti, Rebecca Gargano. I ragazzi hanno regolato in finale la Turchia 30-21, mentre le ragazze hanno vinto la finalissima contro la Spagna per 30-20.

Per quanto riguarda le gare individuali, esse hanno messo in mostra l’ottimo livello dei giovanissimi azzurri: le ragazze han fatto bottino pieno nel fioretto, grazie alla vittoria di Lara Bertola che ha superato in finale per 15-8 Lucrezia Sirena. Terzo posto per Marta Ricci, fermata proprio dalla Sirena in semifinale per 15-10. Nella spada è invece arrivato l’argento di Camilla Rossi, battuta solo all’ultima stoccata dalal francese Bayram. Quinto posto per Margherita Bruno, sesta l’altra azzurra Campani. Dalla sciabola invece sono arrivati un argento e due bronzi, merito di Livia Mazzarotto (stata sconfitta in finale dalla francese Sarah Noutcha per 15-12) , di Viola Saracini e Claudia Rotili, terzea fine giornata.

Spostandoci alle competizioni maschili, nella sciabola l’oro è andato al nostro Alberto Fornasir che in finale ha avuto la meglio sul francese Bibi Elliot per 15-14. Sul terzo gradino del podio è poi salito Edoardo Castellani, mentre  l’altro italiano William Mancy si è fermato ai piedi del podio, chiudendo alla fine sesto. Dal fioretto  sono arrivati un argento e un bronzo, conquistati rispettivamente da Mattia Marchesini  – sconfitto in finale dal francese Fisher per 15-11-  e Martino Manzato, stoppato in semifinale proprio da Marchesini con il punteggio di 15-5.  Da ultimo, Franco Alchiede Simonato ha vinto la  medaglia di bronzo nella spada maschile dopo essere stato fermato in semifinale dal francese Theo Collin, poi vincitore della prova.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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Tra la spada e le lingue

Ha solo 15 anni, e da poco ha iniziato ad affacciarsi alla scherma internazionale. Eleonora De Marchi, spadista italiana classe 1998, è tornata da Goteborg con un bel terzo posto tra i Cadetti, la sua categoria. Pianeta Scherma l’ha intervistata.

Brava Eleonora, davvero una bella gara e un terzo strameritato. Puoi presentarti ai lettori di Pianeta Scherma?
Ho 15 anni, sono al secondo anno nella categoria Cadetti. Sono tesserata per il Circolo scherma Castelfranco Veneto. Sempre a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, frequento il Liceo Linguistico. Sto studiando inglese, tedesco e francese. I Paesi che vorrei presto visitare son gli USA e l’Australia. Non escludo di andare a vivere, tra qualche tempo e per un periodo anche lungo, all’estero, come molti giovani italiani hanno già fatto in questi anni.

Che cosa ti ho spinto ad affrontare questa trasferta in Svezia, dove la spada è molto popolare, ed erano gara ben 119 Cadette?
Dopo la trasferta in Algeria, la gara di Goteborg era per me poco più che un allenamento, come preparazione per le gare in Italia e, speriamo, ancora in giro per il mondo.

Raccontaci tu stessa la tua gara, dal girone sino alla semifinale con la francese Fanny Despanian.
Ho iniziato molto concentrata e ho ottenuto sei vittorie del girone di qualificazione. Negli assalti alle 15 stoccate ho trovato avversarie che ho saputo portare sul combattimento a me più congeniale. Non ho mai subito più di otto stoccate. Non ho faticato, mi sono divertita. Sino alla semifinale, quando ho tirato male nel secondo tempo. All’inizio del terzo e ultimo tempo ero sotto di quattro, ma ho ritrovato la concentrazione; ogni stoccata ho cambiato azione e in flèche alternavo bersaglio interno e bersaglio esterno. Gli ultimi 30 secondi sono stati abbastanza rudi e sono riuscita ad arrivare al pareggio, ma sicuramente mi sono allenata e ho fatto esperienza contro delle forti spadiste.

 

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Foto Trifiletti/Bizzi per Federscherma
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La scherma studia il futuro

Un qualificato gruppo di lavoro si riunirà a metà marzo a Parigi per approfondire alcune modifiche ai regolamenti, che erano state presentate al Congresso del Centenario Fie, tenutosi a Parigi lo scorso novembre.
Questo gruppo di lavoro è composto da persone che provengono dalla commissione Regolamenti, dalla commissione per l’Arbitraggio, commissione Promozione pubblicità comunicazione, dal Consiglio degli allenatori e da dirigenti della stessa Fie.

Naturalmente le decisioni del gruppo di lavoro non saranno vincolanti per il Comex della Fie e per le successive decisioni, che verranno votate al prossimo Congresso Fie, in programma a Roma a fine novembre; tuttavia le considerazioni a cui perverrà il gruppo di lavoro saranno senza dubbio di grande importanza.

Si tratta di una decina di articoli, di proposte di modifiche, che sono pervenute dalle Federazioni schermistiche dell’Ungheria, Russia e degli USA. Due in sintesi i temi che vengono affrontati: l’uscita di pedana e la passività/non combattività.

Si è ritenuto necessario fare ancor più chiarezza, con un elenco esaustivo delle possibilità, delle conseguenze, con regole chiare e non oggetto di interpretazioni soggettive. Come noto l’uscita di pedana può avvenire con uno o con entrambi i piedi; vi è l’uscita laterale e l’uscita a fondo pedana. E poi il tema della distanza per la ripresa dell’assalto: chi deve retrocedere e da quale punto. Questo tema naturalmente è di interesse per tutte e tre le armi. Alcuni pareri sono dialettici tra la commissione per l’Arbitraggio e il Consiglio degli Allenatori, e dal confronto dovrà uscire una sintesi e una proposta precisa.

Un tema specifico per la sciabola è quello di una più precisa definizione ed eventuale riscrittura delle regole che vietano la frecciata e il passo incrociato. Con una considerazione dell’uso (possiamo dire qualche volta abuso, “superuso”) del videoarbitraggio. Anche su questo tema, arbitri e allenatori hanno posizioni differenti: pur continuando a mantenere il divieto del passo incrociato e della flèche, vedremo se si arriverà a proporre dei cambiamenti su quanto oggi è scritto sui regolamenti.

Il secondo grande tema è la passività, un argomento che interessa la spada e, talvolta, il fioretto (femminile). Il gruppo di lavoro, partendo da alcune proposte di variazione del regolamento, discuterà del come/quando sanzionare la non combattività, nelle gare individuali e specialmente a squadre. Appunto nelle gare a squadre, si potrebbe modificare quando effettuare il sorteggio dell’ultimo match, per prevenire ulteriori tempi morti prima della stoccata della “morte improvvisa”, ribadire anche la proibizione di ogni altra interruzione e la consultazione con i tecnici e i compagni.

 

Twitter: Gianandrea11

 

Foto di Augusto Bizzi per Federscherma
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Obiettivo Coppa del Mondo

Sabato è arrivata la prima vittoria in Coppa del Mondo Under 20, in una stagione dove Gabriele Cimini è già salito in altre due occasioni sul podio (Helsinki e Udine). È lui il volto nuovo della giovane Italia della spada maschile, un ragazzo che ha già in testa un obiettivo ben definito: presentarsi al Congresso Fie di novembre, che si terrà a Roma, per ritirare il premio che spetta al vincitore della Coppa del Mondo di categoria.

Complimenti, Gabriele, una gara perfetta a Goteborg…
Sì, davvero. Sono riuscito a dosare le forze, dopo le sei vittorie del girone, penso di aver sempre tirato bene, con la testa e le gambe.

Contro Pereira eri sotto di quattro stoccate poi hai rimontato. Qual è stato il momento decisivo?
Non stavo dando il meglio di me, qualcosa nella posizione del pugno era sbagliata, mi mancava la convinzione. Ringrazio il maestro Alessandro Bossalini che a fondo pedana mi ha rassicurato, «una per una, così»,  ma non era la solita frase di circostanza. Tutto è cambiato.

Complimenti anche per gli attacchi diretti in flèche così ben eseguiti, un bel coraggio partire in attacco quando sì è sotto.
Non è stato coraggio, ero davvero consapevole di quello che stavo facendo, mi sentivo bene, mi sentivo di farlo. Ho preso sicurezza stoccata dopo stoccata.

Quali sono i tuoi progetti adesso?
In questa stagione ho ottenuto in Coppa del Mondo due podi, un piazzamento negli otto, un piazzamento nei 16 e oggi il primo posto sul podio. Posso ora dirlo a Pianeta Scherma: mi sento bene e punto alla vittoria in Coppa del Mondo di spada maschile Junior. Vero è che la strada è lunga, con gli Europei e poi i Mondiali, ma mi auguro di essere premiato a Roma a fine novembre in occasione del Congresso Fie.

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Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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Finalmente podio!

Rossella Fiamingo lo aveva dichiarato a noi di Pianeta Scherma: il podio non è un’ossessione, ma solo una naturale conseguenza del lavoro paziente svolto in pedana e in palestra tutti i giorni. Continue reading

Grande piccola Italia

Tre podi in altrettante gare, un’altra giornata da incorniciare per le lame azzurre impegnate nel circuito Under 20: un primo, un secondo e un terzo posto il bilancio del sabato di Coppa del Mondo, che sempre di più sta diventando feudo azzurro.

Il gradino più alto del podio lo centra Gabriele Cimini: il ragazzo, che aveva già fatto podio a Helsinki e Udine, vince la prova di spada maschile che si è disputata a Goteborg, dopo aver regolato in finale il forte spagnolo Julian Pereyra per 15-11. A completare il podio il francese Varela, fermato in semifinale proprio da Cimini, e l’americano Weiss.

A Lione Erica Cipressa completa la giornata d’oro di papà Andrea: commissario tecnico felice per la prestazione da fenomeno di Arianna Errigo, genitore orgoglioso per la piccola di casa che nella prova di Coppa del Mondo disputata in terra francese sale sul secondo gradino del podio, battuta solo dalla beniamina di casa Pauline Ranvier. Non prima però di aver gelato il pubblico lionese, che già sognava una doppietta delle bluettes con Jeromine Mpah-Njanga. Terzo posto comunque per la giovane transalpina, così come per la statunitense Jacqueline Dubrovich, che ai quarti di finale ha fermato la corsa di Francesca Palumbo (12-11). Sempre ai piedi del podio si è fermata Camilla Mancini, stoppata da Pauline Ranvier.

Sempre dal fioretto arriva il terzo podio di giornata: a Terrassa, in Spagna, solita grande prestazione di Francesco Ingargiola, che per la quinta volta in stagione torna a casa con una medaglia. Terzo posto per lo jesino, fermato in semifinale dal francese Molinaro (poi vincitore della prova per 15-14 sul magiaro Dosa): a condividere con lui il gradino più basso del podio il tedesco Doerr. Quinto posto per Lorenzo Francella, fermato ai quarti di finale da Francesco Ingargiola, mentre entra negli otto anche l’altro azzurro Sebastiano Bicego.

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Il fattore K

K come Kharlan, nel senso di Olga. Her Sabreness trionfa ancora una volta a Orleans dove, avanti di sto passo, le consegneranno le chiavi della città: tre vittorie nelle ultime tre visite per la bionda dell’Est Europa. In finale si inchina la Campionessa Olimpica Kim: è il trionfo del fattore K, che mette di fronte per lo showdown finale due campionesse di razza, forse le due migliori interpreti della disciplina in questo momento. Finisce 15-7 per l’ucraina, che riprende il filo del discorso da dove lo aveva lasciato a Budapest, ovvero vincendo. Sul podio con lei ci salgono Mariel Zagunis, caduta nella fatal Corea, e Ekaterina Dyachenko, che incassa l’ennesima sconfitta dalla Zarina: le prime quattro al mondo tutte sul podio, al termine di una gara lunghissima, cominciata in mattinata e terminata in serata.

L’Italia lascia Orleans con il sedicesimo posto di una pimpante Martina Petraglia come miglior risultato: le pendici del Mortirolo, impersonificatesi nella russa Dyachenko (numero 3 al mondo), hanno respinto il tentativo di scalata della pur ottima sciabolatrice romana, uscita sconfitta per 15-3. É lei, Martina, la nota lieta nella giornata storta di Irene Vecchi: l’azzurra piega a fatica ma con gran rimonta la magiara Varga – che era andata a riposo in netto vantaggio – , quindi crolla nell’assalto dei sedicesimi di finale sotto i colpi di Yana Egorian. Il 15-1 finale è una punizione fin troppo pesante per la livornese, un risultato assolutamente bugiardo considerato l’enorme dote tecnica di Irene. Per fortuna il prossimo week-end, nell’inedita tappa di Dakar, c’è la possibilità di un immediato riscatto. Si ferma presto anche la corsa di Ilaria Bianco e Rossella Gregorio: la pisana esce ai trentaduesimi contro la giovane americana Sage Palmedo, Rossella invece, dopo messo in carniere il prestigioso scalpo di Yulia Gavrilova, perde all’ultima stoccata contro la francese Flora Palu: un peccato, perchè l’assalto contro Cecilia Berder per puntare alle prime otto sarebbe stato alla portata della grintosa salernitana.

Fra le prime otto c’è tanta Polonia: persa la Socha, la nazionale biancorossa ha piazzato in finale Malgorzata Kozakzuk (numero 115 del ranking) e la ritrovata Bogna Jozwiak: a Bologna l’anno scorso la sua stagione si era chiusa con un serio infortunio, a Orleans si ferma a un passo dalle medaglie fermata dalla Kim. Nelle otto anche Cecilia Berder, che gasa il pubblico locale provando una rimonta ai danni di Mariel Zagunis che però si ferma sul 13-14, prima che l’americana dalle scarpe giallo fluo mettesse la botta decisiva. Ma la Campionessa dell’Oregon, così come Ekaterina Dyachenko, in semifinale nulla han potuto: per giocarsi il Grand Prix di Orleans, oggi serviva il Fattore K.

Twitter: @agenna85

Fotografia di Augusto Bizzi per Federscherma
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